Il naso di Cyrano: gennaio 2021

domenica 31 gennaio 2021

Per una volta…anzi due

Direi che, contrariamente al solito, per ben due volte la Rai ci ha offerto due produzioni decenti.
In genere io la televisione non la guardo perché da decenni ci propina solo schifezze immonde, gente che urla, musica scadentissima, sceneggiati che falsano completamente i testi dai quali sono tratti e non parliamo dell’informazione che ci vorrebbero almeno tre post di parolacce.
In queste settimane, però, la rete nazionale sta trasmettendo ben due sceneggiati tratti dai polizieschi di De Giovanni, uno scrittore che mi piace molto.
Non ero molto convinta ma, poiché la serie, sempre tratta dai romanzi di De Giovanni, sui Bastardi di Pizzofalcone era abbastanza fedele ai testi e aveva anche un ottimo cast, domenica e lunedì ho provato a visionare Mina Settembre e Il commissario Ricciardi, pronta a spegnere il televisore alla prima schifezza.
In realtà entrambe le riduzioni mi sono abbastanza piaciute, la resa filmica risponde, globalmente, ai testi e quasi tutti i personaggi sono adeguati a quelli dei romanzi.
Ho detto “abbastanza” perché ci sono anche parecchie cose che non mi convincono e non corrispondono all’idea che mi sono fatta io mentre leggevo.
Io, quando leggo, “vedo” i personaggi, gli ambienti, le atmosfere, quasi sento la colonna sonora che potrebbe fare da sottofondo ed è per questo che sono così critica con le produzioni televisive, da piccola vedevo gli sceneggiati tratti dalle grandi opere e sceneggiati da Sandro Bolchi e Anton Giulio Majano, registi filologici che rispettavano totalmente i testi, gente che ormai è introvabile.
E veniamo alle dolenti note: la prima è che i personaggi non parlano con la cadenza napoletana, i romanzi sono ambientati a Napoli e, dico io, come si fa a non dare la cadenza? A parte Ricciardi e Rosa che sono del Cilento, tutti gli altri sono napoletani e tutti, anche i personaggi popolari, non istruiti, parlano un italiano da manuale. Anche Rosa, una contadina cilentana, trapiantata a Napoli, parla come una docente universitaria!
E non ci siamo proprio.
Altro problema sono alcuni caratteri: Il portinaio nei romanzi di Mina Settembre è ossessionato dal seno over size della protagonista , nello sceneggiato, Mina ha un seno piccoletto che non desta alcun interesse nel portinaio; la madre di Mina, nello sceneggiato, fa quasi tenerezza, nei romanzi, lei è una vera e propria carogna, una Grimilde senza pietà per la figlia che odia proprio (e fidatevi che io me ne intendo), anche Mimmo, il ginecologo, non corrisponde, intanto è caruccio mentre nel testo si dice che è bellissimo e poi è anche un po’ cretino.
Anche in Ricciardi, i personaggi hanno caratteri difformi dai romanzi, a cominciare dal protagonista, l’attore scelto per la parte del protagonista è un fico palestrato, Ricciardi io me lo immagino non troppo alto, occhi e capelli scuri, mingherlino, un tipo qualunque con un fascino tutto interiore. Il brigadiere Mangione, che parla italiano e non napoletano, è lasciato troppo in secondo piano e a Bambinella, il travestito informatore di Mangione, mancano completamente la gioia di vivere e l’ironia che, nei romanzi ne fanno un personaggio formidabile.
Comunque continuerò a vedere entrambe le serie perché, a parte gli aspetti negativi che ho elencato, sono entrambe gradevoli, le ambientazioni e i costumi sono belli ed è bello rivedere alcuni scorci di Napoli, città che adoro e che da tanto tempo non vado a visitare a causa della pandemia, vedere le sue piazze e le sue strade in televisione è un po’ come tornare a visitarla.

