Il naso di Cyrano: settembre 2014

domenica 28 settembre 2014

Un amore di papà



No, non vi parlerò di mio marito che pure fu padre amorevolissimo e amatissimo dalle nostre figlie, di un amore che va oltre la sua troppo prematura dipartita.
Oggi vi parlerò di un altro papà, anche lui con due figlioline, un papà che per lavoro ha dovuto trasferirsi a Roma da un’ altra città e si è portato dietro tutta la famiglia.
Le due figlie adesso frequentano l’istituto nel quale insegno, una nella scuola primaria e l’altra nella secondaria.
Qualche giorno fa, alla fine delle lezioni, questo genitore è venuto a prendere le sue figliole e ci siamo fermati a fare due chiacchiere. Io, che sapevo già il nome della figlia maggiore, ho chiesto alla più piccola come si chiamasse, lei mi ha detto il suo nome e io mi sono complimentata perché entrambe hanno due bellissimi nomi, due nomi da regine. Il loro papà mi ha allora detto il suo nome, sottolineando, con legittimo orgoglio, che era il nome di uno degli imperatori romani; io, scherzando, gli ho risposto che l’imperatore in questione non era stato tanto bravo, in effetti gli imperatori romani in genere non si comportavano troppo bene.
A questo punto, la figlia minore ha abbracciato stretto il padre e mi ha detto:” Papà è bravo!”, sottolineando con forza il concetto. 
Il padre ha sfoderato un sorriso a mezzaluna e in quel sorriso, oltre alla soddisfazione, c’era tutto l’amore di un padre per le sue figlie, era lo stesso identico sorriso che per 21 anni ho visto sulla faccia di mio marito quando si parlava delle nostre figlie.
Ho risposto alla bambina che ero assolutamente sicura che il suo papà fosse bravo e, osservando quel sorriso, ne ero davvero convinta.

domenica 21 settembre 2014

Uguaglianza


In questi giorni, ho avuto occasione di riflettere parecchio sull’uguaglianza: con le ragazzine e i ragazzini della mia classe, tornati dalle vacanze superpimpanti e, almeno sembra, pieni di buona volontà (quasi tutti); con loro, dicevo, abbiamo iniziato un percorso di orientamento volto alla conoscenza del sé ed è stato inevitabile, vista la composizione multiculturale del gruppo, affrontare il tema della diversità culturale.

Con mia grande felicità, le mie alunne e i miei alunni non mettono assolutamente in discussione il fatto che le differenze culturali non sono un ostacolo all’amicizia e, anzi, costituiscono un motivo di arricchimento per tutti. In effetti, le creature si aiutano a vicenda e collaborano tranquillamente, al di là delle simpatie e delle amicizie consolidate; sono aperti a conoscere nuovi compagni e compagne (quest’anno abbiamo due ragazzi e una ragazza “nuovi”) e sono curiosi di conoscere usanze e tradizioni “altre”.

Per me, che spesso sono costretta a vedere, sentire e leggere sui media e sul web frasi atrocemente e stupidamente razziste, stare con loro è una vera gioia.

Ieri e stamattina, un’altra occasione di riflettere su diversità e uguaglianza me l’ha data un interessante convegno sull’educazione alle differenze. In particolare, abbiamo riflettuto sull’ orientamento di genere e sulle varie forme di omofobia che è un’altra stupida forma di razzismo.

Io ne ho ricavato diversi input che mi saranno utili nella pratica educativa.

Proprio mentre stamattina i relatori e le relatrici tiravano le somme del lavoro svolto dai vari gruppi di riflessione, mi è tornata in mente una frase che giovedì, positivamente influenzata dalle riflessioni dei miei studenti e delle mie studentesse, ho detto loro, mi sembra un enunciato felice e ve lo propongo a mo’ di chiusa del post:

"L’ Uguaglianza 
è la libertà 
di essere tutti diversi."

