Il naso di Cyrano: novembre 2013

sabato 23 novembre 2013

La Nemesi di Bacco



Martedì  scorso, mentre con la FG ero in giro a fare spese, una signorina ci ha dato un volantino che reclamizzava un ristorante che si trova a poca distanza da dove noi abitiamo. Era, in effetti, ora di pranzo e io e la inevitabile FG ci siamo guardate: un’ occhiata rapida, determinata, più o meno come quelle che Bonaparte scambiava con i suoi marescialli un attimo prima di sferrare l’attacco fatale, un’occhiata che può significare una cosa sole:”Andiamo!!” Siamo andate mentre intorno a noi Giove Pluvio scatenava una tempesta d’acqua e di vento.

Il locale, che si chiama “La Nemesi di Bacco”ed è situato in via Giano della Bella35/39, è molto accogliente e gradevole, io gestori sono due giovani fratelli gentili e garbati, hanno prezzi accessibili e cucinano davvero bene.

Io e la FG abbiamo preso il menù di pesce: antipasto, primo e secondo; era tutto buonissimo e, talvolta, con accostamenti geniali, ad esempio i fagioli con i polipi o gli gnocchi in sugo di pesce, non li avevo mai mangiati ma, credetemi, sono deliziosi.

Le porzioni non sono esattamente da nouvelle cuisine e, dopo l’antipasto e il primo, ho detto alla FG che forse non sarei riuscita a mangiare anche il secondo. Ed è a questo punto che l’ineffabile FG mi ha regalato un’altra delle sue immaginifiche perle di saggezza, dicendomi con voce ieratica (La FG ha sempre la voce ieratica quando l’argomento è il cibo!): “Laddove lo spazio finisce, inizia la curiosità!”

Ovviamente, col termine “spazio” non intendeva l’infinito cosmo ma il ben più limitato stomaco mio.

La FG aveva ragione: ho mangiato anche senza fatica un secondo di grigliata e frittura leggerissimo e fragrante, accompagnandolo con un bicchiere di gradevole vino bianco veneto. E, poiché la mia curiosità non si limita all’assaggio dei cibi, ho anche chiesto l’origine del nome del ristorante. I gestori mi hanno spiegato che Nemesi, che significa Vendetta o Giustizia negata, era il nome della loro nonna, precedente proprietaria del ristorante. Il nome, così insolito ed impegnativo le era stato dato dal padre socialista, un nome che è tutta un’idea!

Ho pensato al mio nonno socialista, forse anche lui avrebbe voluto chiamare i suoi figli con nomi “ideologici” ma aveva sposato mia nonna che i figli li ha chiamati, molto più tradizionalmente con nomi di santi!

Mentre mangiavamo, Giove Pluvio aveva terminato di scaricare tutta la sua furia e ce ne siamo tornate a casa con il sole, sazie e soddisfatte, dopo aver promesso ai gentili proprietari che saremmo tornate anche insieme alla FI.

domenica 17 novembre 2013

Al Parco degli Acquedotti



Giovedì, unica giornata piena di sole in questa uggiosa, piovosissima ed umida settimana, con i ragazzi e le ragazze di prima media, sono andata a visitare il parco degli Acquedotti.
Gli Acquedotti io li avevo visti sempre da lontano, dal treno o dall’automobile, percorrendo la via Appia o la Tuscolana  ma visti da vicino fanno ben altro effetto nella loro maestosità.
Gli Acquedotti sono un’invenzione dei Romani, non sono opere d’arte ma strutture funzionali all’approvvigionamento idrico di Roma, sono strutture lunghissime, in muratura e conglomerato, ricoperte in opus reticolatum o latericium, in leggera pendenza, soprelevate o interrate che garantivano a Roma una ricchezza d’acqua unica nel mondo antico.
Con gli allievi ci eravamo ben preparati, nei giorni precedenti la visita abbiamo studiato il materiale reperito sul web e giovedì abbiamo potuto integrare quanto avevamo imparato con le spiegazioni che Stefano, la nostra guida, ci ha fornito.
I ragazzini della mia prima D si sono comportati quasi tutti bene,  sono stati attenti, hanno preso appunti (anche perché lunedì devono portarmi la relazione!), hanno scattato tante fotografie, hanno fatto domande e hanno saputo rispondere esattamente a parecchie domande fatte da Stefano.
Io, che, sugli Acquedotti, molte cose le sapevo già,ho imparato qualcosa di nuovo e ripassato molto di vecchio, che non fa mai male, ho scattato diverse fotografie e ho avuto modo di godermi un altro scorcio di Roma!!.

domenica 10 novembre 2013

Roma



Nei giorni appena passati ho preparato una piccola guida di Roma in lingua inglese per gli insegnanti stranieri che, nell’ambito del progetto Comenius, saranno ospiti della Fratelli Bandiera, la mia scuola, a fine Novembre.

Mentre descrivevo monumenti e fontane, riflettevo sulla bellezza di questa povera e ricchissima città.

