Il naso di Cyrano: aprile 2008

martedì 29 aprile 2008

Passeggiate romane


Io cammino sempre volentieri, soprattutto quando posso guardare cose belle e non mi accorgo della stanchezza, Cat invece non è tanto abituata a camminare ma in questi giorni sta macinando chilometri, un po’ perché le va di ripassarsi i panorami romani e un po’ perché le piace fare shopping.
Io e Cat abbiamo un concetto molto diverso dello shopping: per esempio, io esco con l’ idea di comprarmi un paio di scarpe blu, giro, se vedo delle scarpe che mi piacciono le compro, Cat esce, invece, per comprare un paio di scarpe beige, sfoderate, con fibbia sul lato, con tacco di tre centimetri, alto, di cuoio, gira tutti i negozi del centro e, naturalmente, non le trova.
Così, ieri, nel primo negozio che abbiamo esplorato, io mi sono comperata un delizioso paio di mocassini blu e lei, dopo due giorni di pellegrinaggio nei negozi di calzature del centro di Roma, non ha ancora trovato le scarpe che cerca.
Però lei è contenta lo stesso perché le fa piacere andare a spasso con me e perché oggi siamo andate a vedere una mostra sulla pittura dell’ Ottocento in Italia.
In effetti c’ erano dei dipinti assai belli, soprattutto ci siamo incantate davanti ai quadri dei macchiaioli toscani e di Giovanni Boldini, pittore che io adoro. Certo, la mostra su Renoir ci è piaciuta di più, su questo io e Cat siamo assolutamente d’ accordo ma anche oggi è stata una giornata di piacevole bellezza anche se il tempo non è tanto bello e su Roma incombe un cielo di tipo parigino che mette tristezza ma domani, dice il meteo, tornerà il sereno.

domenica 27 aprile 2008

Ancora bellezza


Anche oggi ho passato una bellissima giornata.
Stamattina, con Cat, siamo andate a vedere la mostra di Renoir al Vittoriano.
C’ erano un centinaio di quadri davvero belli: ritratti, paesaggi, nature morte, tutto pieno di colori, tutto pieno di luce, quei colori e quella luce che piacciono a me, reali eppure pieni di sogno. Renoir sa cogliere la bellezza della natura, delle cose e delle persone e la descrive col rosa, col verde, con un’ infinità di azzurri che ti prendono e ti trasportano in un mondo altro, fatto di purezza.
Poi abbiamo fatto una passeggiata al foro romano, sotto un cielo così azzurro che sembrava di stare dentro una terracotta dei Della Robbia, un cielo che soltanto Roma sa regalare a chi alza gli occhi in su in una mattinata di fine Aprile. Abbiamo anche visitato la Casa dell’ imperatore Augusto dove siamo state accolte da affreschi strepitosi, nelle stanze aperte al pubblico il rosso pompeiano stordiva per quanto era intenso, un vero godimento, un piacere per il cuore e la mente.
Nel pomeriggio ancora rosso: il rosso delle Ferrari, che con una doppietta inevitabile, hanno guadagnato il primo posto nelle classifiche marche e piloti.
Insomma, ho trascorso una giornata coloratissima che si è conclusa con la videochiamata alla FG che è il mio arcobaleno, nel senso che le voglio tanto bene e che mi manca tanto.
Mi ha raccontato che è stata a visitare il parco di Versailles e che a Parigi il cielo è grigio, non ho avuto il cuore di raccontarle lo strepitoso azzurro che avvolge Roma, le sarebbe venuto un attacco fulminante di nostalgia, le ho raccontato tutto il resto, Ferrari compresa ma questo lo sapeva già, i suoi amici parigini glielo avevano comunicato ed erano parecchio invidiosi perché le Renault oggi sono andate malissimo, ritirate tutte e due!!

