Il naso di Cyrano: ottobre 2007

domenica 21 ottobre 2007

Campioni del mondo


Oggi Raikkonen, Massa e tutti quelli della FERRARI hanno realizzato l’ incredibile.
Se qualcuno ancora ne dubitava ormai può stare sicuro: “ Siamo i più grandi”.
La Ferrari ha vinto il campionato più difficile della sua storia, hanno dovuto lottare contro tutto e contro tutti. La cosa più bella è che lo hanno fatto, al contrario di altri in modo leale e pulito. Gli altri, invece, visto che non potevano competere con quelli di Maranello, sono ricorsi ai trucchi, agli imbrogli, alle spiate, anche a tentativi di diffamazione. E’ stato inutile: siamo i più grandi e stasera festeggiamo, con il sorriso che abbiamo trattenuto in queste ultime gare, non per sfiducia nel team ma perché, come al solito, dietro lo sport ci sono interessi economici troppo grandi e troppo pericolosi per giocare onestamente. Avevamo paura che gli interessi prevalessero, avevamo paura che, ancora una volta, lo sport fosse oscurato da maneggi alieni.
Invece stasera abbiamo visto vincere lo sport, è stata una gara perfetta quella della FERRARI, i piloti, i tecnici, gli ingegneri, tutti hanno funzionato alla perfezione. Il team era una macchina ben oliata, perfettamente funzionante e alla fine abbiamo sorriso, finalmente! Io, veramente, oltre a sorridere ho anche urlato, un urlo liberatorio, troppo a lungo represso, che alla fine è uscito fuori a cantare la rivincita dello sport che piace a me, quello pulito. Tutti cantavano, sorridevano e si abbracciavano in Brasile, solo Raikkonen restava serio e composto, ad un certo punto , durante l’ inno, ha fatto un microsorriso, più che un sorriso sembrava una smorfietta beffarda che sembrava diretta a tutti quelli che hanno ostacolato in tutti i modi possibili la FERRARI, ecco quella smorfia io la condivido in pieno e con me, credo, tutti i tanti ferraristi che stasera se ne andranno a dormire finalmente felici

domenica 14 ottobre 2007

Fotoromanza


Io e Lui ci conoscemmo ad un corso di formazione. Eravamo tutti e due precari e stavamo preparando il concorso per l’ immissione in ruolo nelle Scuole statali.
Non eravamo proprio due ragazzini, Lui era una persona seria e giudiziosa, io ero seria ma non troppo giudiziosa.
Ci innamorammo così, sui libri. Fu un amore più di testa che di cuore, all’ inizio, poi fu passione forte e vera.
Io lavoravo di mattina, Lui di pomeriggio. Alle cinque Lui finiva le lezioni, lo raggiungevo, andavamo a casa sua e ci mettevamo a studiare. Tra un libro e l’ altro erano baci, carezze e coccole.
E musica.
Tutti e due eravamo stonati ma la musica ci piaceva. Io suono il flauto e adoro la musica lirica, lui la lirica l’ odiava da quando aveva sei anni e i suoi genitori lo portarono a vedere un’ opera.
Lui amava i cantautori.
Sentivamo Gianna Nannini, allora era in vetta alle hit Parades con Fotoromanza, tutti i ragazzi la cantavano e io pensavo che davvero il mio amore “era un palazzo che brucia in città”.
Lo amavo sempre di più, era un crescendo, ogni giorno scoprivo in Lui aspetti che mi appassionavano. Era il primo uomo che amavo e quel mio amore era bello ma faceva un po’ male, mi spaventava, era davvero “una lama sottile” ma non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.
Studiavamo fino all’ una di notte, poi Lui mi riaccompagnava a casa. Con la macchina del padre, una Ritmo che non aveva climatizzatore e il riscaldamento era rotto.
Tutti e due fumavamo come dannati e io ero e sono freddolosa. Quell’ inverno viaggiavamo con i finestrini chiusi, e quando arrivavamo sotto casa mia io canticchiavo:” Quest’amore è una camera a gas.” Allora Lui mi baciava e io, che già faticavo a respirare, rischiavo di morire soffocata. Ma mi piaceva da matti.
Una sera mi baciò, più a lungo e più appassionatamente del solito, poi mi disse:” Ci sposiamo.”
Così. Non me lo chiese, me lo disse, semplicemente. Era disarmante. Gianna Nannini cantava:” Quest’ amore è’una fiamma che esplode nel cielo” e io la vidi la fiamma nel cielo, anche se in quel momento sulla testa avevo il tettuccio della vecchia Ritmo.
Ci sposammo e in chiesa risuonavano note adeguate all’ avvenimento. Ma io non le ascoltavo, nella mia testa la marcia nuziale me la cantava Gianna Nannini

mercoledì 10 ottobre 2007

Spedizione postale


Questa cosa l’ ho scritta un po’ di tempo fa, è un divertissement, i personaggi sono tratti tutti da opere letterarie, potete divertirvi a riconoscerli.

