Il naso di Cyrano: 2006

sabato 30 dicembre 2006

E adesso a noi, ragazzi




Io non so se voi fanciulli avete letto i post sulla lettura, se lo avete fatto e se siete anti – lettori, sappiate, cari miei, che i vostri genitori hanno pienamente ragione a preoccuparsi perché non leggete.
Potete anche decidere che la lettura non vi piace e che i libri sono gli oggetti più inutili dell’ universo ma sappiate che NON è vero.
Leggere è utile perché fa pensare, perché apre infiniti orizzonti, perché insegna a scrivere ( NON è vero che ci sono altri modi per imparare a scrivere bene, si impara SOLO leggendo! ), perché ci permette di conoscere.
Leggere è piacevole perché ci permette di tuffarci in mondi lontani, fantastici, sconosciuti.
Leggere è una scommessa perché, quando compri un libro, non sai mai se ti piacerà o se lo lascerai a metà perché non è di tuo gusto.
Dopo aver letto un libro che ci è piaciuto ci sentiamo bene, soddisfatti anche se ci dispiace di averlo finito. Ma il bello di un libro è che possiamo sempre rileggerlo.
Ci sono dei libri che per me sono come dei vecchi amici: ogni tanto mi piace rincontrarli.
Ma il bello dei libri è che sono talmente tanti che posso farmi sempre dei nuovi amici!
Allora, cari miei, cosa posso dirvi di più?
Ah! Sì, ho trovato:
Va bene, potete anche non leggere ma NON SAPETE CHE PIACERE VI PERDETE!

Mio figlio non legge 4




Capitolo IV
( i capitoli precedenti stanno sotto )

I nostri figli, figli – lettori e figli anti – libro, sono tutti d’accordo su una cosa: Obbligare alla lettura è inutile, deleterio, insensato.
Un vero plebiscito.
E, del resto, pensateci un po’: se obbligassero VOI a leggere, leggereste così volentieri?
Le mie figlie, tutte e due, leggono con piacere ma, quando l’ insegnante di Lettere le obbligava a leggere libri, ovviamente scelti da lei, sbuffavano e una ( la grafomane ) lo faceva malvolentieri, l’ altra ( l’ informatica ) non lo faceva affatto.
Quando, poi, veniva loro assegnata la RELAZIONE sul libro da leggere, succedeva di tutto!
La grafomane, tra i suoi compagni, era l’ unica ad aver letto il libro e scriveva 20 relazioni diverse che i suoi compagni firmavano.
Quando io ero una giovane ( ed inesperta ) insegnante, assegnavo ai miei alunni il libro da leggere con relativa relazione.
Il risultato era che i libri li leggevano solo quelli che amavano già la lettura e le relazioni erano tutte una scopiazzatura della quarta pagina di copertina ( dove in genere c’è il riassunto ).
Oggi che ho un po’ più di esperienza, mi guardo bene dal dare il compito di lettura.
Leggiamo in classe, leggo io per loro a voce alta, trasformiamo un libro in copione e lo recitiamo, ci facciamo il fumetto. Insomma cerco di inventarmi delle alternative al compito.
Il fatto è che se noi vogliamo insegnare ai ragazzi il PIACERE della lettura non lo possiamo fare!
Possiamo insegnar loro a leggere ma il piacere della lettura se lo devono scoprire da loro, come abbiamo fatto noi e quelli che c’ erano prima di noi.
E non è obbligandoli che li aiutiamo.
E allora, mi direte, che cosa possiamo fare?
Io direi: prima di tutto smettiamo di dir loro che DEVONO leggere. Smettiamo di angosciarci e di angosciarli con la storia che se non leggono saranno ignoranti.
E’ verissimo che se non leggono saranno ignoranti ma a loro non importa affatto. Adesso.
Poi, quando si renderanno conto che VOI avete ragione, forse, leggeranno.
Oppure inizieranno a leggere proprio perché voi non li obbligherete più, o forse perché capiranno da soli quanto è bello infilarsi nelle pagine di una storia e vivere altri mondi.
Portateli con voi in libreria ma non costringeteli a comprare un libro, portateli in libreria ma lasciateli scegliere il libro che vogliono, anche se a voi non verrebbe mai in mente di leggerlo. Poi, magari, dopo che lo hanno letto loro, leggetevelo anche voi.
Io ne ho scoperti di libri belli, comprati dalle mie figlie. Non sempre, qualche volta.
Qualche volta, se ne avete il tempo, leggete per loro a voce alta, una storia semplice, una poesia. A loro piace da morire. E non ditemi che è perché sono pigri, semplicemente lo sentono come un atto d’ amore. Ma scegliete il tempo giusto. Non li tirate via dalla Playstation, vi odieranno. Leggete insieme quando loro sono annoiati, scopriranno un modo bellissimo di passare il tempo. Forse.
Io ho terminato queste riflessioni, adesso aspetto i vostri commenti, i vostri suggerimenti, le vostre critiche, di genitori amorevoli e di lettori appassionati. Come me.
Voglio chiudere questo post con il pensiero di due alunne lettrici, ecco le loro belle parole:
“Una persona deve scoprire l’ amore per la lettura da sé”
“ Un libro deve essere un rifugio, non una prigione”

giovedì 28 dicembre 2006

Mio figlio non legge 3


Capitolo III
( lo so che nei libri il cap.3 sta dopo i cap. 1 e 2 ma questo non è un libro, questo è un blog! )

