Il naso di Cyrano: gennaio 2010

sabato 30 gennaio 2010

La busta di insalata

Perché uno deve comperare due buste di insalata se gliene serve una soltanto?
Perché al supermercato ci sono le offerte speciali, ecco perché.
Qualche tempo fa la FG è andata a fare la spesa, doveva acquistare una busta di rughetta, la gustosa insalata che, però, è anche alquanto pesante da digerire. Alla FG serviva UNA busta di insalata ma al supermercato presso il quale normalmente ci serviamo vendevano solo confezioni a prezzo speciale da DUE buste, sigillate insieme.
Ora, io posso capire che uno acquisti confezioni di salsa di pomodoro, fagioli, tonno e quant’altro di non deperibile con più prodotti. Ma l’insalata no! L’insalata è un prodotto deperibile: se non la si mangia in tempi brevi, si rovina, si sciupa, deperisce, marcisce.
La rughetta, tra le insalate, è quella dal sapore più marcato e pertanto è praticamente impossibile mangiarla con piacere per due giorni di seguito.
Ma ai cervelloni che si inventano le offerte promozionali non importa un granché: per qualche oscuro motivo dovevano vendere l’insalata e si sono inventati la promozione, alla faccia del cliente.
La FG se ne stava sconsolata davanti al bancone mormorando:”E io che me ne faccio di due buste di rughetta? A me ne serve una.” In quel momento è arrivata una signora che ha sentito il lamento della FG e le ha detto che anche lei ne voleva una sola. La signora era una tipa tosta: ha avuto una bellissima idea, comperare insieme le due confezioni, pagando ovviamente metà per una, la FG ha accettato entusiastica.
Dopo aver pagato, la figlia e la signora sono andate alla reception e hanno chiesto un paio di forbici con le quali hanno separato le buste e se ne sono andate felici e contente con la loro razione di rughetta, soddisfatte per aver aggirato l’ostacolo,lasciando esterrefatte le commesse del supermercato.

domenica 24 gennaio 2010

Ma quanto mi diverto!

In effetti la mia settimana è stata alquanto piacevole nonostante la FG in piena paranoia da tesi, i lavori domestici, le verifiche di Educazione civica.
Domenica abbiamo festeggiato mia madre e il suo compleanno con un bel pranzo in un simpatico ristorante,martedì io e la FG siamo andate ad una conferenza molto interessante all’ Eliseo sull’ Otello che avevamo visto la settimana scorsa e poi al Piccolo Eliseo a vedere Sogno d’amore, una commedia moderna divertentissima, abbiamo riso dall’inizio alla fine. Era la storia di un innamoramento a senso unico, lui si innamora di lei, che però non è innamorata di lui, e si fa i “film” cioè si costruisce una specie di universo parallelo mentre i suoi coinquilini interferiscono con esilaranti considerazioni. Una menzione speciale merita il personaggio di Pasquale, bidello pugliese in trasferta per lavoro, afflitto telefonicamente da una moglie gelosissima, uno spasso.
Ieri sera siamo andate al Quirino a vedere “i sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, una messa in scena decente, se si esclude la piattissima interpretazione del Padre, capirai, io quella parte l’ho vista interpretata dall’immenso Romolo Valli e nessuno potrà mai farla meglio di lui ma ieri l’attore che l’ha interpretata era davvero una nullità.
Stasera all’Argentina abbiamo visto le “Nuvole” di Aristofane. Una messa in scena affascinante, anche se non filologica, quattro attori hanno dato vita ad uno spettacolo che ha riportato un testo antico, tradotto ottimamente, all’attualità del mondo reale, divertendoci e facendoci riflettere: meglio allora oppure oggi? E se invece non fosse cambiato quasi nulla? Bella la scenografia fatta di luce, scheletri e scarpe, lo so che sembra strano ma sul palcoscenico non c’era altro.
Domani mattina andrò a fare una passeggiata in centro con due amiche non romane, mostrerò loro un po’ della mia Roma, quella antica, del Ghetto e di Campo de’ fiori, quella bella di Palazzo Farnese e di via Giulia, spero solo che non piova, Roma è bella sempre ma con il cielo azzurro offre il meglio di sé ai visitatori.

sabato 16 gennaio 2010

Otello è sempre Otello

Stasera, con la FG, sono andata a vedere l’ennesima messa in scena dell’ Otello di Shakespeare.
Una recita insolita ma affascinante, ben poco filologica: costumi moderni, traduzione in parte in versi e in parte in prosa, scenografia minimalista, tagli al testo originale, che ha dimostrato, una volta di più, che Shakespeare è sempre assolutamente attuale, fortemente coinvolgente, mostruosamente bello.
Io adoro il personaggio di Otello, sarà perché anche io sono gelosa dei miei affetti, sarà perché ho imparato ad amarlo attraverso la musica di Verdi, altro inossidabile genio, certo è che di fronte alla tragedia di quest’uomo, capace di amare, fiducioso negli altri fino alla stupidità, sincero ed onesto, infantile, forse, nei suoi sentimenti, io mi riconosco in pieno. E, ogni volta che lo vedo soffrire sulla scena, anche io soffro il suo dolore e mi piace lasciarmi trascinare dalla sua ingenua e folle mania di distruzione.
Anche il personaggio di Desdemona è bellissimo, la soave creatura che muore senza sapere perché, innocente della colpa che il marito le attribuisce e che sembra quasi accettare la morte che le viene da colui che lei ama.
E mi affascina anche Jago, così perverso e lontano da me, così luciferino nell’ordire la trama della sua vendetta,così freddamente furioso nella sua crudeltà priva di passione.
Insomma, Otello è tra le mie opere preferite e stasera la rappresentazione mi ha soddisfatto, la FG, invece, ha espresso alcune riserve ma, si sa, lei è di gusti difficili, per lei il Verbo shakespeariano è sacro e ogni scelta registica non assolutamente filologica le riesce poco gradita, comunque nel complesso ha dato anche lei una valutazione positiva e meno male perché, tornando a casa non avevo proprio voglia di mettermi a discutere!

