Il naso di Cyrano: aprile 2011

sabato 16 aprile 2011

Risorgimento!?

Stamattina, con l’inesauribile FG, siamo andate alla Galleria nazionale d’arte moderna per ripassarci i quadri risorgimentali. La FG deve fare un esame sull’argomento e mi ha chiesto un po’ d’aiuto perché io, modestamente sono stata cresciuta a “pane e Risorgimento” nel senso che, quando ero piccola, il substrato culturale era quello, con tutta la sua retorica eroica e buonista. Ovviamente, crescendo, ho imparato a leggere con senso critico gli ideali e le azioni e,pertanto, ho fatto la “tara” sugli aspetti mistificanti del fenomeno e definito su basi storiche realistiche gli eventi.

Stamattina, quindi, ho spiegato alla FG la storia dell’Unità su basi critiche effettuali, evidenziando la mistificazione che i politici parolai realizzarono su ideali alti e condivisibili.

Davanti al bronzetto che ritrae il diciannovenne Emilio Morosini morente, davanti al dipinto che illustra realisticamente il compianto sul giovane Luciano Manara morto mi sono trovata a provare una sottile e disperata angoscia: quei ragazzi “ci credevano”, credevano di fare una cosa grande: l’Italia unita, l’Italia della giustizia, dell’uguaglianza, dell’onestà.

Io spero proprio che non ci sia una vita dopo la morte, se c’è, quei poveri ragazzi saranno delusi, avranno scoperto di essere morti invano perché l’Italia che è venuta dopo la loro morte è quella di Crispi e di Depretis, poi quella di Mussolini, poi quella di oggi che farebbe ridere se non facesse piangere.

La FG ha condiviso la mia analisi e la mia tristezza, anche all’Università, tutti i giorni, deve fare i conti con la disonestà, la doppiezza, l’ignoranza e l’opportunismo del potere; anche lei sta isolandosi sempre più, seleziona ferocemente le sue amicizie e le sue frequentazioni, guarda al futuro con disincantato pessimismo.

Lo so, quello che sto scrivendo è triste e brutto: uno ai suoi figli vorrebbe dare speranze ma, quando le speranze non sono che illusioni, è meglio essere realisti, lo diceva anche Leopardi: le illusioni sono pericolose.

Non voglio fare della filosofia, disciplina che non ho mai capito a fondo e che mi sembra piuttosto inutile se non addirittura dannosa, non riesco a trovare un senso plausibile alla vita dell’uomo, almeno non in questo momento, non so quale possa essere il valore delle azioni delle mie figlie e dei miei allievi nella storia futura, spero (ma non mi illudo) che il loro operato costruisca un paese migliore.

Io, tenace quanto e più di Cyrano, continuo a combattere la mia donquihottesca battaglia quotidiana contro i mulini a vento. In fin dei conti, non so fare altro.

sabato 9 aprile 2011

Brecht

Concludere una settimana lavorativa con Brecht equivale ad un suicidio. Soprattutto se una sta assumendo antistaminici, come me, causa allergia. Gli antistaminici danno molta sonnolenza e io, ieri sera, ero stremata dalla fatica e dal sonno. Eppure sono andata a vedere “la resistibile ascesa di Arturo Ui” di Bertod Brecht.

Lo spettacolo è finito a mezzanotte ed ero finita anche io!

Intendiamoci, sono stata contenta di esserci andata: Brecht è un drammaturgo che offre sempre interessanti spunti di riflessione, gli attori hanno lavorato benissimo e la scenografia era affascinante. Il problema è che io arrivo al venerdì sera in stato di trance.

Infatti le mie riflessioni le ho fatte stamattina, a mente fresca, ieri sera era proprio impossibile.

L’opera è un tentativi brechtiano di spiegare il nazismo agli americani. Il drammaturgo tedesco, forse poco fiducioso circa le capacità intellettuali degli statunitensi, traspone la storia nell’ambiente dei gangester di Chicago e ce lo spiega pure, nella prima scena gli attori chiariscono che la storia non è che la metafora del nazismo, o meglio della sua nascita, in un intreccio di loschi affari, intimidazioni, uso distorto della giustizia e dei mass media, corruzione a barili e opportunismo del più vile. Insomma, la metafora di come va il mondo, più o meno da sempre.

Uno spettacolo affascinante ma tanto triste e non credo che i numerosi e maleducati studenti che ieri erano in teatro abbiano capito molto.

Io, stamattina, riflettendoci, ho capito che la Giustizia e l’Onestà, sono utopie di pochi in un mondo di gentaglia. Ho capito anche che è meglio terminare la mia settimana con qualche piacevole commedia e infatti domani andrò a vedere “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde che non è proprio una favoletta ma almeno è piacevole.

domenica 3 aprile 2011

Buon week end!?

Le mie settimane lavorative sono sempre piuttosto movimentate e, per quanto io cerchi di programmare al millesimo le mie molteplici attività, ci scappa sempre qualche imprevisto che le rende ancora più faticose.

Poi arriva il venerdì e allora mi riposo. Quasi sempre.

Questo fine settimana è stato piuttosto, come dire, dinamico.

Venerdì, Feltrinelli ci ha inviato il messaggino che dichiarava la disponibilità di alcuni testi necessari alla FG per i suoi studi.

L’instancabile FG (instancabile riguardo allo studio, per il resto nata stanca) ha deciso di andare a prenderseli, nonostante che la libreria non sia vicina a casa nostra e che ci fosse lo sciopero dei mezzi pubblici. La FG mi ha invitato ad unirmi a lei ed io, che amo camminare, ho accettato.

Devo dire che entrambe abbiamo provato una deliziosa sensazione di superiorità e benessere nel camminare placidamente, mentre la gente imprigionata nel traffico diabolico, consueto quando a Roma i mezzi pubblici si fermano, strombettava isterica.

E’ stata una gradevole passeggiata ma faceva caldo e la strada era tanta, mi sono stancata parecchio e dopo ho anche dovuto stirare una montagna di panni.

In serata siamo andate a vedere on balletto bellissimo, una rivisitazione modernissima delle quattro stagioni di Vivaldi.

Ieri sono venuti i serrandisti a cambiarmi gli avvolgibili di tutte le finestre.

Una fatica bestiale: ho steso teli di plastica ovunque per salvare il mobilio dalla polvere, io però non poteno avvolgermi nella plastica e così sono stata in apnea per tutta la giornata, causa allergia. E meno male che sto sotto antistaminici, altrimenti ieri sarei finita al Pronto soccorso!

Alle quattro e mezza, gli operai hanno finito e ho cominciato io: doppio giro di spazzatura e spolveratura ed accurato lavaggio dei pavimenti. Alle nove, stremata, mi sono addormentata.

Stamattina ho fatto un nuovo giro di pulizie per eliminare la polvere residua e poi mi sono data al giardinaggio, diciamo così, ho sistemato i quattro vasi di fiori che ornano il mio mini balcone.

Adesso basta. Dopo aver pubblicato questo post voglio passare un pomeriggio di riposo, anche perché domani comincia un’altra settimana piena di cose da fare ed io non sono un robot ma una signora alla fine della mezza età, piena di acciacchi e tanto, tanto stanca.