Oggi parliamo dei figli che non leggono. Di quelli che “davanti ad un libro vomitano”, che si farebbero tagliare la gola tre volte piuttosto che toccare l’ insano oggetto.
Possiamo dividere questi fanciulli in due categorie: i figli di genitori che non leggono e i figli di genitori appassionati lettori.
Sui primi c’è poco da dire, se un ragazzino non vede i genitori leggere avrà sicuramente qualche difficoltà a capire perché LUI deve leggere.
Magari, poi, diventerà un lettore ma la strada verso i libri se la sarà trovata da sé.
Analizziamo ( o almeno proviamoci ) la situazione tragica di una famiglia nella quale i genitori – lettori si ritrovano con un figlio anti – libro.
“Perché?” è la domanda, perché, se noi amiamo leggere, se lui ci vede leggere, poi non legge a sua volta?
Di perché ce ne possono essere tanti.
Avete mai pensato che vostro figlio possa odiare i libri proprio perché voi li amate tanto?
Non parlo di contrasto generazionale, parlo di gelosia. Pura e semplice. Può succedere che un bambino pensi: “Papà e mamma amano i libri più di me”.
Capita, talvolta, che stiamo leggendo e lui o lei ci chieda:”Giochiamo insieme?” E noi che rispondiamo?
Se ci è capitato di rispondere:”Adesso no, sto leggendo”, senza saperlo, abbiamo creato un nemico dei libri!
Il fatto è che a noi lettori è capitato sicuramente.
Altro motivo: la mancanza di tempo. La maggior parte dei miei alunni dichiara di non leggere perché non ha tempo o, se ne ha, perché è troppo stanca.
Tra attività sportive, videogames, compiti e altro in effetti di tempo per leggere i ragazzini ne hanno poco.
E qui la colpa è nostra. Siamo noi che organizziamo il loro tempo, siamo noi che gli compriamo la play station e siamo sempre noi che permettiamo loro di stare le ore a giocare o a guardare la TV.
Con questo non intendo assolutamente dire che i figli debbano vivere come i frati nel Medioevo.
Io credo che tutte le esperienze portino conoscenze nuove e utili, quindi ben vengano la tecnologia, lo sport e quant’altro, ma con un po’ di misura!
Ancora un motivo: per molti figli non lettori la lettura è un compito e i compiti, si sa, non sono quasi mai piacevoli.
Voglio dire, se l’ incarico di leggere viene assegnato dalla maestra, è un compito. Se poi la maestra assegna anche la “relazione” sul libro da leggere, potete star sicuri che l’ odio per la lettura è l’ unico risultato credibile.
Ma questo è un argomento complesso e ne parleremo nel prossimo capitolo.

martedì 26 dicembre 2006

Mio figlio non legge 2


Capitolo II
( il capitolo I sta sotto al capitolo II, secondo l’ aberrante logica del Blog!)

I nostri figli amano le storie.
E le cercano anche nei libri. Quelli che leggono sono lettori seri, cercano storie da amare e se le leggono con piacere.
Semplicemente, leggono secondo i loro ritmi, come noi del resto.
Sentite cosa dicono.
La maggior parte dei figli-lettori dichiara di leggere perché gli piace e perché insegna loro qualcosa!
Leggetevi le loro parole, sono molto istruttive.
“ Io adoro leggere, è come se mi trovassi lì e ogni volta che cambio libro è come se cambiassi mondo”
“ I libri sono i miei hobbies preferiti e spero che anche gli altri imparino, con il tempo, a non vomitare quando ne vedono uno”
“ A me piace molto leggere perché è piacevole e fa volare la mia fantasia”
“ Leggere è una cosa molto bella e rilassa la mente”
“ Mi piacciono molto i libri perché è come se mi portassero in un mondo tutto mio”
“ La lettura è un modo di passare il tempo, di conoscere le storie”
C’è solo un problema. Il tempo. I nostri figli sono più impegnati di un dirigente d’ azienda! La scuola, la danza, il nuoto, la scuola di calcio, il catechismo, i compiti ( spero!) li tengono occupati per gran parte della giornata.
Adesso voi potete obiettare, anche noi siamo superoccupati ma leggiamo.
Anche io. Dopo una giornata frenetica mi guardo un telefilm in TV e poi vado a letto e leggo magari l’Iliade ( come dice Umberto Eco).
Ma noi siamo adulti, il che significa, semplicemente, che abbiamo meno bisogno di dormire rispetto ad un adolescente. Loro, dopo la TV, crollano.
Quando io ero ragazzina, la mia inflessibile genitrice ci mandava a letto dopo il fatidico Carosello, all’ incirca alle 21, avevamo il permesso di leggere per un’ ora poi arrivava lei e ci spegneva la luce.
Quando io sono, a mia volta, diventata genitrice ho fatto lo stesso con le mie figlie, solo che loro si munirono, a mia insaputa, di torce elettriche e continuavano a leggere, sotto le coperte!
Sembra una riflessione banale ma per leggere ci vuole tempo e, come dice la figlia grafomane, nonché lettrice, ci vuole calma e mente sgombra. Cosa che i nostri ragazzi non hanno molto spesso.
Così, anche i ragazzi che amano la lettura non sempre si trovano nella disposizione giusta per leggere oppure non ne hanno il tempo.
E allora? Che facciamo?
Possiamo provare ad aiutarli a organizzare meglio la loro giornata, possiamo eliminare qualche impegno, possiamo spegnere la TV quella sera che “ tanto non c’è niente di interessante” ( magari NON la sera che l’ Italia si gioca la finale del Campionato del mondo di calcio!) e possiamo leggere INSIEME a loro, magari a voce alta, una storia che piaccia a LORO e magari scopriamo che piace anche a noi e non lo sapevamo.
Insomma, possiamo regalargli un po’ di tempo per leggere che poi sarebbe anche tempo per stare insieme che poi è anche tempo per sognare insieme.