sabato 26 aprile 2008

La bellezza


Oggi ho trascorso una bellissima giornata, a parte gli occhi irritati che con tingano a lacrimare.
Abbiamo festeggiato Cat che è arrivata ieri a Roma, io, mia madre, la FI e mio fratello con sua moglie.
Siamo andati a pranzo in un ristorante carino e poi le abbiamo dato il regalo che le avevamo preparato: un computer portatile, corredato di borsa e accessori.
Cat non se lo aspettava, siamo riusciti a mantenere il segreto fino all’ ultimo, così la sorpresa è riuscita proprio bene, lei, per un momento è rimasta senza parole, poi ci ha rimproverato di aver speso troppo ma non ha insistito molto, credo che fosse troppo contenta, così le abbiamo fatto vedere i programmi che la FI aveva istallato, le è piaciuto soprattutto il desktop, ci abbiamo messo un micio con gli occhini azzurri.
Anche il biglietto che avevo fatto al computer le è piaciuto, era pieno di gatti!!!
Stasera sto ascoltando dei brani dalla Turandot di Puccini che sono pieni di bellezza, come gli occhi di Cat quando ha visto il regalo e come i nostri quando abbiamo compreso che le era piaciuto.
Insomma ho avuto una giornata piena di bellezza, il che non è poi così comune

giovedì 24 aprile 2008

Vacanze


Finalmente qualche giorno di riposo!
Ne ho proprio bisogno, come tutti, credo.
Questa volta non andrò a Parigi. Ne ho abbastanza di quell’ orrenda città e la FG la vedo tutte le settimane con la webcam. Viva la tecnologia!
Stavolta a Parigi ci mando la FI che non c’ è mai stata. Così lei si vede la ville lumiere, la sorella sta in compagnia e io posso restarmene a Roma.
Domani a Roma arriva Cat, starà parecchi giorni e spero che riusciremo a vederci qualche mostra, ce ne sono un paio interessanti. Magari andremo anche al cinema e a fare shopping. Cat adora fare shopping in centro, io un po’ meno ma poi non è che mi dispiaccia. Speriamo soltanto che il tempo sia clemente e che la salute ci assista.
In effetti tra influenze (di Cat ) e sinusiti, trigemini e allergie varie ( tutte mie ) non abbiamo passato un periodo entusiasmante e non è neppure finito, io da due giorni sono costretta a portare gli occhiali da sole anche di notte, infatti l’ allergia mi ha procurato una crisi di fotofobia da manuale, lacrimo anche davanti alla luce di una candela, figuratevi come sto scrivendo adesso al computer, ho due occhi da batrace che mi fanno sembrare una ranocchia e non ho nessuna speranza di trovare un principe che mi baci e mi faccia tornare umana.
A proposito, io quella fiaba l’ ho sempre trovata incredibile: chi mai si sognerebbe di baciare una rana? Io proprio no.
Così mi tengo gli occhi a palla e pazienza, mi dispiace solo che fatico a leggere, provateci voi se vi riesce, io non demordo e continuo a leggere, ho un mucchio di libri nuovi sul mio comò e non so resistere ma ogni poco devo fermarmi per asciugarmi le lacrime, anche se leggo storie divertenti.
L’ ultimo libro che ho letto si intitola “L’eleganza del ragno” di Muriel Barbery è bellissimo, ve lo consiglio anche se è un po’ difficile, vi consiglio anche, visto che siamo in argomento, “Leggere” di Corrado Augias, “Achille pié veloce” del grande Stefano Benni e “La zia marchesa” di Simonetta Agnello Hornby, sono quattro libri piacevolissimi e ricchi di spunti per pensieri profondi. Sono comunque libri per persone grandi, non per i ragazzini. Gli occhi sono ormai due fontane e devo smettere di scrivere altrimenti allago lo studio, a presto.

