Il naso di Cyrano: aprile 2009

giovedì 30 aprile 2009

Viaggiare, Viaggiare


Sono a Torino da Cat.
Per la verità sto a Rivoli, dove Cat vive ma oggi siamo andate a Torino, ma cominciamo dal principio.
Ieri sono partita alle quindici daRoma con un treno ad alta velocità che impiega “solo” cinque ore e quaranta per arrivare a Torino, il che dimostra che in Italia il concetto di alta velocità è piuttosto sommario.
Comunque il viaggio è stato tranquillo, ho viaggiato in prima classe e i passeggeri erano sopportabili, a parte quelli che parlavano a voce alta al cellulare, con orrido accento milanese (il treno (passava per Milano) e quelli che quando scendevano lasciavano giornali, bottigliette e cartacce sui tavolini e sui sedili, alla faccia dell'educazione! E io che mi infurio come una iena se i miei alunni non lasciano la classe pulita!
Ho passato il tempo leggendo un delizioso libro che mi aveva regalato la mia amica L., si intitola Il bambino sottovuoto di Christine Nordlingen e ve lo consiglio perché è proprio delizioso.
Alla stazione c'era Cat e siamo andate a casa sua dove sono crollata, la notte precedente avevo dormito pochissimo a causa di un forte dolore alla spalla, in più il viaggio mi aveva stancata.
Stamattina alle cinque e mezzo sono stata svegliata dal cinguettio degli uccelli! A Roma non succede mai ma qui si sentono i cinguettii, si vede il cielo notturno nero e pieno di stelle e si possono ammirare le Alpi innevate. Oggi ho anche visto il Monviso, bellissimo e altero tra gli altri monti che lo incorniciano.
Siamo partite alle nove di mattina e, dopo qualche peripezia, abbiamo trovato il parcheggio e siamo andate a vedere una mostra su Akenaton che vi racconterò in un altro post.
Dopo la mostra siamo passate in una libreria dove ho comperato per Cat il libro di Paolo Poli, poi in una ferramenteria dove abbiamo finalmente trovato delle introvabili cerniere per un armadio di Cat che si erano rotte. Ne abbiamo comprata una incredibile scorta.
Poiché ci era venuta fame, siamo andate dal mitico Baratti a pranzo.
Che goduria, ambiente ottocentesco, legni e velluto rosso, musica rigorosamente classica, camerieri in guanti bianchi e...cibi squisiti. Ho gustato un risotto alla Giuseppe verdi, con asparagi e funghi, asparagi con fonduta, accompagnati da un buon vino che si chiama Arneis e, per dessert, un delizioso cestino di frutti misti.
Anche Cat ha mangiato, con gusto, piatti diversi da quelli che avevo scelto io. Poi abbiamo acquistato violette e petali di rosa canditi, confetti e lacrime d'amore, che sono zuccherini con una goccia di rosolio dentro.
Nel pomeriggio abbiamo visitato un'altra mostra (anche questa ve la racconterò poi) e quindi abbiamo fatto una passeggiata con shopping.
La mia carta di credito ha la febbre terzana, poverina, a forza di uscire e rientrare nel mio portafogli si è stressata parecchio. Non mi sono sentita per nulla in colpa, anche perché non c'è la FG a farmi la paternale e a scatenarmi rimorsi laceranti. Ho comprato altri dolcetti, a Torino è impossibile resistere, le pasticcerie sono troppo affascinanti, ci passi davanti e il profumo che ne esce ti invita ad entrare, un orologio e un ciondolo in argento molto carino.
Alla fine Cat era stanchissima così abbiamo ripreso l'automobile e siamo tornate a casa.
Domani sarà un'altra giornata di visite interessanti ma non voglio anticiparvi niente. Ciao

mercoledì 29 aprile 2009

Macbeth: Che tragedia!!