Roma, dopo Firenze, è sicuramente la città più bella del mondo: in ogni angolo, a saperla cercare, si può trovare una traccia di bellezza: chiese, fontane, piazze famosissime ma anche angoli nascosti, poco o per nulla conosciuti, fontanelle che, oltre ad offrire acqua fresca e gratis (solo a Roma!!), ristorano il passante con la loro grazia, paesaggi urbani che raccontano storie e leggende, spesso false ma quanto è piacevole sentirsele raccontare e fare finta di crederci! Se si va a spasso di notte, a Roma, si possono anche incontrare dei fantasmi, se uno ci crede!

Lo skyline romano, con le sue cento cupole, i profili dei palazzi e le cime dei suoi pini svettanti, è da brivido in qualsiasi ora del giorno ma al tramonto è addirittura fulminante, lo si guarda, dall’alto del Pincio, ad esempio, e ci si sente mancare il fiato!

E’ così bella Roma che ci fa anche, magari solo per un attimo, dimenticare la sua miseria: miseria generata dalla maleducazione dei romani e dei turisti, dall’incuria dei criminali che, invece di amministrarla, l’hanno lasciata e la lasciano nella sporcizia delle strade, nel degrado degli edifici, corrosi dagli agenti atmosferici, nell’ abbandono di ogni elementare regola di civiltà.

Quando verranno gli ospiti del Comenius li porteremo a visitare Roma e io mi chiedo: cosa vedranno? Cosa riusciranno a vedere: La miseria del presente o la magnificenza del passato?!

domenica 3 novembre 2013

A spasso con Cat


In questi giorni, Cat è venuta a Roma e, come al solito, abbiamo organizzato un bel programma di attività ricreative.

Oltre alle passeggiate e allo shopping ( ci siamo comperate dei pullover molto belli e un orologio ciascuna), siamo andate a vedere tre mostre e uno spettacolo teatrale.

Lo spettacolo, che si intitola “Una casa di pazzi”, scritto, diretto ed interpretato da Roberto D’Alessandro, mi ha fatto riflettere parecchio: è una desolata immagina dell’Italia di oggi; il protagonista, abbandonato dalla moglie, con un fratello malato di mente che egli deve assistere da solo perché in Italia non ci sono strutture e servizi per questo, oberato da tasse mostruose, non riesce a cogliere l’ultima opportunità della sua vita: l’amore di una donna semplice; alla fine uccide il fratello, come ultimo atto d’amore e poi si suicida. Un amaro ritratto della realtà italiana dove ogni speranza è morta per la gente normale stritolata dalla corruzione dei potenti. Dramma triste ma recitato benissimo.

La prima mostra che io e Cat abbiamo visitata è stata quella su Augusto, l’imperatore che trasformò la Repubblica romana in una tirannia destinata alla decadenza e alla distruzione. Alle Scuderie del Quirinale erano esposti manufatti assai interessanti: statue dell’imperatore e dei suoi parenti, arredi e oggetti raffinatissimi che solo i ricchi e i potenti potevano possedere, proprio come oggi! In particolare mi hanno colpito due crateri, uno in alabastro ed uno in cristallo di rocca, finissimi e di squisita fattura, una gioia per gli occhi.

La seconda mostra che abbiamo visitata è stata quella su Cleopatra al Chiostro del Bramante. Anche questa era interessante, la regina egiziana, che fu amata da Cesare e Marco Antonio e che Augusto odiava e sconfisse, è sempre un personaggio affascinante e la civiltà egiziana anche. Anche in questa mostra c’erano pezzi di gran pregio, in particolare sono rimasta incantata dai gioielli, dalle maschere e dagli amuleti ritrovati nelle tombe.

La mostra che mi è piaciuta in assoluto di più è stata quella all’Ara Pacis: Tanti dipinti degli impressionisti, provenienti dal Museum of Art di Washington. Una goduria per gli occhi! Degas, Manet, Monet, Renoir, Pizarro, Sisley, Cezanne e tanti altri, colore, luce, trasparenze, pennellate decise, accostamenti arditi e originali…insomma tutto quello che uno si aspetta quando va a vedere gli impressionisti…e tanta felicità davanti a tanta bellezza!

Oltre a gustarci pitture e reperti archeologici, in questi giorni io e Cat, visto che a Roma fa ancora un caldo estivo, ci siamo anche dedicate con impegno alla degustazione di gelati, scegliendo rinomati artigiani e comparando gusti e sapori. E’ vero che entrambe abbiamo il colesterolo alto e che io dovrei dimagrire ancora ( altri dieci chili oltre i dieci che ho perso) ma… non è che io e Cat mangiamo gelati ogni giorno, da lunedì ci metteremo a regime e poi, oltre a soddisfare la vista e l’intelligenza con mostre e teatri, anche un po’ di nutrimento per il gusto e lo stomaco ci stava bene, no?!