lunedì 25 dicembre 2006

Mio figlio non legge


Capitolo I
Dedicato a tutti i genitori - lettori

Ve lo avevo promesso e io mantengo sempre le promesse. In questa serie di post affronteremo l’ argomento che, dal punto di vista di genitori e lettori, più vi turba. Non dico che renda insonni le vostre notti ma sicuramente è un tema che vi coinvolge e vi sconvolge.
E allora parliamone.
Prima di tutto, una domanda: l’ avete letto l’ ultimo libro di Baricco?
Se ancora non l’ avete letto, fatelo, lui scrive assai meglio di me!
E ora cominciamo.
Prima notizia: NON è vero che i vostri figli non leggono, non tutti almeno. La maggior parte di loro legge, eccome!
Voi mi direte: “ Non è possibile, ce ne saremmo accorti”
Beh, non è detto. Magari leggono quando voi siete al lavoro, oppure leggono cose che, per voi, non sono letture. Per loro, invece, sì.
E allora interroghiamoci: cosa è una lettura?
Voglio dire, solo libri? Se per lettura intendiamo una storia o meglio il racconto di una storia, allora dovremo necessariamente concludere che le storie non le raccontano solo i libri.
Una volta era più o meno così, le storie te le raccontavano a voce
( soprattutto i vecchi ) e i libri.
Oggi le storie le trovi in un sacco di posti: libri, film, televisione, web, videogames, fumetti.
E infatti i vostri figli, intervistati sull’argomento, alla domanda: “mi piace conoscere storie attraverso…” così rispondono:
i film (33 ragazzi su 39), tranquilli, subito dopo vengono i libri (23 ragazzi), al terzo posto ci sono i fumetti e poi l’ onnipotente TV, ma sono gettonati anche i racconti a voce.
Una prima conclusione che si può trarre è che ai ragazzi piace parecchio conoscere storie.
Ma quali storie? Questo è un aspetto non trascurabile del problema.
Pensateci, lo facciamo tutti: una storia ci è piaciuta da morire e la proponiamo a loro ma sentite cosa scrive un alunno: “…dovrebbero…chiedermi che libri voglio leggere, non dovrebbero darmi dei libri e pensare che, visto che sono piaciuti a loro, piaceranno anche a me”
Questo è già un gran bello spunto per una riflessione.
Il fatto è che i tempi cambiano. Io ero capace di rileggere il libro Cuore centinaia di volte e lo trovavo sempre affascinante da bambina, loro, in quella storia non si ritrovano proprio!
Ve l’ immaginate, oggi, Garrone, Derossi & Co.? E io cosa dovrei essere? La maestria dalla penna rossa?
Tanti, tantissime storie che noi abbiamo amato per loro sono noiosissime. Perché non ci si ritrovano. Perché sono lontane dalla loro esperienza.
Perché, anche se ben scritte, appartengono a un mondo che non è il loro.
Per fortuna!
Adesso già vi sento. State brontolando:” Come per fortuna?”
Sì, per fortuna, perché quel mondo era, per molti aspetti, assai peggiore del nostro tempo: i bambini in maggioranza erano analfabeti, la mortalità infantile ( e non solo quella ) era tremenda, si viveva tra difficoltà che oggi abbiamo dimenticato.
Non voglio dire che oggi sia un paradiso, anzi, ma….
Resta il fatto, incontrovertibile, che i nostri figli vivono in una realtà molto diversa da quella narrata nelle storie che noi abbiamo amato e, quindi, loro NON possono appassionarcisi.
Loro cercano le storie che possono capire. E dove le trovano?
Nei film, alla televisione, ovviamente, e anche nei libri, quando trovano storie che li coinvolgono!C’ è ancora tanto da dire, ma per il momento mi fermo qui, a presto.

lunedì 18 dicembre 2006

F1 & F2

F1 e F2
Non sono simboli matematici è così che in questo post mi riferirò a due ragazzi.
I ragazzi ( una volta avremmo detto i fidanzati) delle mie figlie.
Perché uso la F? Perché i loro nomi iniziano entrambi con questa lettera.
Cominciamo con F1, il ragazzo della figlia informatica ( da ora in poi FI).
E’ alto e robusto, appassionato di Medioevo ma non troppo studioso, come la FI del resto.
E’ buono come il pane e la FI se ne approfitta, anche troppo, quando la FI si infuria e urla
( praticamente sempre) lui si fa piccolo,piccolo e gli viene quella che la figlia grafomane chiama “ la faccia da topo”, d’ altra parte cosa dovrebbe fare? Contro le furie scatenate della FI non c’è scampo, l’ unica è lasciarla stare finché non le passa.
Entrambi amano i giochi di ruolo e spesso la mia casa si trasforma in un laboratorio dove si costruiscono armature e costumi, con quanta gioia mia ve lo lascio immaginare.
F1 è moro e ha i capelli lunghi legati a coda e la barba (Che gli ho fatto crescere io pefforza, Nd FI).
Anche F2 il ragazzo della figlia grafomane ( da ora in poi FG) ha i capelli lunghi legati a coda, lui ha anche una specie di pizzetto.
Questo studia. Giapponese e turco! Tra F2 e la FG meritano l’ Oscar della distrazione. Lui lascia gli occhiali a casa nostra, lei li trova e non ricorda neppure che sono dell’ amato bene. Dopo aver appurato, tramite telefonata dal MIO cellulare che i sunnominati occhiali appartengono all’ amato bene, ovviamente, dimentica di riportarglieli.
L’ unica cosa che la FG non dimentica MAI è di spedire la sera dal MIO computer (tanto internet lo pago io) una Mail piena di cuoricini lampeggianti.
Con tutto ciò, io, inguaribile ottimista, ogni tanto chiedo a F2 di ricordare alla FG qualcosa che, naturalmente, lui dimentica immediatamente.
F2 parla con spiccato accento sicano, infatti è di Palermo ed è pure tifoso del Palermo F1, invece, non si interessa di calcio.
Tutti e quatto sono disordinati, il loro non è il normale disordine dei giovani, il loro è un disordine DOCG, il caos primigenio, prima dell’ intervento divino.
Anzi, io sono sicura che se il buon Dio si fosse trovato, all’inizio della Genesi, davanti questi quattro “casinisti” avrebbe fatto un lungo sospiro rassegnato e avrebbe detto: “ Va be’, lasciamo perdere, chi me lo fa fare?”

Primadopoprima


Chissà perché non riesco proprio ad abituarmi al fatto che nel blog i post più recenti ( cioè quelli scritti DOPO) appaiano PRIMA!
Secondo me, deve dipendere dal fatto che, nonostante io mi impegni, non riesco ad essere tanto “Barbara.”
Nei testi scritti come li conosciamo noi, popolo di lettori “classici” l’ ordine è: prima quello che hai scritto prima e dopo quello che hai scritto dopo!
Ci sembra assurdo l’ ordine del blog.
Ma invece non lo è affatto. Se ci pensate.
Chi ve lo fa fare di scorrere tutti i post già letti, per cercare quelli nuovi?
Magari vi stufate e lasciate perdere.
E invece lui (il blog) vi serve, per così dire, in prima pagina quello che non avete letto ancora:
Vi sembra ancora così assurdo detto in questo modo? A me no, ma è difficile abituarcisi.