domenica 20 aprile 2008

Leggere


In questi giorni ho letto un piccolo libro di Corrado Augias che si intitola “Leggere”.
Ci sono tanti spunti sui quali riflettere, è un libro scritto da un lettore, specie particolare, in via di estinzione, forse.
Attenzione!!!! E’ un libro per gli adulti, non va bene per i ragazzini e non perché le riflessioni proposte non siano adatte anche a loro, il fatto è che l’autore riporta brani di alcune letture che egli ha amato e non sempre i brani sono adeguati ad un pubblico adolescente.
Tra i tanti pensieri che mi sono piaciuti c’è questo: “Noi siamo abituati a dare a parole come “silenzio” e “solitudine” un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell’ essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora “ogni affanno””.
Io credo che ognuno di noi abbia un mondo “dentro”. Poi c’è il mondo “fuori”, quello degli altri e poi c’è il “ mondo dei libri”. Anzi, ci sono tantissimi mondi dei libri e ognuno di noi può scegliere quello o quelli che gli piacciono di più.
Quando il mondo “fuori” non corrisponde, non “riverbera” con il nostro “dentro” possiamo andarcene nei mondi dei libri, tuffarci in una realtà altra, realissima anch’ essa per noi e consolatoria, rassicurante, piacevole.
Poi, quando il nostro spirito è rasserenato, chiudiamo il libro e ricominciamo la lotta quotidiana, sicuri che, la sera, prima di andare a dormire, ci aspetta un volume che ci regalerà altri momenti di felicità.

sabato 19 aprile 2008

Nonna!!!


M. è diventata nonna!
Mi sembra così strano.
In effetti non c’è nulla di strano: una ha un figlio, il figlio si sposa e, a sua volta ha una figlia.
Il fatto è che M. è una delle due mie migliori amiche ed anche la mia compagna di banco delle Medie.
E io sono rimasta là. Voglio dire che, quando penso a M., io la rivedo com’ era a dodici anni, col grembiule nero e il colletto bianco.
Diventammo subito amiche, lei era una buonissima. Io no. Avevo un caratteraccio ( ce l’ ho ancora ma diverso da allora), lei sapeva sopportarmi e non gliene sarò mai abbastanza grata.
Facevamo i compiti insieme spesso, eravamo tutte e due abbastanza brave, lei aveva due problemi: la matematica e il disegno, io allora la matematica la capivo ancora e in disegno me la cavavo. Entrambe eravamo due asine in ricamo e lavori a maglia. I nostri sembravano la tela di Penelope, non finivano mai ed erano sempre orrendi.
Al liceo finimmo in classi diverse e ci perdemmo di vista.
Ci siamo ritrovate per caso, lei aveva un figlio di quattro anni, io la FI di pochi mesi; abbiamo scoperto che abitavamo vicinissime e abbiamo ricominciato a frequentarci.
M. mi è stata vicina nel momento più triste della mia vita e ha saputo, ancora, sopportarmi quando ero insopportabile perfino a me stessa.
Anche lei ha vissuto momenti dolorosi ma oggi è felice ( ed io con lei), ha parecchio da fare in questo periodo e non ci sentiamo molto, mi ha raccontato della nipotina con tanto entusiasmo ed eccitazione.
Da questo mio Blog io voglio fare le mie congratulazioni ad M., a suo figlio e sua nuora e augurare alla piccola F. tanta gioia, salute ed amore.

sabato 12 aprile 2008

Ieri, oggi, domani


Ieri: Il 23 agosto 1955 Giovannino Guareschi scriveva:”Purtroppo questi sono i giorni dei falliti, degli uomini senza idee; è l 'era dei demagoghi, dei politicanti, degli ipocriti che… stanno perpetrando la più orrenda ingiustizia; spersonalizzare l'individuo, ucciderlo per creare quel cretino medio alla cui mentalità la radio, la televisione e l'altra propaganda governativa vanno ogni giorno di più adeguando i programmi.”
Oggi 12 aprile 2008: Cinquantatré anni dopo non è cambiato nulla…
Domani:..
Il che non è bello ma, sicuramente istruttivo.

Fuori moda


Oggi vi regalo un brano che a me piace moltissimo sebbene sia proprio fuori moda.
E’ un testo che mi piace molto e che condivido con la FG che lo adora.
In realtà, le parole che vi offro le ho condivise con tanti altri che ho amato e che non sono più.
Sono parole di disarmante ingenuità, di spietata innocenza, di feroce onestà.
In questi nostri tempi, quindi, assolutamente fuori moda ma, forse, molto accettate non sono state mai.
Se non vi piacciono, pazienza, fate conto di non averle lette.


CIRANO
Orsù che dovrei fare?...
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e dell'ellera a guisa che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi, invece di salire per forza?
No, grazie!
Dedicare, com'usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri? Far l'arte del buffone
pur di vedere alfine le labbra di un potente
schiudersi a un sorriso benigno e promettente?
No grazie!
Saziarsi di rospi? Digerire
lo stomaco per forza dell'andare e venire?
Consumar le ginocchia? misurar le altrui scale?
Far continui prodigi di agilità dorsale?
No, grazie!
Accarezzare con mano abile e scaltra la capra
e in tanto il cavolo inaffiare con l'altra?
E aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No. grazie!
Progredire di girone in girone, diventare
un grand'uomo tra cinquanta persone,
e navigar con remi di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie!
Pubblicare presso un buon editore,
pagando, i propri versi? No, grazie dell'onore!
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali,
lasciarsi sbigottire dal romor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a mani tese:
Pur che il mio nome appaia nel Mercurio francese?
No, grazie!
Calcolare, tremar tutta la vita,
far più tosto una visita che una strofa tornita,
scriver suppliche, farsi qua e là presentare?
... Grazie, no! grazie no! grazie no!
Ma... cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
Aver l'occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un sì, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia più gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere, e poi
modestamente dirsi: ragazzo mio, tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia
pur che nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccoglia!
Poi, se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare la più piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e, disdegnando d'essere l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto
salir anche non alto, ma salir senza aiuto

mercoledì 9 aprile 2008

Bello e brutto


Stasera ho messo nel lettore CD un disco di musica barocca.
Sto ascoltando dei pezzi bellissimi, alcuni dolcissimi, altri allegri e ripenso a quello che è accaduto stamattina, a scuola.
Nella mia classe stanno succedendo delle bruttissime cose: alunni che si offendono tra loro, con parole orribili e stupide, ragazzi e ragazze che emarginano i loro compagni, atteggiamenti di malintesa superiorità, non si sa bene su cosa fondata, il tutto dietro un’ apparente, ipocrita e formale correttezza.
E’ il fallimento, totale e inconfutabile, del mio lavoro, che non consiste solo nell’ insegnare la grammatica ma anche e soprattutto nell’ educare i ragazzi a convivere e a rispettarsi.
Io, per prima, rispetto gli altri, sono un’ ottimista, forse un po’ scema, credo che in ogni altro ci sia del buono, penso che ognuno di noi possa dare qualcosa nella sua vita, magari non tutti diventano Manzoni o Mozart o Totti ma tutti possono concorrere a migliorare la vita e il mondo.
Ho sempre creduto che il rispetto per gli altri si insegni rispettando gli altri.
Ma, adesso, come posso continuare a rispettare dei ragazzi che discriminano i loro simili?
Non posso farlo, non sono in grado.
E non so neppure che fare.
Dovrei trovare nuove strategie educative ma quali? Al momento non lo so. Forse dovrei essere più severa, più dura ma servirebbe? O, forse, dovrei cambiare mestiere ma cosa potrei fare?
La musica continua e io sono sempre più confusa, come diceva don Camillo: “ho la testa piena di vento”, un vento che mi gela il cuore e la mente, un vento freddo e cattivo che non so come combattere.
Questa sera, in questa mia tristezza, le note si insinuano a cullarmi ma non riescono a consolarmi

