domenica 14 ottobre 2007
Fotoromanza
Io e Lui ci conoscemmo ad un corso di formazione. Eravamo tutti e due precari e stavamo preparando il concorso per l’ immissione in ruolo nelle Scuole statali.
Non eravamo proprio due ragazzini, Lui era una persona seria e giudiziosa, io ero seria ma non troppo giudiziosa.
Ci innamorammo così, sui libri. Fu un amore più di testa che di cuore, all’ inizio, poi fu passione forte e vera.
Io lavoravo di mattina, Lui di pomeriggio. Alle cinque Lui finiva le lezioni, lo raggiungevo, andavamo a casa sua e ci mettevamo a studiare. Tra un libro e l’ altro erano baci, carezze e coccole.
E musica.
Tutti e due eravamo stonati ma la musica ci piaceva. Io suono il flauto e adoro la musica lirica, lui la lirica l’ odiava da quando aveva sei anni e i suoi genitori lo portarono a vedere un’ opera.
Lui amava i cantautori.
Sentivamo Gianna Nannini, allora era in vetta alle hit Parades con Fotoromanza, tutti i ragazzi la cantavano e io pensavo che davvero il mio amore “era un palazzo che brucia in città”.
Lo amavo sempre di più, era un crescendo, ogni giorno scoprivo in Lui aspetti che mi appassionavano. Era il primo uomo che amavo e quel mio amore era bello ma faceva un po’ male, mi spaventava, era davvero “una lama sottile” ma non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.
Studiavamo fino all’ una di notte, poi Lui mi riaccompagnava a casa. Con la macchina del padre, una Ritmo che non aveva climatizzatore e il riscaldamento era rotto.
Tutti e due fumavamo come dannati e io ero e sono freddolosa. Quell’ inverno viaggiavamo con i finestrini chiusi, e quando arrivavamo sotto casa mia io canticchiavo:” Quest’amore è una camera a gas.” Allora Lui mi baciava e io, che già faticavo a respirare, rischiavo di morire soffocata. Ma mi piaceva da matti.
Una sera mi baciò, più a lungo e più appassionatamente del solito, poi mi disse:” Ci sposiamo.”
Così. Non me lo chiese, me lo disse, semplicemente. Era disarmante. Gianna Nannini cantava:” Quest’ amore è’una fiamma che esplode nel cielo” e io la vidi la fiamma nel cielo, anche se in quel momento sulla testa avevo il tettuccio della vecchia Ritmo.
Ci sposammo e in chiesa risuonavano note adeguate all’ avvenimento. Ma io non le ascoltavo, nella mia testa la marcia nuziale me la cantava Gianna Nannini
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1 commento:
Quello che hai raccontato è bellissimo e simpatico, riesco ad immaginarti!
Oggi però voglio farti gli auguri, tanti, affettuosi, di buon onomastico!!
Un abbraccio :-**
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