domenica 14 settembre 2014

Ritorno



E’ tutto pronto!
La cartella è fatta, anzi, le cartelle, perché io ne ho due: quella dell’informatica con il tablet per i libri in formato digitale, le pen-drive con i files utili, il puntatore laser per la LIM, cavi e cavetti vari e la borsa con penne, matite, pastelli colorati, blocchetto cartaceo (che non si sa mai, a volte il block notes del tablet non funzionasse), antistaminico, antinevralgico, antiacido, spray nasale, fazzoletti, cerotti, ombrello, ventaglio, chiavi delle LIM, della classe e dell’ascensore e tesserino di riconoscimento.
Ho preparato anche gli abiti che indosserò domani: pantaloni grigi e maglietta blu.
So già che questa notte non dormirò, mi succede sempre la notte prima del primo giorno di scuola!
Lo so, adesso voi penserete che io, dopo tanti anni passati ad insegnare, sia proprio scema ad emozionarmi per una cosa del genere e, magari, vista l’aria che tira, avete anche ragione.
Ma io non posso farci niente: a me questo mestiere piace da matti, me lo sono scelta e, nonostante la fatica, lo stipendio miserabile, la vicinanza (talvolta) di collegi e dirigenti ignoranti e maleducati, non me ne sono mai pentita.
Volete sapere perché adoro questa professione? Perché ci sono i ragazzini. Loro sono la vera forza del mio lavoro, non mi importa se sono studiosi o no, se sono educati o no, io voglio bene a tutti: a quelli diligenti, a quelli che, con il mio aiuto hanno capito il valore della scuola e si sono messi a studiare, a quelli che arrivano in italia da Paesi lontani e non sanno parlare la nostra lingua (imparano prestissimo!), voglio bene anche a quelli con i quali ho fallito, quelli che non studiano, che cercano scuse e pretesti, quelli che dicono le bugie. A loro voglio ancora più bene perché so che sono destinati al fallimento, sono quelli che, dopo, incontrandomi per strada mi dicono:”Prof. aveva ragione!” Ma ormai è troppo tardi, sono destinati al lavoro nero o alla disoccupazione.
Domani ritroverò i miei quindici birbanti della 2^D, lo scorso anno abbiamo realizzato dei lavori bellissimi in italiano ed in inglese, per quest’anno ho progettato delle attività che spero li interesseranno e, spero che ci divertiremo ancora insieme.

domenica 7 settembre 2014

Come volevasi dimostrare



Il parto di renzi sulla scuola è piuttosto un aborto!
Mi sono letta la bozza e l’impressione che ne ho ricavato è che sia una fregatura galattica.
Sembra che, a parte le chiacchiere, tutto si riduca all'assunzione di precari, forse perché il boss ha familiari e amici da piazzare, i numeri sono del tutto fantomatici, visti i bilanci da terzo mondo del governo, è impensabile che si trovino le risorse per pagare gli stipendi di 150.000 nuovi assunti!
I neoassunti, inoltre, do0vranno accettare la mobilità su base nazionale, il che significa che, da un anno all’altro, possono essere spediti dovunque: un anno in Toscana, uno nel più sperduto e irraggiungibile paesino del Lazio (ce ne sono, eccome!), un anno in Sardegna e uno in Friuli!
Pensate un po’: il povero ex-precario, ogni anno si deve trovare un nuovo alloggio, deve spendere soldi per traslocare, deve adattarsi e in fretta alla nuova realtà scolastica.
E, naturalmente, NON deve farsi una famiglia! L’ex – precario non riuscirebbe a stare con coniuge e figli se non durante le vacanze!!
Naturalmente, se si è parenti di renzi o dei suoi accoliti, il problema non si pone: per loro c’è il posto a cinque minuti da casa, per sempre!
Inoltre, gli ex-precari potrebbero essere assunti per non far nulla o poco. Nella bozza si parla di insegnanti assegnati ad una scuola, senza cattedra, cioè senza alunni! Questi meschini dovrebbero stare ( da quanto si capisce) in sala professori ad aspettare che manchi qualche collega per andare in classe, insomma, sarebbero i Supplenti d’Istituto. E meno male che il governo ha sbandierato la “fine delle supplenze”!!
E fin qui, abbiamo esaminato la situazione dei precari di prima fascia ( ma io credo non di tutti).
Quelli di seconda fascia dovranno fare un concorso e, ammesso che superino con successo le prove, non si sa che fine faranno,  si parla, anche qui, di assunzione ma temo che sia la solita bufala in stile renziano.
Si consideri che i precari di prima e seconda fascia, oltre ad aver speso impegno e denaro per la loro preparazione accademica, hanno dovuto sborsare anche i circa tremila euro per il tirocinio che il governo estorce ai laureati, costringendoli a frequentare per due anni corsi in utilissimi, tenuti da incompetenti.
 Non viene  poi assolutamente considerata la situazione dei laureati che non hanno potuto versare  i tremila euro necessari per il tfa,perché non ancora laureati o perché non possono permetterselo, di fatto, con questo progetto, perderanno ogni speranza di poter lavorare nella scuola. Tanto dei giovani, chissenefrega; renzi non deve più pensare al futuro dei suoi figli, quelli il futuro ce l'hanno assicurato, gli altri, i nostri figli, possono anche morire di fame, o andarsi a cercare il lavoro in Australia o in Canada!!!!
Quanto a noi, che nella scuola siamo di ruolo, dietro le chiacchiere trite e ritrite, c'è il nulla. Si parla di merito, volete sapere in che consiste? Ve lo spiego subito: lavorare più ore senza maggiore retribuzione. Si parla di obbligo della formazione in carriera ma i corsi di formazione sono buffonate tenute da gente che è interessata solo a quanto viene pagata, potete credermi: io sono perennemente alla ricerca di validi corsi di aggiornamento e, quando li ho trovati, non erano mai quelli gestiti dal ministero o dalle scuole.
Ecco tutto, questa è la riforma di renzi, degno seguito delle schifezze moratti e gelmini! Neppure una parola sulla didattica, tanto per dire! Per gli alunni niente di buono ma, si sa, i futuri elettori più saranno ignoranti e meglio sarà per il potere!
Per una disamina più completa e assai chiara, rimando a: