Il naso di Cyrano: giugno 2007

sabato 30 giugno 2007

Salvare un teatro



“ Mamma, vado a salvare un teatro”. Con queste parole qualche giorno fa mia figlia mi comunicava che sarebbe rientrata tardi a casa. Non ho capito molto bene cosa volesse dire, la FG è una strana. Ma poi ho capito.
Ho capito l’ altro ieri, quando sono andata a vedere uno spettacolo in un teatro occupato, il Gerini di Roma.
Lo spettacolo era un poutpourri di brani letti, recitati e suonati da volontari, davanti a ben poco pubblico, purtroppo; è nato per sensibilizzare l’ opinione pubblica contro la demolizione del teatro. Tutto il complesso del Gerini è stato acquistato da una società che intende demolire e costruire alcuni centri commerciali, tanto per cambiare.
Insomma, al posto di Pirandello e Goldoni, saponette e surgelati, al posto della cultura il consumismo. Ed è un peccato perché di centri commerciali ce ne sono tanti e di luoghi di aggregazione ce ne sono pochi.
E’ la globalizzazione che avanza? Boh? Non lo so, quello che so è che i ragazzi ce l’ hanno messa tutta e lo spettacolo era affascinante, c’ era un po’ di tutto: dalla ragazzina che ha letto il Cyrano al giovane attore che ha recitato “Il gobbo del Quarticciolo” in modo esaltante, dall’ orchestrina di professori ai giocolieri che incantavano. Ma il pezzo più incredibile è stata “ ‘A livella” di Totò, recitata da tre muratori napoletani. In quattro giorni i tre hanno imparato a memoria e messo su il brano. Erano bravissimi..e spaventatissimi, molto, molto più dei miei alunni quando fanno il saggio di fine anno.
Ecco, io credo che un teatro sia vivo quando rende possibile questa magia, quando tre operai, che non hanno fatto grandi studi, riescono a comunicare quello che un grande poeta ha scritto.
Tutto questo, però, finirà perché gli interessi economici sono più forti della poesia. Ci vorrebbe un miracolo, ci vorrebbe che il Potere ( il Comune, il Municipio o chi? ) si mobilitasse, che rilevasse almeno il teatro, che lo restaurasse e lo rendesse ai cittadini.
Un miracolo, appunto. Ma io non credo che al Potere interessino i miracoli e neppure la cultura.
Se a voi interessano e conoscete qualcuno che possa intervenire, in qualsiasi modo, aiutateci a Salvare un teatro, il teatro Gerini di Roma. Grazie

giovedì 28 giugno 2007

Finalmente!


Finalmente, l'invasione è finita, non vivo più come una terremotata e la mia casa è tutta in ordine e pulita.
Già, dimenticavo di dire che ho fatto eseguire dei lavori di tinteggiatura e che per due settimane ho avuto per casa due, peraltro simpaticissimi, operai che mi hanno rimesso a nuovo l' appartamento. Il problema era che, vivendoci dentro e dovendo spostare il mobilio, mi sentivo come gli sfollati durante la guerra. Inoltre io sono allergica alla polvere e gli operai di polvere ne fanno tanta! Vagavo per le stanze con lo spray antiallergia in mano e tanta voglia che finissero presto.Adesso è fatta, la mia casa è di nuovo vivibile e io posso dedicarmi a cose più piacevoli che raccogliere calcinacci e lavare per terra nella speranza, vana, di abbassare le polveri.
Ho già in mente un paio di post da scrivere, a presto

Ciao a tutti

domenica 17 giugno 2007

I Promessi sposi


Rileggetevi i Promessi sposi o leggeteli, se non lo avete ancora fatto.
Già vi sento, grandi e piccoli, che state brontolando, qualcuno dice che li ha letti al liceo ed erano noiosi, qualcuno dice che non li ha letti ma ha sentito dire che sono noiosi, qualcuno dice…
E allora io dico la mia. Prima di tutto, sfatiamo una leggenda, I promessi sposi non è un romanzo noioso, anzi, è una storia intricante e piena di colpi di scena,; sono i professori del liceo che ce la rendono noiosa perché, invece di lasciarci godere dell’ intreccio, dei personaggi, del paesaggio, ci fanno scrivere riassunti e relazioni, capitolo per capitolo, che è il modo migliore di farci odiare un romanzo e la lettura in genere.
Ma torniamo ai Promessi sposi, Manzoni ci lavora per venti anni, praticamente scrive tre romanzi diversi, perché è un perfezionista, si inventa una lingua perché quella dei romanzieri che lo hanno preceduto non lo soddisfa. E ha ragione, provate a leggere i romanzi di Grossi o D’ Azeglio, le storie sono belle ma la lingua è terribile!
Alessandro screma, semplifica, adatta; ogni personaggio ha il suo linguaggio, semplice o raffinato a seconda del suo carattere, Perpetua non può parlare come Borromeo!
Certo che il nostro deve aver invidiato parecchi i romanzieri francesi che una lingua unitaria ce l’ avevano da secoli. Dante e Manzoni hanno inventato la lingua della letteratura italiana, per questo li leggiamo ancora.
E poi i caratteri dei personaggi, Manzoni ha il dono di farceli sentire vivi, tutti, anche quelli minori, anche quelli che nel romanzo compaiono per due rughe, come Bettina, o il paggio di Gertrude.
E le descrizioni del paesaggio, che mi fanno pensare agli sfondi dei dipinti di Leonardo, la vedi la nebbia sull’ Adda, il paesello di Renzo e Lucia, la stradetta sulla quale cammina l’ ignaro don Abbondio.
Ma la cosa che mi affascina di più è l’ironia con la quale Manzoni racconta, come un grande burattinaio muove i suoi personaggi su un palcoscenico che osserva dal di fuori, partecipa con affetto alle loro storie ma sa sorridere dei loro difetti, i suoi “fuori scena”, quelli che lui chiamava “cantucci” sono magistrali, come tanti suoi paragoni, bellissimi e poetici.
Leggete i Promessi sposi, magari saltando le digressioni storiche che sono interessantissime ma molto tecniche, magari saltando i pezzi che vi piacciono meno, io in quarant’anni li ho letti una decina di volte e ogni volta ci trovo qualcosa di nuovo, di bello, di consolante.

mercoledì 13 giugno 2007

La signorina Mimma


La signorina Mimma era la proprietaria di una cartolibreria vicino alla casa della mia infanzia.
Era un po’ avanti con gli anni, grassottella e aveva i capelli tinti di biondo, cosa che a noi bambini faceva un certo effetto perché, quando io ero piccola, poche donne tingevano i capelli.
Il suo negozio era piccolo ma pieno di meraviglie.
L’ interno era tutto a scaffali di legno e vicino all’entrata c’era una piccola vetrina, al centro troneggiava il banco di vendita e dietro al banco c’era la signorina Mimma.
Lei e mia madre erano amiche e così, quando dovevamo acquistare qualcosa, loro due si facevano una chiacchierata e noi ammiravamo gli oggetti esposti.
Quella bottega mi sembrava il paese delle meraviglie; vicino all’ entrata c’erano gli scaffali dei libri per ragazzi, quanti ce ne ha comprati mamma! Li guardavamo, li sfogliavamo con attenzione e reverenza e mamma capiva quale ci piacesse e, alla prima occasione, compleanno, onomastico…,ce lo regalava.
A ottobre il negozio profumava di carta e di pelle, la signorina esponeva il materiale scolastico, che buon profumo avevano i quaderni e le cartelle!
A maggio la vetrina si colorava di bianco, c’erano i regali per le prime comunioni: penne, album per fotografie..tutti bianchi con piccoli decori azzurri, rosa e dorati.
Poi c’ erano i giocattoli, bellissimi per maschi e femmine: Bambole, passeggini in miniatura, scatole con tazzine e pentolini, soldatini, fucile e costruzioni. Ricordo quando mia madre comprò a me e a mia sorella i passeggini per Nanni e Nico, i nostri bambolotti, comprati precedentemente, manco a dirlo, dalla signorina Mimma.
D’ estate nella bottega si potevano trovare secchielli e palette e ciambelle di tutte le fogge, quella che fu comprata per me era bellissima, a forma di cigno, ne ero orgogliosa anche perché i miei fratelli ce l’ avevano a forma di foca, il cigno era decisamente più bello.
Il momento migliore per il negozio era il periodo prenatalizio, allora mi sembrava proprio il paradiso.
La signorina Mimma esponeva il materiale per il presepio: pupazzi, casette, la carta per fare le montagne e quella per fare il cielo stellato e poi le Decorazioni per l’ albero di Natale, la maiuscola non è un errore, erano proprio maiuscole quelle decorazioni, fragilissime, eteree, colorate, opalescenti come bolle di sapone, io potevo restare ore a rimirarle, senza neppure sfiorarle perché si rompevano facilmente, non erano di plastica come quelle dei grandi magazzini, mai la signorina Mimma avrebbe esposto decorazioni di plastica!
Ecco, forse questo post è troppo lungo ma c’ era tanto da dire, se avete avuto la pazienza di leggerlo fino in fondo avrete certamente compreso quanti affascinanti tesori attraevano una bambina di quasi cinquant’anni fa, in un mondo ormai vivo solo nella memoria di chi l’ ha vissuto.