sabato 16 dicembre 2006

Lettori vs Barbari




Oggi parliamo di cose serie, perciò, se leggete questo blog solo per divertirvi un po’ saltate pure questo post.
Se, invece, siete tra quei genitori che vengono a dirmi:”Mio figlio NON legge, come posso fare?” o siete di quei figli che pensano: “ Ma quanto rompi papà, io Leggo eccome, solo non quello che leggi tu” o siete di quegli insegnanti che pontificano:” I ragazzi DEVONO leggere i classici e devono IMPARARE A MEMORIA il 5 Maggio” forse è bene che diate un’ occhiata a quanto scriverò.
Mi rendo conto che l’ introduzione, quanto a stile scoraggerebbe chiunque, infatti deprime anche me, si vede che oggi non sono in vena, ma fatevi coraggio e continuiamo anche perché voglio parlarvi di uno che di stile ne ha da vendere.
Alessandro Baricco.
L’ autore piemontese ha recentemente dato alle stampe un volume, intitolato “I barbari” che tutti quelli che leggono e tutti quelli che insegnano dovrebbero leggere e meditare.
Sì, avete letto bene: MEDITARE.
E’ un libro non facile ( come tutti quelli del Nostro), occorre leggerlo lentamente e pensare, cosa non facile in questo nostro tempo veloce.
Baricco si fa delle domande che sono anche le nostre domande, di noi che leggiamo, dico, e che amiamo certe letture, per così dire classiche, circa coloro che sembrano non leggere o che leggono cose altre, lui li chiama Barbari.
Io nel suo libro ho trovato molte conferme e qualche risposta.
Da tempo pensavo che in realtà tutti siamo barbari, nel senso che la storia dell’uomo va avanti solo se una generazione distrugge una parte di quello che i padri hanno costruito e se ne serve per adattare l’ ambiente alle sue necessità.
Tutto scorre, aveva ragione Eraclito e Parmenide sbagliava. Se non sbaglio è l’ entropia.
I barbari rappresentano il cambiamento o, quanto meno, si adattano ai cambiamenti.
E’ l’ eterna guerra tra vecchi e giovani, ma è la vita!
I barbari hanno “una diversa idea dell’ esperienza” dice Baricco “ e una differente dislocazione del senso nel tessuto dell’ esistenza”.
E allora? Qual’ è la soluzione?
“Navigare, sarebbe il compito” e questa è “la mia promessa dentro al cuore”
Voi direte che significa?
Non ve lo dico ( sono bastard inside).
Leggetevi il libro e poi ne riparliamo.
Buona lettura

venerdì 15 dicembre 2006

Vacanze al mare 1


Quando la figlia informatica ( da ora in poi FI ) aveva un anno e mezzo andammo in vacanza al mare.
Primo giorno in spiaggia. Si mostrò moderatamente interessata alla sabbia, volle sedersi sull’ asciugamano, tirò fuori dalla borsa secchiello, palette e formine e, diligentemente, si applicò a pasticciare, più per dare soddisfazione a quegli scemi dei genitori ( noi ) che per effettivo interesse.
Poi venne il momento fatidico. Il padre la prese per mano, dopo che l’ avevamo equipaggiata di regolamentari braccioli, per portarla in acqua. Fecero tre passi dall’ ombrellone in direzione della riva, poi lei inchiodò a tavoletta e disse: “ NO!”. Lei disse solo no ma noi capimmo tutto e cioè: “Voi siete pazzi! Io non ci vado in acqua. Già mi basta e avanza quando mi fate il bagno e mi lavate i capelli con lo shampoo. Non ho nessuna intenzione di infilarmi in quella specie di immensa vasca da bagno, quindi riportatemi indietro e rassegnatevi.”
La FI è sempre stata una donna determinata e noi capimmo che ogni sforzo sarebbe stato inutile. Quindi il padre ( che da giovane aveva praticato la pesca subaquea ), delusissimo, si girò per riportarla sotto l’ ombrellone. Fu allora che la FI ”LA” vide.
L’ altalena.
E qui le scattò il richiamo della foresta, o qualcosa di simile. Sarà stata una faccenda genetica ( io adoro ancora oggi l’ altalena), si diresse a velocità stratosferica verso il fatale marchingegno, seguita a ruota dal padre in ansia e disse: “SU!”.
Fu collocata sul sedile e opportunamente dondolata. Quello la gratificò parecchio.
L’ estate passò così: Io stesa al sole per tentare di curare la sinusite che fedelmente mi accompagna dai tempi del Liceo, lei sull’ altalena e il padre sotto il sole cocente a spingerla dalle nove del mattino fino all’ ora di pranzo.Il che, direbbe Guareschi, è bello e istruttivo.

Vacanze al mare 2


Quando la figlia grafomane ( da ora in poi FG ) aveva un anno e due mesi andammo in vacanza al mare.
Va bene, si è capito a noi piace trascorrere le vacanze al mare, ebbene sì.
Primo giorno di spiaggia. La portammo sul litorale in braccio, la FG è sempre stata una un po’ pigra, all’ epoca si guardava bene dal camminare. Nel senso che non aveva ancora imparato. Probabilmente pensava: “Chi me lo fa fare?”, se proprio non trovava nessuno disposto a prenderla in braccio, gattonava, ma in genere lo trovava, ci sapeva fare già da allora.
Insomma, la portammo in spiaggia e la mettemmo a sedere su un asciugamano, intanto ci sistemavamo anche noi.
Quando ci girammo, uno spettacolo terrificante si mostrò ai nostri occhi atterriti: la FG stava gattonando ed era ormai arrivata all’ acqua.
Sotto lo sguardo schifato della FI, il padre si lanciò all’inseguimento e si tuffò ( sul litorale sassoso, non nell’ acqua) effettuando un perfetto placcaggio da football americano e procurandosi ecchimosi ed escoriazioni varie.
La FG fu riportata sotto l’ ombrellone da dove immediatamente ricominciò la sua personale lunga marcia ( ma si può parlare di marcia per una che gattonava?) verso l’acqua, sotto lo sguardo divertito di numerosa parentela.
Continuò così per tutto il giorno, il padre era esausto e io presi una decisione drastica ( ci sono momenti nella vita in cui è necessario!).
Le misi i braccioli.
Fissi.
Voglio dire che glieli infilavo appena arrivavamo in spiaggia e glieli levavo solo quando rincasavamo.
La FG era felice, partiva gattonando verso l’ acqua alle nove del mattino, e ci restava, sorvegliata da qualcuno, non importa chi ( ormai la conoscevano tutti, tutti erano innamorati di lei e si prestavano volentieri alla bisogna), a mezzogiorno veniva prelevata, con suo sommo rincrescimento, da uno dei genitori e riportata, alquanto lessa, a casa.
Il pomeriggio: bis.
Quando tornammo a Roma la FG aveva uno splendido incarnato color biscotto, tranne le braccia, quelle erano bianchissime, erano rimaste per un mese coperte dai braccioli!
Il che, come ridirebbe Guareschi, è bello (?) e (SICURAMENTE) istruttivo.

giovedì 14 dicembre 2006

Complimenti


Ragazzi!
Oggi mi è successa una cosa che mai avrei creduto. Alcune persone mi hanno detto che leggono tutte le mattine il mio blog e che rimangono deluse se non scrivo nuovi post.
Allora scrivo bene!
E’ come prendere 10 in un tema. Sono soddisfazioni.
Allora, vediamo, che cosa posso raccontarvi?
Ci sono: vi racconto la storia della frittata, o meglio delle frittate. Al plurale.
Leggete il post successivo e scoprirete che cosa voglio dire.

La storia delle frittate


Della mia infanzia mi porto dietro il ricordo di due frittate: un incubo ed un sogno.
Primo atto: La frittata con le cipolle.
Dovete sapere che io ODIO le cipolle. Questione di gusti, ci sono quelli che adorano le cipolle e quelli che le odiano non c’è via di mezzo. Ebbene, io odio tutto delle cipolle: l’ odore, la consistenza scivolosa, il sapore.
Poche cose sono per me più repellenti delle cipolle.
Mia madre, invece, le adora. Le ritiene estremamente salutari e assolutamente indispensabili per la corretta crescita e lo sviluppo di un bambino.
Così, una volta a settimana ci toccava. La frittata. CON LE CIPOLLE!!!!
Tornando da scuola, girato l’angolo della nostra strada, già si sentiva l’immondo odore. Sì lo so che non è possibile ma il fatto è che IO lo sentivo.
Non c’ era scampo, contro mamma e la sua orrida frittata la battaglia era persa.
A tavola avevo tutta l’aria del condannato a morte mentre sale sul patibolo. E ci provavo. A mangiarla, dico. Mi tappavo il naso e cercavo di ingoiare il boccone letale. Ma la gola si rifiutava. Non c’ era nulla da fare, la frittata non andava giù e allora…scapaccioni. E digiuna fino a ora di cena. Meno male che il giorno dopo c’ era un’ altra pietanza!
Secondo atto: La frittata al burro.
Quando ero molto piccola andavo spesso a casa della nonna paterna. Ero la sua nipote preferita e mi viziava in tutti i modi possibili. Io l’ adoravo.
Nonna sapeva che tra i miei piatti preferiti c’ era la frittata SENZA CIPOLLA.
E me la faceva. Un rito. In cucina lei lavorava e io assistevo. In estasi. Già pregustavo. Prendeva UN uovo ( uno solo tutto per me) lo sbatteva ben bene, metteva una noce di burro in un padellino piccolo piccolo e ci buttava l’ uovo. Un profumo di paradiso si diffondeva e io ero al settimo cielo. Ma il meglio doveva ancora venire. A maggio, mi apparecchiava un tavolinetto sul terrazzo, dove teneva una pianta di gelsomino fiorita. Immaginate: profumo di frittata al burro e profumo di gelsomino, nonna e io che mi sentivo amata.
Ragazzi, sono sicura che, se andrò mai in Paradiso, risentirò là quell’ armonia di fragranze!

lunedì 11 dicembre 2006

Cat risponde


Certo quel gatto (o gatta?) che hai messo è un po' snob ma forse anche un po' timoroso di esporsi. Praticamente l'essenza pura di tua sorella Caterina. Forse hai esagerato nei complimenti (Caterina non era carina, forse era "passabile" munita delle sue"olive" ma questa è un'altra storia) inoltre la nostra Cat continua ad essere imbranatissima. Ella si manifesta ancor oggi come esempio raro ed estremo di timidezza attribuibile al genere umano. A dire il vero ho la sensazione che sia Lei ad invidiare la tua infinità versatilità ed intraprendenza, considerati gli scarsi e poco edificanti risultati conseguiti nel corso della sua travagliata esistenza di emigrante nell'oltre Po. In merito allo shopping "meditativo" che Ella pratica da sempre, si può dire che è una forma di risparmio avveduto nel senso che è inutile comprare di getto cose che poi rimarranno vergini e incontaminate nell'armadio, visionate di quando in quando con la coda dell'occhio con quel leggero senso di fastidio allo stomaco, unico testimone immediato del fallimento della scelta. Insomma meglio prevenire che curare soprattutto il mal di stomaco ma anche la leggerezza del portafoglio. Forse sto delirando (è colpa dei mezzi informatici che a volte ci rendono un po' schizoidi). Rientrando per un attimo nella parte più profonda del mio sé posso dire che avere una sorella come Tess è per me un grande vanto. E' lo scandagliatore della creatività . L'averla ritrovata in tarda ma più consapevole età mi rende assai più forte soprattutto perché la positività che trasmette è troppo contagiosa!

Cat

Derby


Lazio Roma 3 a 0.
Io sono interista, l' Inter ha vinto e vola a sette punti dalla Roma, quindi dovrei essere contenta.
Invece no.
D' accordo, io sono una stupida idealista ma la sconfitta della Roma mi dispiace e per un sacco di motivi.
Primo: Mi sta simpatico Totti. Non so perché, forse perché lui è la dimostrazione che , se hai talento, anche se non sei bravo a scuola, nella vita ti fai strada. O forse perché ho l' impressione che, anche se ha avuto successo, non si è montato la testa.
Secondo: ho un bel po' di parenti romanisti e posso immaginare il loro stato d' animo. Ho anche un bel po' di alunni romanisti e il loro stato d' animo lo vedrò tra poco, quando entrerò in classe, sai come staranno attenti quando spiegherò Marzo 1821?!
Terzo: perché sono interista. Già, che gusto c' è a seguire un campionato se non c'è lotta al vertice? E' come seguire i Gran premi automobilistici con Schumaker che vince sempre. Magari uno è contento ma non c'è storia.
Così ieri, quando ho saputo della disfatta romanista mi sono dispiaciuta.
Però ( lo so che non si comincia una frase con "però", insegno Lettere! ) non è ancora detta. La Roma può giocare bene ( l' ha dimostrato ) e recuperare e l' Inter ci ha abituato ( da anni ) a vittorie travolgenti e sconfitte clamorose.
Allora, FORZA INTER ma anche FORZA ROMA!!!