Sono andata a vedere una tragedia: non il Macbeth di Shakespeare bensì il suo assassinio, non nel senso che alla fine della tragedia Macbeth viene ucciso (il che è giusto e normale), NO, ho assistito proprio alla strage dell’opera Shakespeariana.
Certo, se si prescindeva dall’assurdità della scenografia, dall’obbrobrio dei costumi (e dei nudi ingiustificati), se si riusciva a sopportare la recitazione canina degli attori, se si faceva finta di ignorare i tagli sconsiderati al testo, si riusciva comunque a percepire la potenza immortale di Stratford Upon-Avon. Ma proprio perché Shakespeare è trooooppo grande per essere cancellato, anche se, bisogna dirlo, Gabriele Lavia, regista ed interprete, ce l’ha messa proprio tutta per distruggere un capolavoro.
In una tragedia che è tutta muscoli e sangue, coraggio e paura, Lavia ci ha proposto un Macbeth demente, impoverito, inutile e noioso. Lady Macbeth è stata interpretata da una donna che non possiamo in coscienza definire attrice, somigliante più ad una capra belante che non alla regina di Scozia. Due ore e mezzo di pura, incontenibile, noia. La FG ha, con la sua consueta ironia ed intelligenza, completato una celebre battuta dell’usurpatore del trono di Scozia: “Macbeth ha ucciso il sonno”… “e Lavia lo ha resuscitato benissimo”.
Non basteranno tutti gli spettacoli teatrali di Roma per lavare questa orrenda macchia dalla nostra memoria, non ho applaudito, ovviamente, mi sarebbe tanto piaciuto fischiare per manifestare la mia disapprovazione ma, purtroppo, non mi riesce, non so fischiare però, quando alla fine della tragedia Macbeth viene decapitato, sono stata proprio soddisfatta: in una sorta di transfert ho visto l’esecuzione di Lavia.
Ho capito cosa significa “funzione catartica"!

domenica 26 aprile 2009

25 Aprile


Ieri io e la FG siamo andate a vedere la mostra su Giotto.
Veramente di opere di Giotto ce n’erano davvero pochine, il fatto è che il maestro ha dipinto affreschi che,ovviamente, non si possono trasportare e anche le opere su tavola sono così delicate che è meglio che restino dove sono. Comunque c’erano opere pregevoli di tanti artisti del Duecento e del Trecento, in particolare mi ha colpito un bassorilievo di Andrea Pisano, rappresentava una Madonna con bambino, una rappresentazione molto naturalistica, con Maria che fa il solletico al pupo che cerca di allontanarle la mano, una scena bellissima e umanissima.
Io e la FG ci siamo gustate la bellezza di quell’arte lontana nel tempo ma sempre vivissima; peccato che l’organizzazione degli spazi espositivi fosse pessima: una specie di labirinto nel quale la gente si accalcava, era veramente difficile concentrarsi, soprattutto per la FG, io sono più allenata e, davanti alle opere che più mi sono piaciute, sono riuscita ad astrarmi dalla confusione e ad entrare in sintonia con l’opera.
Poi siamo andate a pranzo in un locale storico di Roma dove abbiamo mangiato assai bene e ad un prezzo contenuto.
Nel pomeriggio, visto che i compiti miei li avevo finiti venerdì, ho dato una mano alla FG, mentre lei studiava le ho scaricato dalla rete notizie su statisti dell’ Ottocento che le servono per un esame. Meno male che c’è Wikipedia! Quando non trovavo le notizie nella versione italiana, cercavo su quella inglese, tanto la FG l’inglese lo legge tranquillamente, nella versione inglese c’è praticamente tutto!
La FG si è divertita molto per il fatto che, quando gli statisti erano carini, nel file che le sto preparando mettevo anche i ritratti!
La sera, visto che in TV, come al solito, c’erano solo scemenze o cose già viste, ci siamo sparate tre DVD su Giotto che avevamo acquistato alla mostra, per me un piacevole ripasso, per la FG una lezione aggiuntiva di Storia dell’Arte.