venerdì 8 giugno 2007

Pensieri di un uomo grande


Domani, per noi che amiamo la Pace, non sarà un giorno felice, così voglio consolarmi regalandovi due pensieri di Gandhi, il piccolo grande uomo che ottenne dai potentissimi inglesi l' indipendenza dell' India.
Il primo è questo:" Occhio per occhio rende tutto il mondo cieco." Il secondo invece dice:" Sono disposto a morire ma non ad uccidere per difendere i miei ideali."
Io trovo che siano due concetti bellissimi e li condivido completamente

mercoledì 6 giugno 2007

Grandi

Ragazzi,
siete stati grandi. Tutti. Due recite magistrali, persino gli errori avete saputo gestirli da attori di provata esperienza, tant’ è vero che me ne sono accorta soltanto io che i testi li conoscevo, il pubblico non si è accorto di nulla.
Bravi! Tanto lavoro è stato premiato da un bel successo, anzi da due bei successi, visto che le recite erano due e non saprei dire quale è venuta meglio. Certo voi di terza media siete più esperti ma anche voi di prima media ve la siete cavata proprio bene.
Spero che tutti ricordiate con piacere questa esperienza, come la ricorderò io, che stasera sono stremata dalla fatica e non vedo l’ora di andarmene a letto ma non ho potuto reprimere il desiderio di dirvi ancora una volta Grazie!
Vi voglio tanto bene, a tutti
Prof. Tess

domenica 3 giugno 2007

Non lo so


Io cerco di educare le mie figlie e i miei allievi al rispetto degli altri e della propria dignità, al senso del dovere e della responsabilità.
Sono valori che mi appartengono per educazione e per scelta però sempre più spesso mi chiedo: non è che sto sbagliando tutto? In questo nostro Paese dove per ottenere anche il più piccolo diritto è necessario avere una raccomandazione ( e pure bella grossa se no è inutile ), dove l’ ipocrisia è ormai stile di vita, dove il merito è misconosciuto, dove la promozione la ottiene chi non se l’ è guadagnata e chi lavora seriamente viene deriso, in questo Paese di Veline e Grandi Fratelli non sarebbe meglio abituare i ragazzi a comportamenti simili, sì che possano cavarsela senza troppi danni?
Non lo so. So che io non sono in grado di trasmettere disvalori così meschini e volgari, sono troppo Cyrano, troppo don Chisciotte per poterlo fare.
Mi spiace, ragazzi, non ci posso far nulla, troverete altri che vi insegneranno come si fa ad avere successo e potere, non lo chiedete a me, io posso soltanto insegnarvi la Poesia dell’ onestà