Il naso di Cyrano: aprile 2012

domenica 22 aprile 2012

Week end di studio


Con l’indistruttibile FG ho trascorso il fine settimana ad un Convegno di studio sull’insegnamento della lingua italiana agli straneri e sull’Analisi della Conversazione.
Per me, molte cose erano nuove ed interessanti, le relazioni mi hanno incuriosito e mi hanno offerto molti spunti di riflessione e non solo per l’insegnamento ai ragazzi non italiani. Ho seguito anche due laboratori, uno un po’ noioso sui pronomi e l’altro, interessante, sui modi di mostrare, a livello verbale e non, i propri sentimenti; nel secondo ci hanno fatto simulare delle situazioni, io dovevo fare un personaggio famoso che, intervistato, si infuriava con l’intervistatore, ho scelto di recitare la parte della grande scienziata Rita Levi Montalcini, i miei compagni si sono divertiti, in effetti non mi è stato difficile, le domande della “giornalista” erano davvero irritanti e io mi sono inquietata per davvero!
Sono state due giornate intense e ho immagazzinato molti input che mi saranno utili per il mio lavoro ma… che stanchezza! Stasera sono distrutta dalla fatica! Eppure a me piace tanto imparare cose nuove, mentre tornavamo a casa mi è venuto da pensare a quanto devono faticare i miei poveri alunni che, oltretutto, odiano imparare. Mentre pensavo a questo, nei meandri della stazione della metropolitana, mi sono persa la FG, tutto ad un tratto mi sono ritrovata sola. In preda alla sindrome di Pollicino, sono andata dagli addetti al servizio che mi hanno tranquillizzata e hanno chiamato con l’altoparlante la figlia, la quale in quel momento è sopraggiunta, lei in preda alla sindrome  di Bambi ed alquanto spaventata per la mia sorte.

Finalmente ricongiunte, abbiamo preso la metro e siamo arrivate sane e salve a casa.

sabato 14 aprile 2012

Tra mostre e teatro

In questi giorni Cat è a Roma e, come al solito, abbiamo organizzato un ricco programma di attività.

Siamo andate a visitare la mostra di Salvador Dalì al Vittoriano e ci è piaciuta parecchio: le opere in mostra erano molte, tutte affascinanti ed inquietanti; Dalì riesce a stregare sempre, è provocatorio ed arrogante, basti pensare alla celebre frase:” La differenza tra i surrealisti e me è che io sono surrealista”, egocentrico e presuntuoso ma, non ce che dire, è un genio, si può trovarlo antipatico, anche odioso ma, alla fine, si rimane catturati dalla sua pittura.

La mostra su Mirò, invece, ci ha un po’ deluse: c’erano poche opere e non le più significative, per di più siamo incappate in una famiglia con figli maleducatissimi perciò ce ne siamo andate piuttosto velocemente, ci siamo consolate con il bel cielo di Roma e con un gelato fantastico, mangiato mentre passeggiavamo per le vie del centro.

Ieri, nonostante il diluvio che si è abbattuto sulla città, siamo andate a Palazzo delle Esposizioni, abbiamo visto la bella mostra sulle avanguardie pittoriche del Guggenheim, divertendoci ad immaginare mondi dentro le opere astratte e ricordando i tempi della nostra giovinezza, che erano quelli delle opere esposte; abbiamo anche visto la mostra fotografica di Arturo Ghergo, il fotografo delle dive e delle dame, una mostra bellissima, in bianco e nero le fotografie raccontavano cinquant’anni di storia del costume.

Dopo uno spuntino, siamo andate all’Eliseo a vedere Così è (se vi pare) di Pirandello, con Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio, una bella messinscena che non mi ha fatto rimpiangere quella sublime che vidi da ragazza, con la regia di Giorgio De Lullo e l’interpretazione strepitosa di Rina Morelli, Paolo Stoppa e Romolo Valli. Due letture diverse ma ugualmente pirandelliane, la Lojodice ha offerto una signora Frola dolorosa ma combattiva, meno fragile di quella della Morelli ma affascinante, Virgilio è stato un Laudisi luciferino quasi quanto lo fu Valli, Micol ha interpretato un signor Ponza troppo depresso, non so se per sua scelta o per quella del regista, non mi ha convinto, l’interpretazione di Stoppa era sicuramente più aderente al carattere del personaggio così come fu creato da Pirandello.

Comunque, nell’insieme, è stato uno spettacolo notevole, anche a Cat è piaciuto.