mercoledì 22 aprile 2009

Sillabari


Quando uno va a vedere uno spettacolo di e con Paolo Poli si aspetta di assistere a qualcosa che assomiglia da vicino ai fuochi d’artificio. In effetti, nonostante l’attore abbia ottant’anni, non ci ha deluso: ha tenuto la scena per due ore raccontandoci tante storie, un po’ tristi e un po’ ironiche, scritte da Goffredo Parise e rielaborate da lui. E’ incredibile come Poli riesca ad essere poliedrico, attraverso frenetici cambi di costume, ha interpretato tanti personaggi diversi, di ognuno ha messo in risalto carattere e personalità, cambiando intonazione della voce, gestualità e movenze. Ogni quadro è stato una sorpresa, con continui riferimenti ad un passato prossimo che è anche il mio e di Cat (che era a teatro con noi) così entrambe abbiamo seguito la scia dei ricordi della nostra infanzia e della nostra giovinezza.
La FG e un suo amico che era con noi, naturalmente, hanno assistito allo spettacolo con spirito diverso, i riferimenti al passato per loro erano storia e non hanno potuto recepirli nella loro interezza. Sono comunque rimasti affascinati da un artista eccezionale e multiforme che ci ha regalato emozioni forti e delicate, spunti di riflessione su una realtà ormai definitivamente chiusa, un po’ di nostalgia e infinita tenerezza.
Anche i giovani attori che affiancavano Poli sono stati assai bravi e le scene di Emanuele Luzzati erano un piacere per gli occhi. Uno spettacolo da dieci e lode. Come da dieci e lode è stata la conferenza che Poli ha tenuto ieri pomeriggio al teatro Eliseo. In realtà non è stata una conferenza ma un altro splendido spettacolo. Per un’ora e mezzo l’attore ha parlato a ruota libera, eludendo abilmente le domande del moderatore e del pubblico, straripando in un incontenibile monologo brillante e coltissimo. Ha vagato tra i classici della letteratura italiana, francese e inglese, ha compiuto irresistibili incursioni nel costume di ieri e di oggi, ci ha regalato sprazzi della sua vita e del suo passato, usando un linguaggio talvolta elegantissimo talvolta da taverna ma, anche quando usa termini più idonei ad un angiporto che ad un teatro, lo fa con una tale grazia e con quel suo irresistibile accento toscano che lo spettatore ne resta incantato, proprio com’è successo a me e alla FG che è diventata una sua fan sfegatata.

venerdì 17 aprile 2009

Edizione straordinaria


Ho letto sul Televideo una notizia che mi ha fatto riflettere: I giornali italiani avrebbero avuto una diminuzione delle vendite del 100%.
La notizia è strana; io in matematica non sono tanto brava ma mi pare di ricordare che 100% significhi “il totale”, cioè tutto, il che significherebbe che i giornali non vendono più neppure una copia! Io, però, in edicola i giornali li vedo, comunque, diamo la notizia per vera e chiediamoci perché gli italiani non comprino più giornali.
Sarà l’effetto della crisi economica: uno pensa:”Risparmiamo sui giornali e guardiamoci i telegiornali che tanto il canone Rai lo dobbiamo pagare, oppure leggiamo i giornali on-line che tanto abbiamo Internet free” ma io credo che ci sia anche un’altra ragione, forse più grave.
Il fatto è che a molti di noi sembra che i giornali, i telegiornali, anche i televideo dicano tutti soltanto quello che vuole il potere.
Mi spiego: quando ero giovane c’era il pluralismo dell’informazione, c’erano i giornali di partito che esprimevano l’ideologia loro, se compravi L’Unità, sapevi che leggevi un giornale comunista, Il Popolo era dei democristiani e così via. Poi c’erano i giornali cosiddetti indipendenti che spesso non lo erano affatto ma riuscivi, comunque, a capire da che parte stavano.
Oggi non è più così. Tutti dicono solo quello che il potere vuole che noi sappiamo. Prendiamo il terremoto come esempio. Io ho cercato notizie scientifiche, volevo sapere l’intensità delle scosse, l’epicentro, le previsioni sullo sciame sismico, le condizioni delle faglie. Inutile. Tutte le mie ricerche hanno dato risultati miserrimi.
In compenso tutti i giorni gli organi di informazione ci fanno vedere uomini del potere che stringono mani ai terremotati, sorridono benevoli (che ci sarà da sorridere?), rassicurano che si ricostruirà subito e bene (con quali soldi? Questo non lo dicono ma noi poveri disgraziati che paghiamo le tasse lo abbiamo capito da soli), ci dicono che siamo usciti dall’emergenza (intanto le scosse continuano, la gente sta nelle tende piene d’acqua e, spesso, non ha cibi caldi o la possibilità di lavarsi. Mi chiedo quale sia l’emergenza dalla quale siamo usciti)
Quello che non vediamo mai è la realtà della gente d’Abruzzo, ci sarà pure qualcuno che, invece di stringere tutto contento la mano al potente di turno, lo manda a quel paese in varie forme e modi!
L’informazione è ormai così appiattita e succube del potere che, quando si leva qualche voce fuori dal coro (vedi Annozero), si ha l’impressione che i giornalisti lo facciano più per avere audience e successo che per reale convinzione.
E allora?
Allora succede che uno non solo non compera più i giornali ma si rifiuta anche di vedere i notiziari TV, si estrania dalla menzogna e non partecipa, il che è sbagliatissimo ma non ci sono alternative al momento.
Ci vorrebbe un’informazione che dica la Verità vera; purtroppo, ogni volta che penso alla Verità mi viene in mente Pirandello e il personaggio di Lamberto Laudisi nel Così è (se vi pare)che ironicamente si chiede quale sia la Verità.