giovedì 7 dicembre 2006

Cat


Cat. Non significa gatto anche se lei adora i gatti.
E’ semplicemente il nome di mia sorella.
Lei è tutto l’opposto di me: io sono una chiacchierona, lei non parla mai molto. Io mi butto in ogni avventura, lei medita accuratamente prima di agire. Io raramente so cogliere il lato umoristico delle cose, lei ci riesce sempre. Lei è carina, io sono decisamente brutta. Lei è un asso in matematica, io a stento riesco a fare le divisioni.
Da piccole non andavamo molto d’accordo, anzi litigavamo assai spesso. Io ero gelosa di lei, avrei voluto essere come lei: bella e saggia, invece ero brutta ( anche allora ) e sconsiderata!
C’ era una cosa che non mi piaceva di lei: andare a fare spese insieme. Da ragazze, uscire con lei per fare shopping era un incubo! Io, se avevo bisogno di una gonna, andavo in un negozio e prendevo la prima che mi capitava fra le mani. Lei no. Lei usciva di casa con l’ idea precisa di come doveva essere la gonna: colore, forma, tessuto, lunghezza, tipo di chiusura, decorazioni.
E girava tutti i negozi che vendevano gonne, faceva tirar giù alle commesse tutte le gonne che avevano e, se non trovava LA GONNA se ne andava, inseguita, suppongo, dalle maledizioni più terribili lanciate dalle malcapitate al suo indirizzo. Io mi vergognavo da morire! Tornavo a casa stremata da quegli interminabili pomeriggi, inventavo scuse per non accompagnarla.
Non è che oggi sia molto cambiata, ci impiega meno tempo a scegliere ma insomma…
Malauguratamente ho una figlia che sotto questo punto di vista sembra la fotocopia di sua zia!
Voglio molto bene a mia sorella e mi dispiace che lei viva lontano. Quando viene a Roma sono felice e cerco di passare più tempo che posso con lei, anche se questo significa talvolta andare a fare shopping insieme!

lunedì 4 dicembre 2006

Odissea


Ore 14,30, lunedì, con Francesca e Fausta andiamo al corso di Informatica.
In macchina, Francesca guida, Fausta è seduta davanti, io dietro, PER FORTUNA!
C'è traffico, tanto traffico, ( sarà perché si avvicina il Natale e la gente va già a fare spese ) non si cammina e comincia ad essere tardi.
Francesca non è un tipo troppo calmo, anzi è proprio "fumina", si inquieta facilmente e non solo per il traffico.
Via Tiburtina è bloccata, camminiamo a passo d' uomo, i soliti furbi si infilano dove non è consentito e Francesca è sempre più irritata.
Arriviamo ad un semaforo. Rosso. Ci sono i vigili che, come al solito, fanno più confusione degli automobilisti, Francesca è sempre più furibonda, i suoi commenti sono affascinanti, Catone il Censore non avrebbe potuto fare di meglio.
Da qui in poi va un po' meglio ( non ci sono più vigili), nel senso che almeno si cammina, anche se il traffico è ancora piuttosto sostenuto e molti automobilisti hanno comportamenti censurabili. E infatti Francesca censura. E' decisamente furiosa e, anche se guida bene, qualche frenata brusca è inevitabile.
finalmente arriviamo al Von Neumann, dove seguiamo il corso. Per me, è come quando Ulisse arriva a Itaca, finalmente l' Odissea è finita.

domenica 3 dicembre 2006

Shopping


Una mattinata di shopping con Aurora ( la figlia grafomane ).
Sono stanchissima ma la mia carta di credito è addirittura esausta!
Il fatto è che quando noi due andiamo in libreria ci scateniamo. Non possiamo resistere al richiamo dei libri, la carta stampata è una droga inesorabile.
Infatti anche oggi abbiamo fatto man bassa e non solo di libri, c’ erano delle agende affascinanti, piene di gatti. Io sono circondata da catlovers: la figlia, la sorella e Francesca, un’ alunna.
I gatti piacciono anche a me e così abbiamo comprato le agende e il DVD di Cars ( io adoro Luigi, la cinquecento ferrarista! ).
Poi, al Forum della Stazione Termini, abbiamo fatto un’ incursione nel delizioso negozio che vende caramelle; per la figlia, che sta a dieta, caramelle senza zucchero, per me le fantastiche Mou, l’ altra figlia dice che sono Moudipendente, è VERO.
E infine, siamo passate in un negozio di abbigliamento, dove abbiamo fatto impazzire una gentile signorina di nome Daria che, con infinita pazienza, ci ha mostrato una serie di pantaloni e gonne e golfini per Aurora che, incredibile ma vero, aveva manifestato il desiderio di avere qualcosa di
“ ELEGANTE”. Ero meravigliatissima perché di solito si infila in pantaloni over size da rapper e i maglioni più sono larghi e lunghi e più lei li ama.
Insomma, abbiamo acquistato diversi capi ( non si sa mai, magari ci prende gusto a vestirsi da donna ) e poi siamo andate al McDonald.
Lo so che al Mc si mangiano solo schifezze, ma a me piacciono, una volta ogni tanto!
Aurora ha preso l’ insalata che non fa ingrassare, io che sono magrissima (e soprattutto modesta. Nota della figlia grafomane) sono andata su fritti e salse, tanto ho pure il colesterolo basso!

giovedì 30 novembre 2006

Eco, Baricco e Manzoni











Io adoro Umberto Eco ed Alessandro Baricco.
O meglio, adoro quello che scrivono.
I loro romanzi. I Barnim. Le Bustine di Minerva.
Quando li leggo “ci cado dentro”, mi sento in sintonia con la loro ironia, con la leggerezza di farfalla di anime che guardano alla vita con disincanto e insieme passione.
E me li immagino, penso che mi piacerebbe incontrarli, diventare loro amica, per sentirli parlare, per conversare con loro.
Se mi arricchiscono tanto con i loro scritti, devono essere persone speciali, penso.
Poi mi ricordo di Ettore Paratore.
Quando leggevo, al Liceo, La sua Storia della Letteratura Latina, mi stupivo di come egli avesse saputo comprendere le opere e gli autori, con quanta sensibilità aveva saputo indagare l’ animo dei personaggi!
Pensavo che fosse un uomo meraviglioso.
Poi, all’ Università il disinganno.
Incontrai un uomo amareggiato, egocentrico, sgarbato.
La mia delusione fu a ssai dolorosa ma fu anche una salutare lezione.
Del resto anche Alessandro Manzoni che ci appare, come autore dei Promessi Sposi, così benevolo e ironico, nelle pagine della “Famiglia Manzoni” di Natalia Ginzburg ci si presenta ben diverso e niente affatto piacevole.
Allora, penso, è meglio che continui ad amare gli scritti di Eco e di Baricco senza conoscerli di persona, così non rischio eventuali e deprimenti disillusioni.