domenica 24 gennaio 2021

Il piccolo Lord

Scenetta deliziosa all’uscita da scuola.
In questo anno, causa covid, noi delle Medie usciamo dalla scala antincendio che affaccia nel cortile da dove escono anche i bimbi della Scuola materna e giovedì, all’uscita ho assistito ad una scena che mi ha intenerito.
Vicino al cancello c’era una signora che aveva appena finito di sistemare sul seggiolino della sua bicicletta una bimba minuscola, in lacrime perché su quel seggiolino non voleva proprio starci.
Sopraggiungeva un padre con due bambini, uno, piccolissimo, tirava per il braccio il fratellino, appena più grande di lui e della bambina piangente.
Al vedere la piccola in lacrime, quest’ultimo si è fermato, ha comunicato al fratello più piccolo con molta gentilezza ma anche con una certa fermezza:” Tra poco giochiamo.” Poi si è rivolto con una grazia infinita alla fanciullina è le ha detto:” Sai, a me piaceva tanto andare sul seggiolino della bicicletta, quando ero piccolo.” La bimbetta ha smesso di piangere e il giovanissimo gentiluomo se ne è andato a giocare con il fratello minore.
Il tutto è avvenuto con una naturalezza ed un’eleganza che nessuna parola al mondo può raccontare; quel bambino ha dentro di sé l’Umanità più vera e più forte di qualsiasi pensiero, idea o ideologia: il sentimento dell’altro come fratello; un’Umanità che forse nasce dall’educazione che sta ricevendo dalla famiglia ma che risultava, comunque, completamente e naturalmente interiorizzata in lui. Una scena dolcissima che trova il suo culmine commovente nel finale della frase, in quel “Quando ero piccolo”, detto da un bambino che non ha più di quattro anni e che, però, si sente ed è ”grande”; Grande, veramente.

domenica 17 gennaio 2021

L’angelo custode

Quando ero piccola mi parlavano sempre dell’angelo custode. Mi si diceva che ognuno di noi ha dietro di sé un angelo che lo protegge e che controlla che il suo assistito si comporti bene.
A me questa faccenda dell’angelo che spia tutto quello che fai non piaceva per nulla, mi sembrava una limitazione totalitarista della libertà (si vede che, prima di studiare Voltaire, io già ero Illuminista.) L’angelo non mi convinceva molto, quello che mi era stato assegnato, voglio dire; al di là del fatto che faceva la spia di mestiere (ma, forse, ci era costretto), non mi sembrava che mi proteggesse troppo. Nella preghiera che dovevo dire tutte le sere c’era scritto: “Angelo di dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me.” Ebbene l’angelo cui, a sentir dire gli adulti, ero affidata non svolgeva per niente bene il suo incarico: dov’era l’angelo mentre mio papà moriva? Che stava facendo tutte le volte che mia madre mi gonfiava di botte? Perché non mi custodiva quando i miei fratelli si accanivano contro di me?
Per un certo periodo pensai che gli angeli proteggessero solo le persone belle ed intelligenti e, poiché ogni giorno mia madre mi ribadiva che ero brutta, stupida ed incapace, ritenni che l’angelo non si ritenesse obbligato ad occuparsi di me.
Spesso, visto che mi aveva abbandonato, mi chiedevo come passasse il suo tempo l’angelo che mi era stato assegnato. Non pensai mai che fosse un fannullone, gli attribuivo altre occupazioni, come occuparsi di una bambina bella ed intelligente, oppure pensavo che fosse un gran lettore o che volteggiasse in cielo con gli altri angeli dei bambini brutti e stupidi.
Pensavo anche che il suo capo non fosse così bravo come dicevano gli adulti; dicevano che era onnipotente, onnisciente, onnitutto ma a me sembrava che come Ceo del paradiso fosse scarsino: a parte la mia situazione personale, quando ero piccola io, succedeva di tutto: la frana nel Vajont, l’assassinio di Kennedy, le alluvioni, i terremoti. E allora, riflettevo: delle due, l’una: o il capo si era scelto dei collaboratori inaffidabili che non sapeva dirigere ed indirizzare oppure era proprio lui che voleva che le persone soffrissero e morissero.
In tutti e due i casi mi chiedevo perché dovessi pregare lui e l’angelo, tanto era inutile.
Poi, crescendo, arrivai alla terza soluzione: capii che ero io che dovevo costruirmi il mio futuro, con la mia volontà e il mio impegno e con le mie sole forze, perché non ero né stupida né incapace, lasciai perdere angeli e dei e, da allora, vivo felice e realizzata.

domenica 10 gennaio 2021

Andiamo a bruciargli la casa!