mercoledì 15 aprile 2009

Mostre, mostre


In questo periodo ho visitato tre mostre bellissime, un vero piacere per gli occhi.
Mercoledì scorso, con la FG, sono andata a vedere le opere di Beato Angelico, un pittore toscano che adoro.
Era un’anteprima e abbiamo avuto una guida bravissima che ci ha illustrato soprattutto le novità rinascimentali di fra’ Giovanni da Fiesole. Le opere in mostra erano di alto valore e me le sono gustate mentre la FG prendeva appunti forsennati, lei deve sostenete un esame su Beato Angelico e la mostra è curata dal professore che la interrogherà, dunque non solo ha preso appunti ma sta anche elaborandoli al computer in un lavoro enorme.
Lunedì, con la FG e Cat, sono andata a Villa Torlonia per la mostra sui manifesti pubblicitari italiani dagli anno Venti agli anni Quaranta. Bellissima. C’erano opere dei maggiori cartellonisti dell’epoca, realizzazioni dalla grafica innovativa, soluzioni originalissime ed efficaci, nei più antichi era evidente l’influsso del Futurismo e delle avanguardie. Mi è piaciuta da impazzire.
Dopo la mostra abbiamo visitato la villa e la palazzina che io già conoscevo, per Cat invece è stata una novità, lei non l’aveva ancora vista dopo il restauro.
Ieri siamo andate a visitare la mostra sui Futuristi.
La bellissima sorpresa è stata che c’era poca gente, quindi abbiamo potuto goderci le opere esposte con calma e senza doverci infuriare con i soliti maleducati.
Anche qui le opere erano pregevoli, c’erano veramente tutti da Carrà a Severini, da Boccioni a Balla e poi gli stranieri che hanno influenzato o sono stati influenzati dal Furturismo.
Il Futurismo è stato un fenomeno tutto italiano, nel senso che gli artefici erano tutti italiani ma la città nella quale loro si sentivano a casa era Parigi e a Parigi sono entrati in contatto con le avanguardie, coi Dada, i surrealisti, Picasso.
C’era nelle opere esposte la tensione giovanile, l’aspirazione al cambiamento, al superamento di un’estetica comunque legata a stilemi classici. C’era la voglia di andare oltre, di uscire dall’etica dell’Italietta giolittiana, tanto solida ma tanto noiosa.
Il Futurismo è, più che espressione artistica, movimento etico, ansia di rinnovamento; certo, poi tutto si è risolto in fallimento, la prima guerra mondiale ha cancellato l’Italietta ma anche tanti giovani intellettuali, morti al fronte o disillusi dagli eventi. Poi è finita come è finita: vent’anni di dittatura hanno pietrificato l’Italia e cancellato la cultura come libera espressione della tensione morale.
Nelle opere della mostra c’era tutto questo, c’era la ricerca di quei giovani, la volontà di cambiamento, c’era la Giovinezza, in ultima analisi c’era l’Utopia, irrealizzabile ma affascinante, di tutti i ragazzi di un tempo: quella di cambiare il mondo.