domenica 10 gennaio 2010

L’eco

Quando le figlie erano piccolissime, venne a trovarci una nipotina dalla Sicilia. Lei aveva dieci anni e voleva vedere un po’ Roma, così decidemmo di farle fare alcune visite ai monumenti più belli.
La FI aveva quattro anni ed era una peste, non stava ferma e zitta un attimo ma la promessa di un mega gelato, era un Luglio caldissimo, bastava a tenerla relativamente tranquilla.
La FG aveva un anno ed era la bambina più tranquilla del mondo: infatti ancora non camminava, ritenendo molto più comodo farsi trasportare in passeggino e non parlava, si limitava a vocalizzare degli Eh, Oh, Uh,, peraltro facilmente decifrabili dal tono. L’ unica parola che diceva era: Pa-pa, che non significava Papà bensì “Pappa”. La ripeteva spesso ma quando la urlava a pieni polmoni noi capivamo che era arrivato il momento di nutrirla. Cioè ogni due ore circa. Non era un problema, bastava avere sempre a portata di mano del pane o un pezzetto di pizza bianca che lei, con i suoi pochi dentini, si gustava allegramente.
Quel pomeriggio decidemmo di visitare Santa Maria degli Angeli, la bellissima basilica romana che Michelangelo si inventò sulle rovine delle terme di Diocleziano.
Entrammo nella frescura della bella chiesa e la nipote rimase incantata dalle enormi colonne e dai marmi tenuemente variopinti.
Anche noi ci gustavamo tanta bellezza quando da passeggino partì un “Eh” che risuonò, amplificato dall’eco. Guardammo la FG che si mostrò alquanto stupita dal risultato della sua vocalizzazione e anche pericolosamente interessata. Tememmo il peggio che, puntualmente, accadde.
La FG ripeté il suo “Eh” con un tono leggermente più basso, poi ancora in tono più acuto, evidentemente la faccenda le garbava parecchio, da quel momento fu tutto un susseguirsi di giubilanti sgrilletti ai quali l’eco rispondeva moltiplicandoli e amplificandoli. Provammo a zittirla ma senza efficacia, perché quando la FG decide di fare una cosa nemmeno il Papa può distoglierla. Per di più l’eco non solo amplificava la sua voce ma anche i nostri disperati “Sh, sh”. La nipote e la FI intanto non se ne stavano certo tranquille, colte da matte risate, sghignazzavano senza ritegno alcuno.
Arrivarono dei frati decisamente indignati e noi ci scusammo mentre il concerto delle figlie e della nipote continuava senza sosta.
Uscimmo pieni di vergogna seguiti da una sinfonia di vocalizzi e risate. Appena fuori dalla Basilica la FI pretese il suo gelato, sostenendo che l’unica colpevole era la FG, che con un serafico sorriso urlò un “Pa-pa” che rivendicava senza ombra di dubbio il suo diritto ad avere la sua razione di gelato.

domenica 3 gennaio 2010

Vacanze influenzate 2

Cat è ripartita. Ci siamo divertite parecchio anche se anche lei ha avuto un po’ di influenza.
L’ultimo dell’anno siamo andate a vedere la bellissima mostra di Giovanni Boldini, De Pisis e Zandomeneghi al chiostro del Bramante. Imperdibile. Le belle dame dipinte da Boldini mi hanno affascinato, come sempre. Vorrei anche io essere così bella ma non si può avere tutto dalla vita, la natura mi ha fornito di intelligenza ma ha risparmiato parecchio sull’estetica e io sono una specie di mostriciattolo asimmetrico ma non mi lamento, c’è chi sta peggio di me.
Comunque, la mostra era fantastica e ce la siamo goduta con piacere. Anche il pranzo è stato gradevole, in un’antica trattoria del centro molto graziosa.
Nel pomeriggio le figlie sono partite per festeggiare il Capodanno con i loro amici e io sono andata a cena da mamma.
Io e Cat avevamo preparato una busta con dei piccoli regali che mamma ha gradito come pure la mega calza della Befana allegata.
Abbiamo cenato e ci siamo viste un’operetta assai carina che si intitola “Al cavallino bianco”. A mezzanotte abbiamo brindato, tra uno starnuto e l’altro e ci siamo rifocillate con una fetta di zuppa inglese, torta che adoriamo tutte e tre.
Il primo gennaio sono tornata a casa e, a pranzo, io e le figlie ci siamo raccontate a vicenda la nostra notte di Capodanno.
Le vacanze stanno per terminare, tra poco si ricomincia con il lavoro e la solita vita.
Per fortuna sto un po’ meglio e potrò ricominciare a correre come sempre.