Domani Cat riparte ma non sono dispiaciuta come al solito perché tra pochi giorni, alla fine del mese, andrò io a Torino da lei e anche là avremo occasione di divertirci, di vedere cose belle e di mangiare cose buone.

domenica 8 aprile 2012

La cena dei cretini

Venerdì sera siamo state a teatro a vedere la Cena dei cretini, gradevolissima commedia interpretata da Gaspare e Zuzzurro.
Ho riso fino a che mi è venuta la tosse e ho continuato a ridere pure dopo.
A parte il fatto che lo spettacolo faceva anche riflettere, perché non è detto che quelli che si credono intelligenti lo siano poi veramente, i personaggi sono di un umorismo travolgente, tutti anche quelli minori.
Gaspare ha dato vita magistralmente ad un presuntuoso, pieno di certezze illusorie, egoista ed egocentrico che, alla fine, vede scardinate tutte le sue certezze, Zuzzurro è stato un “cretino” meraviglioso, casinista, confusionario, apparentemente superficiale ed invece pieno di profonda umanità. Il controllore delle tasse, personaggio attualissimo, era perfido e subdolo quanto bastava, l’amico tradito dal protagonista vagava tra la cretineria e l’intelligenza, sperduto tra l’amicizia e la rivalsa, le due figure femminili, interpretate dalla stessa attrice, rappresentavano due aspetti della femminilità che particolarmente amo: la libertà e la dedizione, solo che alla fine non riuscivi più a capire chi cercasse la libertà e chi l’amore e questo mi è piaciuto molto: noi donne raramente siamo a senso unico, al contrario di molti uomini, noi abbiamo infiniti mondi dentro, aneliti di libertà, bisogno di amare, desiderio di vendetta, disponibilità al perdono.
Tutto questo ci è stato regalato dagli attori attraverso una recitazione ed una gestualità calibrata al millimetro, in certi momenti sembrava di assistere ad una perfetta partita di tennis, gli interpreti si lanciavano le battute con tempismo perfetto. Il pubblico non poteva non ridere. E’ stato uno spettacolo assolutamente delizioso, realizzato con una maestria che presuppone una lunga pratica teatrale, una magistrale prova d’attore che i due interpreti principali ma anche gli altri hanno sostenuto da maestri.

domenica 1 aprile 2012

Maman téchnologique

Come già saprete, miei cari 24 lettori (uno meno di quelli di Manzoni e mi pare giusto), io, nonostante una rigida educazione arcaizzante e una formazione classica, sono affascinata dalle nuove tecnologie.

Adoro computer, reader, cellulari, riproduttori di musica e quant’altro.

Tutti questi meravigliosi marchingegni, però, non sembrano molto affascinati da me: o si rifiutano di fare quello che io chiedo loro o, addirittura, qualche volta esplodono; ebbene si, io ho anche questo potere: fulminare apparecchi elettronici e, occasionalmente, anche elettrodomestici.

A parte ciò, in genere riesco ad ottenere dalle apparecchiature quanto mi serve.

La FG è, naturalmente, al corrente di questa mia passione; lei non la condivide, usa l’elettronica perché non ne può fare a meno ma la cosa non sembra divertirla; a sentir lei per ascoltare musica preferirebbe il vecchio grammofono a tromba, dice che è poetico!

Ieri mattina, mentre vagavo nelle nebbie da risveglio del sabato (io il sabato non vado a scuola ma devo lo stesso fare 100.000 cose, solo che non riesco a svegliarmi, mi alzo ma non sono sveglia), la FG mi ha detto qualcosa a proposito di file musicali che le avevo chiesto.

Io, pur non avendo capito nulla di quanto mi aveva detto (camminavo dormendo), devo averle dato una qualche risposta perché lei ha continuato a parlare ma io, persa in qualche sogno che ancora mi girava nel cervello, questa volta non le ho risposto.

Mi sono svegliata, improvvisamente, sentendola mugugnare. Quando la FG mugugna io mi preoccupo e mi sveglio, in effetti la FG mugugna spesso, spessissimo, sempre! Anche perché ne ha ben d’onde.

Questa volta però non ne aveva proprio ragione: cosa mugugnava la FG? Le parole esatte sono queste: “Questa, quando si perde dietro alle tecnologie, non la riacchiappi più!”.

E qui si sbagliava! Io non ero persa dietro a qualche tecnologia di riproduzione audio, io stavo ancora dormendo!

Quando l’ho detto alla FG, lei non ha risposto nulla, mi ha guardato con malcelato disprezzo, ha tirato fuori la caffettiera e, benché mi avesse già portato a letto un caffè, ne ha messo su un altro, nella vana speranza che io tornassi su questa terra, cosa che ho fatto ma circa due ore dopo.