sabato 11 aprile 2009

Frittata coi carciofi


Ieri Cat è arrivata e oggi sono andata da mamma per pranzare con lei e mia sorella.
Oggi è vigilia, io non sono tanto religiosa ma mia mamma si e,ovviamente, oggi mia mamma non ha cucinato carne.
Anche perché io, già da tempo, le avevo chiesto di farmi una delle sue mitiche frittate, senza cipolla.
Delle frittate di mamma vi ho già parlato ma quella di oggi era decisamente super e merita un post apposito.
Mentre mamma cucinava io e Cat siamo andate a fare alcune spese. Quando siamo tornate a casa, Cat si è defilata, cosa che sa fare benissimo a causa di un pluridecennale allenamento a scansare le faccende domestiche quando c’è qualcun altro che le fa.
Io ho aiutato mamma, ho preparato le fragole e ho lavato pentole e tegami mano mano che mamma finiva di usarle. Mamma mi diceva di lasciar perdere e che avremmo lavato tutto alla fine del pranzo ma io non riesco a mangiare tranquillamente se non ho intorno un ambiente pulito e ordinato.
Ci siamo messe a tavola, io ho aspettato che mamma e Cat prendessero la loro porzione di frittata poi mi sono presa tutta quella che è restata, cioè tanta tra le risate di quelle due che mi hanno chiesto da quanto tempo non mangiassi. Ho risposto loro che io la frittata di mamma me la sogno pure di notte e quando ho l’occasione di mangiarla non mi tiro certo indietro.
Oltre alla frittata c’erano funghi e carciofi in padella che meritavano un assaggio, infatti ho assaggiato.
Insomma siamo state bene a pranzo e anche dopo, quando io e Cat abbiamo cercato di istruire nostra madre, piuttosto refrattaria, circa l’uso del nuovo cellulare che le abbiamo regalato (idea, in verità balzana, di mia sorella).
Nel pomeriggio io e Cat abbiamo fatto una passeggiata. Meglio: io ho fatto una passeggiata, Cat ha fatto shopping, si è comprata un paio di scarpe e dei pantaloni (domani mi racconterà i commenti della genitrice).
Prima di riaccompagnare Cat all’autobus ci siamo sbafate una bella granita doppio gusto: pistacchio e cioccolata per Cat, pistacchio e fico d’india per me.
Un bel modo per trascorrere una giornata di vacanza.