sabato 5 aprile 2008

Io e Firenze


La FG dice che io Firenze la conosco come nessun altro. Non è vero, molti conoscono questa città meglio di me, i fiorentini, per esempio, almeno lo presumo.
Il fatto è che io amo Firenze, per me è la città più bella del mondo, altro che Parigi!!
Amo Firenze, la sua arte, la sua storia e tornarci è per me sempre un immenso piacere, ancora più grande se condiviso con qualcuno cui voglio bene.
Anche quando al seguito ho una ventina di ragazzini, anche quando ci vado per una “visita di istruzione” scolastica.
Come avverrà, appunto, la settimana prossima.
Sto preparando fanciulli e fanciulle alla visita, sto raccontando loro un po’ di storia di Firenze. Una storia in pillole, per la verità, perché di cose da dire ce ne sarebbero molte di più ma il tempo è un tiranno ben più spietato di Cesare o Napoleone e quindi devo sintetizzare; in genere ai ragazzini la storia non piace troppo ma quelli si stanno appassionando al mio racconto (magari non proprio tutti) e, non appena comincio, tirano fuori lo schema con l’ albero genealogico di Casa Medici (in verità un po’ complicato) e si dispongono a seguire con attenzione.
E io sono felice. Perché li vedo partecipi, perché posso condividere con loro una storia bellissima, una storia vera, fatta da uomini e donne, con i loro difetti e con i loro grandissimi pregi.
Quando racconto di Lorenzo, di Cosimo, di Caterina, degli artisti che loro protessero, delle opere che compirono e vedo i miei ragazzini attenti ad ascoltare penso che in questo sta il senso del mio mestiere: nel trasmettere loro l’ immenso valore della storia, dell’ intelligenza, della creatività.Magari, quando diventeranno grandi, alcuni di loro conserveranno il ricordo di queste lezioni e, forse, sceglieranno di seguire le orme di qualcuno di quei grandi che hanno incontrato per la prima volta nel mio racconto

mercoledì 2 aprile 2008

Cat, i libri e i numeri


Quando eravamo piccoli, io e mio fratello eravamo lettori instancabili e appassionati.
Cat invece no.
Non che non leggesse proprio, due o tre libri li aveva letti ma…sembrava proprio allergica alla carta stampata.
L’ ora di Lettere per Cat era una tortura, alle elementari e alle Medie sembrava prendere come un affronto personale, come un’ offesa sanguinosa i compiti di antologia e quelli di narrativa, in genere trovava odiosi tutti i compiti perché, in ogni caso, doveva leggere.
Gli unici compiti che Cat ha fatto volentieri in vita sua sono stati i compiti di matematica.
Al Liceo, ovviamente scientifico, era un mostro di bravura, risolveva i problemi seguendo diverse procedure, il suo professore di Mate era entusiasta di lei che aveva Dieci nella materia.
Io sono un po’ più grande di lei e,spesso, quando c’ erano i colloqui pomeridiani con i proff., mia madre mi pregava di accompagnarla, ci dividevamo gli insegnanti. Quello di Mate toccava sempre a me.
E figuratevi voi come mi vergognavo io quando, dopo che l’ esimio e severissimo insegnante aveva riversato su decine di disperati genitori “lamenti ed alti lai” (per dirla alla Dante Alighieri), dopo aver detto che ero la sorella di Cat, lui si illuminava in un ampio e finalmente soddisfatto sorriso e cominciava a tessere le lodi dell’ impareggiabile allieva, tra gli sguardi torvi e schifati degli altrui parenti.
Se a tutto questo aggiungete che io sono veramente allergica ai numeri, nel senso che anche una semplice addizione mi costa molta fatica, e se pensate che intanto tutti gli altri insegnanti illustravano a mia madre le carenze linguistiche della fanciulla, potete rendervi conto del surrealismo della situazione!
Il colmo lo toccò all’ Esame di Maturità quando risolse tutti i quesiti ( non ci riusciva quasi nessuno) e con varie procedure del Compito di Mate. La accompagnai all’ orale, Tutti i proff. ( allora erano esterni) si alzarono i piedi al suo arrivo e si congratularono con lei che, manco a dirlo, aveva preso il solito Dieci.
Poi Cat ha cominciato a leggere. Quando? Quando nessuno l’ ha più costretta. Aveva finito i suoi studi, mia madre e anche io ci eravamo arrese, in fin dei conti una non lettrice in famiglia non è poi una vergogna così grande, invece lei cominciò a leggere e ci ha preso gusto. Non legge tanto quanto me ma io sono notoriamente esagerata, mi faccio overdose di libri, lei è più morigerata ma legge e, spesso, mi consiglia dei volumi che ha letto, io li compro e li leggo e, devo dire, i suoi consigli sono sempre validi.
Io voglio molto bene a mia sorella e mi dispiace che viva in una città così lontana dalla mia ma, ancora oggi, ogni tanto, mi sogno quei colloqui con il suo prof. di Mate, mi risveglio e sono contenta che si sia trattato solo di un incubo