Grazie Ludovico




Per le passate vacanze di Pasqua, la figlia grafomane mi ha portato a Parigi. In Aereo.
Io l’ aereo non l’ avevo mai preso e avevo una notevole paura.
Anzi.
Ero terrorizzata.
Però non ho avuto il coraggio di dirle di no.
Così siamo andate a Ciampino da dove partiva il volo low cost per Parigi.
Il tempo passava ed io pensavo: “Adesso scappo e torno a casa mia”.
Stavo proprio per farlo quando ho conosciuto Ludovico. Sette anni. In attesa dello stesso volo, con la madre.Prima volta anche per lui. Gli ho chiesto se avesse paura. Non gli ho detto che io ne avevo tanta ma lui ha capito ( e non ci voleva molto )
“ Un po’ – mi ha risposto – però poi io a Parigin vado sulla Tour Eiffel e a Disneyword”.
E qua io mi sono sentita un verme.
Come, un ragazzino di sette anni più coraggioso di me?
E mi è scattata tutta la faccenda che io avrei dovuto essere di esempio a lui e che figura ci avrei fatto etc. etc.
Così ho fatto finta di niente e sono salita sull’ aereo.
Mentre mia figlia, totalmente dimentica di una madre “fusa” chiacchierava amabilmente in spagnolo con una signora spagnola, Ludovico mi spiegava come si fa a capire quando un aereo è in fase di decollo ( a lui lo aveva spiegato sua madre ).
Insomma, l’ aereo è partito ed era bello vedere il mondo piccolo piccolo dall’ alto.
Per farmi coraggio durante il viaggio ho mangiato senza sosta della cioccolata ( ne avevo comperato massicci quantitativi in aeroporto ) e ho parlato di molti interessanti argomenti con Ludovico, senza il quale, forse, non sarei partita affatto!

mercoledì 29 novembre 2006

Susi





L' ultima volta che avevo fatto ginnastica è stato in terza media.
Al liceo ho usato tutte le patologie contemplate dal dizionario medico internazionale come scusa per scampare all' ora di E.F. a parte il gomito del tennista, la prof. MAI avrebbe potuto credere che io frequentassi i campi da tennis.
Sono passati quarant'anni, sto passando un momento difficile e tutti mi dicono che devo fare qualcosa, devo tenermi occupata, così, in un momento di obnubilazione ( se non sapete cosa significa cercate sul dizionario ), mi sono iscritta in palestra.
Naturalmente ho subito chiesto quale fosse il corso meno faticoso, più tranquillo, alla portata di una signora di mezza età, con scarsa propensione all' attività fisica quale, indubbiamente, io sono.
Le gentili signorine della palestra mi hanno consigliato il Pilates.
Io non sapevo neppure cosa fosse ma ho deciso che quello era il corso per me e ho cominciato ad andare alle lezioni.
La maestra di Pilates si chiama Susi, è una bellissima fanciulla con un fisico perfetto e ben allenato ed è anche molto gentile, non si inquieta mai anche se ha a che fare con un nutrito gruppo di signore e con un gentiluomo di nome Mike che non sono proprio il massimo quanto a capacità motorie.
Susi è gentile ma implacabile, un sergente dei marines. La lezione dura un' ora e per un' ora lei ci fa respirare come dice lei, ci fa muovere ogni muscolo del nostro corpo ( anche quelli che mai avremmo pensato di possedere ) come dice lei.
Ma la cosa più terribile è quando ci fa star fermi, dritti come dice lei per alcuni secondi che sembrano lunghi secoli. Io non avrei mai pensato che star fermi in posizione corretta ( schiena dritta, spalle basse, testa in alto, piedi paralleli, respirare col naso e con la bocca ) fosse così faticoso.
Ma funziona, da quando faccio Pilates sto più dritta e ho meno dolori alla schiena, anzi non ne ho più.
E mi diverto, anche, cosa che mi sembrava impossibile!
E allora, GRAZIE SUSI!!

lunedì 27 novembre 2006

GIALLO!




Ebbene sì, mi piacciono i gialli, libri, film, fictions.
Che vergogna! Una prof. che, invece di leggere libri seri e seriosi, legge Agata Christie e Cammilleri.
E non solo, anche Rex Stout, Conan Doyle e vedo anche i telefilm del commissario Cordier e persino N.C.I.S.
Ora, vorrei fare qualche considerazione.
Questi autori, scriveranno forse storie d' evasione, ma le scrivono decisamente bene.
Voglio dire, usano una lingua corretta, talvolta anche elegante, il loro stile è spesso affascinante ed è piacevole sentirli "parlare".
Le storie sono spesso intriganti e catturano l' attenzione, i personaggi sono ben disegnati e i caratteri spesso indagati con attenzione.
C' è, poi, a leggere queste storie, un indubbio vantaggio: che si mette in moto un ragionamento, che si attivano le " celluline grigie " come diceva Poirot, e vuoi mettere che aiuto prezioso sono i libri gialli contro l' Altzeimer che inesorabilmente avanza?

domenica 26 novembre 2006

I Libri




"Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’ analfabeta (o ai chi, alfabeta, non legge ) è che lui sta vivendo e vevrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime."
Non è un pensiero mio, queste parole le ha scritte Umberto Eco, io le condivido appieno, un libro è un mondo nel quale puoi rifugiarti, quando sei triste o hai paura, quando vuoi vivere nel passato o nel futuro o nel presente la storia di un altro, è come avere infiniti universi in tasca, e la cosa più bella è che decidi tu in quale di essi infilarti

Il Basilisco

Quessto l' hanno fatto i ragazzi e le ragazze della I E

Tanto tempo fa esisteva un animale, mezzo uccello e mezzo serpente: il basilisco.
Sulla testa aveva una cresta che gli arrivava fino a mezzo dorso, la sua coda era lunga e le sue ali assomigliavano a quelle di un pipistrello.
Tutti gli animali erano terrorizzati perché aveva il veleno negli occhi, bastava che puntasse gli occhi su un animale e quello moriva. Le vittime aumentavano di giorno in giorno.
Allora gli animali della foresta decisero di scappare durante la notte in un altro luogo.
La mattina dopo il basilisco si svegliò e andò a caccia, solo che non trovò nessuno, allora cominciò a fissare con il suo sguardo assassino alberi ed erba e tutto diventò un deserto.
E adesso puoi leggere il finale di:
Agnese
Elisa
Federico S.
Beatrice
Francesco
Elisina
Giulia
Ilaria
Giordano
Marco
Federica
Laura
Benedetta
Francesca
Gianmarco
Leonardo
Fabio
Edoardo
Federico M.

venerdì 24 novembre 2006

Ha ha!