mercoledì 8 aprile 2009

Adelchi e il terremoto


Domenica mattina mi sono svegliata con il raffreddore, a forza di pulire casa a finestre aperte era inevitabile. Comunque, il pomeriggio, armata di fazzoletti, sono andata a vedere una lettura-concerto dell’Adelchi di Manzoni, scortata da una FG con la tipica espressione da “Ci vengo solo per farti contenta, io Manzoni lo odio.”
Alla fine la FG aveva cambiato faccia: a parte le solite signore maleducate che avevano chiacchierato per gran parte dello spettacolo, alla FG era piaciuto Tutto! Il testo del sommo scrittore, la recitazione, le musiche, soprattutto i timpani che battevano ossessivamente un’aria di guerra e distruzione, insomma, la FG era entusiasta anche più di me, il che è quasi impossibile, io amo Manzoni e Adelchi in particolare.
Certo, dopo che uno ha letto Hugo o Balzac, in francese, può trovare il linguaggio manzoniano pesante e farraginoso ma i francesi una lingua francese ce l’avevano e da mille anni, Manzoni, come Dante a suo tempo, la lingua se l’è dovuta inventare ed entrambi, rispetto ai loro contemporanei, hanno fatto miracoli. Se non mi credete andate a leggervi Pellico o Tommaseo, contemporanei del Manzoni e poi ditemi se non ho ragione!
La FG ha concluso la serata uscendo con degli amici e fermandosi da loro a dormire, io sono tornata a casa.
Alle tre e mezzo mi sono svegliata in un letto che sembrava una barca nella tempesta, il terremoto si sente benissimo se abiti ad un piano alto. Non mi sono spaventata, in fin dei conti so come ci si comporta in caso di emergenza, a scuola ci fanno corsi su corsi nel settore (ricordate, ragazzini, alunni miei, applicate le procedure in qualunque luogo vi troviate).
Ho aspettato che il letto smettesse di tremare poi mi sono alzata e ho provato a chiamare la FG, il suo cellulare squillava ma lei non ha risposto, non mi sono preoccupata, la FG quando dorme, dorme davvero, neanche le trombe del Giudizio universale potrebbero svegliarla, allora ho chiamato la FI dicendole di alzarsi, lei mi ha chiesto perché, le ho risposto che se ci fosse stata un’altra scossa avremmo dovuto cercare di raggiungere il piano terreno. La FI mi ha risposto testualmente:” Va bene, se c’è un’altra scossa mi chiami e io mi alzo” e ha continuato il suo sonno beato.
Pensavo di dover tranquillizzare le fanciulle spaventate e quelle non si erano accorte di nulla!
Che altro dovevo fare? Mi sono accesa una sigaretta e sono andata a smanettare sul digitale terrestre alla ricerca di notizie che non c’erano. Poi me ne sono tornata a dormire anche io.
La mattina dopo ho chiamato mia mamma che,invece, mi ha dato tanta soddisfazione: lei sì che si era svegliata (io non l’avevo chiamata al momento perché non volevo agitarla nel caso dormisse) e si era così spaventata che la mattina dopo era ancora nel panico. L’ho fatta parlare a lungo e l’ho, spero, un po’ calmata.
Ieri sera altra scossa forte, ero al computer, la FG si è un po’ agitata, ho calmato lei e poi ho chiamato mia madre che ci sta facendo l’abitudine e sembrava tranquilla, la FI era fuori e ha chiamato lei per dire che stava bene.
Le notizie sono arrivate e sono terribili: i morti, le distruzioni, la sofferenza ci riportano bruscamente dalla letteratura alla cruda realtà, Adelchi muore ma rinasce ogni volta che noi leggiamo la sua storia, la gente d’Abruzzo è morta per davvero.
Stavolta non è colpa dell’uomo: non è stata la guerra, non sono state la viltà e la crudeltà, il desiderio di potere o di ricchezza, Stavolta la Natura ha fatto tutto da sola e a me, che sono incorreggibile, viene in mente “La ginestra” di Giacomo Leopardi: davvero siamo formiche, pensiamo di poter dominare la nostra vita, a volte alcuni di noi si credono Dei ma tutti siamo piccoli esseri di fronte alle forze smisurate e imponderabili della natura.

sabato 4 aprile 2009

Vacanze?!