Spedizione postale

Margherita timbrava ormai da ore pacchi e raccomandate e intanto pensava al vestito della figlia Carlotta e alla divisa da terzino di Albertino, suo figlio, doveva ricordarsi di stirarli. Pensava anche a quanto irragionevole fosse suo marito Giovannino, infuriato perché lei aveva riempito l’appartamento di bottiglie di salsa di pomodoro fatta in casa, un bel risparmio, no? Se poi qualche bottiglia era esplosa mica era colpa sua!
Fu richiamata bruscamente alla realtà da una voce irata che chiedeva:– Cos’è questa puzza? –
Margherita conosceva l’uomo che aveva parlato: alto, magro, sarebbe stato bello se non avesse avuto un enorme naso che gli deturpava il volto.Si chiamava Cyrano e veniva ogni giorno con un pacco di raccomandate da spedire tutte allo stesso indirizzo, quello di una certa Roxane.
­ Ma gentile signore– intervenne un signore anziano,corpulento che indossava delle ghette – Io non direi che è proprio puzza, piuttosto lo definirei un odore alquanto pungente–
–Per me è puzza e anche insopportabile, caro signor..? –
–Pickwick– rispose quello inchinandosi cortesemente.
La gente in fila cominciò ad annusare l’aria, soltanto due donne sembravano non accorgersi di nulla, tutte prese dai loro discorsi, una stava dicendo all’altra: – Mia cara Agnese, quella donna è una bugiardona! – l’altra replicò: –lo supponevo ma non potete sapere quanto mi è dispiaciuto non sapere tutta la storia per poter ribattere, cara Perpetua. –Perpetua iniziò a raccontare di antichi amori di gioventù mentre l’agitazione nella fila aumentava.
–Pardon, signori, credo che sia necessario avviare un’ indagine per determinare l’origine e la natura di questo fenomeno. – disse un ometto con baffi e capelli neri e con uno spiccato accento francese.
–Anche voi siete francese monsieur? – domandò Cyrano – Non, monsieur, je suis Belga, il mio nome è Hercule Poirot. – rispose l’uomo. – Il celebre investigatore! – Esclamarono tutti, poiché tutti sapevano chi fosse Poirot.
–Io ritengo che l’odore in questione provenga dal pacco che ha in mano quel signore– disse Poirot, indicando un uomo che era quasi arrivato allo sportello, l’ unico a non mostrarsi agitato insieme ad un signore silenzioso e sorridente che si trovava in coda alla fila.
–Ma che ci sarà in quel pacco? – tuonò Cyrano che proprio non ne poteva più.
–Oddio, non ci sarà un cadavere? – esclamò Perpetua, distolta dai suoi ricordi.
–Non, madame, il pacco è troppo piccolo per contenere un cadavere– rispose Poirot
–Sono sicuro che non sia nulla di così terribile, ci sarà sicuramente una spiegazione– intervenne pacatamente Pickwick.
–Potrebbe essere un’arma biologica, quello forse è un terrorista! –esclamò Cyrano– ah, se avessi portato la mia spada! –
–Magari,c’è dentro un topo morto da spedire a qualcuno per scherzo– ipotizzò Agnese.
L’aria nell’ ufficio postale era ormai irrespirabile, le persone in fila erano ormai tutte di un insano color verdino e manifestavano chiari segni di nausea. Persino il signore sorridente e silenzioso in coda alla fila non sembrava imperturbabile come prima.
–Ritengo di dover procedere all’ interrogatorio del proprietario del pacco. – disse deciso Poirot ma il signore con il pacco era ormai arrivato allo sportello.
Margherita era sul punto di svenire, aveva gli occhi pieni di lacrime e non riusciva a leggere il modulo. – Il suo nome, prego? – chiese con un fil di voce.
–Podger – rispose l’ uomo –E dentro il pacco ci sono dei formaggi per quel caro ragazzo di mio nipote Jerome–
Lamberto Laudisi, sempre sorridente ma non più silenzioso, esclamò: – La verità? Signori miei, ecco la verità! –