Come spesso ha occasione di dire il professor Barbero, quando ci racconta la Storia, i popoli “andavano a bruciare la casa” ai loro vicini. Per un motivo o per l’altro la gente si è sempre fatta la guerra, inventando armi, tattiche, strategie e sistemi sempre nuovi. E continua imperterrita.
Ne ho avuto la riprova l’altra sera, guardando su Rai Storia, canale meritorio della Rai, un servizio sulle edizioni speciali dei telegiornali Rai dalle origini della TV ai tempi nostri.
Tutte le notizie erano tragiche e tristissime, a parte la vittoria ai mondiali di calcio che ci diede il quarto titolo e la caduta del muro di Berlino, non si parlava altro che di morte. Alcuni servizi riguardavano le morti dei Pontefici e quelle, almeno a quanto ci consta, erano avvenute per cause naturali, pochi altri si riferivano a terremoti o a inondazioni varie e anche quelle, se non consideriamo lo scempio ambientale causato dall’uomo, si possono considerare naturali ma la maggior parte delle notizie parlavano di guerre: Vietnam, Iraq, di guerre civili: Romania, Cina e poi tutta una serie di attacchi terroristici: da piazza Fontana alla stazione di Bologna, dall’ omicidio di Dalla Chiesa a quelli di Falcone e Borsellino, fini ad arrivare alle Twin Towers. Auto sventrate, morti ammazzati stesi sull’asfalto, palazzi che crollano, bombe lanciate dagli aerei o piazzate sulle autostrade. C’era da farsi venire la depressione a guardare il servizio se non fosse che io lo so bene che l’uomo, come diceva Quasimodo, è sempre lo stesso e afferma il suo potere sugli altri con la violenza. Lo so perché studio la Storia e seguo le lezioni del professor Barbero che lo sa anche lui e ce lo racconta magistralmente, magari in forma sdrammatizzante e ci presenta gli assassini che partono con le navi, a piedi o sugli aerei ma che, siano antichi persiani o moderni trumpiani, al grido di “Scanna!!!!” hanno un solo obiettivo: andare a bruciare la casa di qualcun altro, sottometterlo e guadagnarci.

domenica 3 gennaio 2021

Vacanze frenetiche

  Queste vacanze natalizie stanno volando via mentre io faccio un milione di cose in  casa e fuori casa, dilatando il tempo che non mi basta mai. Tra analisi cliniche, seccature burocratiche, programmazione delle attività per la ripresa delle lezioni, con reperimento di relativo materiale didattico, sono riuscita a stare anche con le mie figlie, in particolare con la Fg che è riuscita, fortunosamente, a tornare dalla Francia e che cerca di stare con me il più possibile, compatibilmente con gli impegni miei e suoi. 
Ovviamente, sono anche più stanca adesso di quando le vacanze sono iniziate, la schiena mi fa sempre male e mani e braccia sono torturate da dolori continui ma io faccio finta di niente e vado avanti, finché sto bene nell’anima va tutto per il meglio.
In questi giorni, nonostante gli impegni, ho trovato il tempo per leggere e per guardare dei bellissimi servizi su Rai Storia che mi permettono di andarmene a spasso tra le varie epoche per incontrare personaggi affascinanti come il Barone rosso, Ovidio, Maria Montessori e mille altri che per me sono attuali e vivi; in loro compagnia sto bene come con le mie figlie, mi diverto e soddisfo la mia inguaribile curiosità con storie che a volte conosco già ma che mi piace risentire e a volte sono, per me, nuove e attraenti. Insomma, nonostante la stanchezza, le mie vacanze si stanno svolgendo davvero in modo piacevole.