Sono ufficialmente in vacanza da oggi.
Oddio, forse dire che sono in vacanza è un leggero eufemismo. Oggi ho passato dodici ore, dico dodici, a pulire casa mia. Veramente è da lunedì scorso che mi si è scatenata la sindrome da “Cesira lava e stira” che periodicamente mi affligge con conseguente uso di detergenti e spazzoloni. Questa volta abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra: la FI ha lavato finestre, quadri e lampadari, la FG, come sempre, si è presa curo degli innumerevoli soprammobili e io ho lustrato mobili e librerie, lavato e stirato tende e tappezzerie varie, riportato mattonelle al loro colore originale, sgrassato elettrodomestici e radiatori.
Adesso casa mia splende e profuma che sembra una casa delle pubblicità, nemmeno Mastro Lindo avrebbe potuto far meglio ma che fatica!
Voi vi chiederete:” Ma perché non chiami una signora che faccia le pulizie al posto tuo?”
Per un sacco di ragioni: intanto le signore che fanno le pulizie hanno parcelle più esose di un cardiochirurgo di fama mondiale, poi, forse, le signore che fanno le pulizie puliranno bene casa loro ma io, tutte le volte che in una crisi di follia ne ho fatta venire qualcuna, sono rimasta insoddisfatta. Sono una perfezionista io, le cose o si fanno alla regola dell’arte o non si fanno proprio! Il motivo inconscio, però, che mi spinge ad affrontare una settimana di fatica straordinaria è probabilmente che mi piace farlo: questa è casa mia, la casa che amo, l’unico posto dove mi sento veramente al sicuro dalla stupidità del mondo, mi piace prendermene cura, con attenzione e precisione. Così stasera la mia casa è un gioiello splendente di pulito e io sono soddisfatta anche se ho tutte le ossa rotte e i muscoli indolenziti che mi ci vorranno dieci giorni per rimettermi in sesto: esattamente la durata delle mie vacanze, durante le quali dovrò anche lavorare per montare i lavori dei miei alunni in un prodotto informatico ma almeno questo posso farlo da seduta.
Farò anche cosa bellissime: visiterò mostre, andrò a teatro e mi divertirò con Cat che arriva venerdì.
Almeno spero di divertirmi e di fare cose piacevoli, se il mio fisico regge e se le condizioni metereologi che ci aiutano, qui piove ed è normale: tutte le volte che lavo i vetri viene giù il diluvio e me li risporca tutti, che Giove Pluvio ce l’ abbia con me?!

mercoledì 1 aprile 2009

La famiglia dell’antiquario

Dopo l’Amleto di Shakespeare ci voleva qualcosa di più leggero, così domenica io e la FG siamo andate a gustarci una deliziosa commedia di Goldoni al teatro Argentina, La famiglia dell’antiquario.
La storia non ve la racconto ma vi consiglio vivamente di andare a vedere lo spettacolo che non solo è bello del suo ma è anche ben recitato, con buon gusto e leggerezza tipicamente goldoniani.
Io adoro le opere del Carlin Goldoni da sempre, ne ho anche recitate alcune e di altre ho curato la regia per delle messe in scena scolastiche, una la mettemmo in scena io e mia sorella Cat con le marionette, eravamo al liceo e facemmo uno spettacolo per i nostri compagni di scuola, scegliemmo “La vedova scaltra”, registrammo tutte le parti, cambiando voce per ogni personaggio, non fu semplicissimo visto che eravamo in due a dover recitare una quindicina di parti! Ci divertimmo tantissimo.
La messa in scena della Famiglia dell’antiquario non è del tutto filologica, nel senso che il testo è assolutamente rispettato ma il regista, ad ogni cambio di scena, fa entrare i personaggi con abiti sempre più moderni e ogni volta introduce una sedia di design più nuovo, dallo stile settecentesco a quello romantico, poi belle epoque, liberty, fino al moderno, un modo delicato e originale per attualizzare la vicenda che mi è piaciuto moltissimo e, stranamente, è piaciuto anche a quella severa conservatrice (almeno in materia teatrale) della FG.
Goldoni più lo vedo e più lo amo, ha il potere di riconciliarti con la vita, non mette mai in scena personaggi malvagi, i suoi “cattivi” in realtà sono solo stupidi e c’è sempre un personaggio intelligente e saggio che sistema le cose.
Lo so che nella realtà non è così, lo so che nel mondo reale sono gli stupidi a vincere ma ogni tanto è piacevole dimenticarsene e passare una domenica pomeriggio utopicamente serena.
Tanto, poi, il giorno dopo è lunedì e la realtà uno non se la può proprio risparmiare, magari, però, dopo aver giocato con i personaggi del sior Carlin, la affronta con maggior distacco!