Mia figlia, quella grafomane, ha visto il mio blog. Ha detto che è carino ma un po’ ci è rimasta male.
Per due ragioni: la prima è che ha scoperto che sua madre sa scrivere delle cose un po’ più complesse della lista della spesa e del Piano di lavoro Annuale ( che è anche più banale della lista della spesa ), la seconda ( e più terribile ) è che si è resa conto che la sunnominata genitrice non è proprio quella capra che lei pensava fosse al computer!
Ora, in merito al primo punto, c’ è poco da dire se non che lei scrive molto meglio di me e io ne sono decisamente felice.
Quanto al punto due, direi
a) che il corso di informatica che seguo sta dando i suoi frutti,
b) che non ci vuole poi molto a imparare ad usare Pc e Internet e anche un essere dotato di un Q.I. subumano (come, per definizione figliesca, è in genere un genitore) può riuscirci con un po’ di impegno e di studio,
c) Il punto c) è direttamente collegato al punto b): Cari ragazzi, non ve la tirate troppo se sapete usare la tecnologia, NOI VECCHI sappiamo imparare meglio di voi, se ci mettiamo a studiare vi raggiungiamo alla grande e magari, in qualche occasione, vi superiamo, anche.
Volete sapere che c’ entra la Pantera Rosa con questo post?
Assolutamente nulla. Però mi piaceva e ce l’ ho messa. Ciao

Vacanze?


Quando ero bambina, in Settembre ( allora la scuola cominciava il 1° Ottobre ) andavamo dai miei nonni che vivevano in un paese vicino a Roma.
C’ erano anche i miei cugini, giocavamo nelle ville che circondano il paese, ci divertivamo.
Se si esclude il fatto che mio nonno era un tipo severissimo, che odiava i mancini e che IO SONO MANCINA, dal lunedì al sabato eravamo felici.
Poi arrivava la DOMENICA!
Embè, direte voi, che ti ha fatto la domenica?
Adesso ve lo spiego.
La domenica cominciava con il bagno, nella tinozza. Era una casa antica quella dei miei nonni, la vasca non c’ era, era imbarazzante essere lavati nella tinozza.
Poi venivamo vestiti: mio fratello con i calzoni “all’ inglese”, cioè corti ma non troppo, io e mia sorella con abitini di batista, a fiorellini e righe orizzontali, rigorosamente uguali e con maniche a palloncino. Solo che a mia sorella stavano bene, era magrissima LEI! A me no, io ero orribilmente paffuta e quegli abiti mi ingrossavano anche di più.
Il tutto era accompagnato da sandali a fascia, bianchi. Lucidati col bianchetto da mia madre e avevamo l’ ordine tassativo di non sporcarli. Voi avete mai provato a tener puliti dei sandali bianchi? E’ IMPOSSIBILE. Ma la cosa peggiore erano i PEDALINI ( traduzione per i non romani: calzini corti ) bianchi pure quelli. Non ho mai capito perché con i sandali dovessimo indossare quegli obbrobri, i sandali non si portano a piedi nudi?
Alle undici si andava a Messa, quella solenne. Tutta cantata. LUNGHISSIMA.
All’ uscita, se eravamo stati buoni, ci compravano il gelato ma anche quello era un tormento: dalla borsa di mia madre, un attimo prima di ottenere il cono, uscivano tre giganteschi fazzoletti che ci venivano imposti a mo’ di grembiule “ altrimenti vi sporcate il vestito”. Ci vergognavamo come ladri anche perché gli altri ragazzini ( col gelato ma senza fazzoletto ) sghignazzavano in modo alquanto evidente.
Poi c’ era il pranzo, col nonno terribile e nel pomeriggio, di nuovo con gli odiati abitini, la passeggiata. Noiosissima. Lunghissima. E io pensavo: “ Speriamo che cominci presto la scuola, così torniamo a Roma!”

mercoledì 22 novembre 2006

Mitica Ferrari




E va bene, lo confesso: sono una Ferrarista sfegatata.
Che ci posso fare, è stato amore a prima vista. Lei, la mitica rossa, ci dà tante di quelle soddisfazioni che è impossibile non amarla! Quando vince e anche quando non vince.
Lei e Schumi sono stati una coppia fantastica, da far impazzire il mondo.
Adesso chi sa come andrà, Raikkonen ci saprà fare?
Certo è uno che sa il fatto suo, correre corre bene ( era la vettura che lo fregava sistematicamente ) ma riuscirà a essere in sintonia con la Rossa come lo era Michael?
Speriamo, il prossimo anno sarebbe bello un campionato TUTTO ROSSO

Influenza



Ho l' influenza. Sono, credo, la prima in Italia a beccarmela, ma, si sa, i virus mi amano, solo loro.
Intanto perdo sette giorni di scuola, due lezioni in palestra, tre ore di informatica.
E la spesa, chi farà la spesa?
Mah, vorrà dire che non mangeremo finché non sarò guarita. Scherzo, naturalmente.
E i miei alunni, che faranno i miei alunni?
Sette giorni senza di me sono una pacchia, ragazzi, lo so ma per favore studiate!
Altrimenti quando tornerò avrete perso l' allenamento e dovremo ricominciare da capo.
Un grande ciao, mi mancate!!!!

martedì 21 novembre 2006

Il gatto del Cheshire


Avete presente Alice nel paese delle meraviglie?
Ve lo ricordate quell' odioso gatto che appariva e scompariva ma sorrideva sempre?
A me quel gatto fa venire in mente certa gente ( troppa ) che incontro ogni giorno, sorridono sempre, ti dicono sempre di sì, ma gli leggi in faccia l' ipocrisia del vigliacco che non ha il coraggio di dirti: "Non sono d'accordo con te" oppure "Non ti posso aiutare" un bel NO insomma, non te lo dicono mai, sorridono.
A me, quando me ne trovo uno davanti ( spesso ), viene la nausea peggio di quando sono salita sull' aereo ( ma questa è un' altra storia e ve la racconto un' altra volta ) e il peggio è che non sono solo adulti! Ci sono anche tanti "micetti del Cheshire" e questa è una cosa tristissima.

Il naso di Cyrano


Perché chiamare un blog "Il naso di Cyrano"?
Perché questo blog è dedicato a tutti quelli che "gli salta la mosca al naso" e che non vogliono essere "presi per il naso".
Proprio come Cyrano, il più grande spadaccino di tutti i tempi ma anche il più grande idealista di tutti i tempi.
Un fesso, potrà dire qualcuno di voi.
Forse quel qualcuno ha ragione, e può anche scriverlo nei commenti, qua si accetta qualsiasi punto di vista ma a me quel "fesso" piace, vorrei essere come lui ( il che non è per niente facile ) perché Cyrano è un idealista onesto, onestissimo, paga sempre in prima persona e oggi ( ma anche ai tempi suoi ) dove lo trovi uno così?