Il naso di Cyrano: gennaio 2008

lunedì 28 gennaio 2008

Civiltà parigina


Che Parigi non mi piaccia troppo lo sapete già ma ci sono delle cose che riscuotono la mia totale approvazione.
Ad esempio questa: in molti supermercati non danno più le buste di plastica. Così, per portare la spesa uno deve attrezzarsi: con il carrello o con borse proprie. Al mitico Monop vendono delle borsine che si ripiegano dentro una mini custodia, occupano poco spazio e si possono tenere comodamente in borsetta.
Quando si va a fare la spesa si aprono e sono belle capaci.
Io ne ho comperata una, blu ovviamente, e la uso anche a Roma, così non uso le buste di plastica e, nel mio piccolo, aiuto l’ ambiente. Se tante persone facessero altrettanto sarebbe bello, in fin dei conti è un piccolo gesto che non costa nulla (a parte i pochi centesimi per l’ acquisto della borsina).
Quando ero piccola io non c’erano le buste di plastica, le madri avevano le “retine”, borsine di rete che si tenevano in borsa e si usavano per metterci la spesa. Le borsine di Parigi sono più chic ma hanno la stessa funzione.
Si possono usare anche le borse di stoffa che si piegano oppure anche una busta di plastica, portata da casa e riutilizzata finché è possibile, basta ricordarsi di metterla in borsa. Ci vuole così poco

sabato 26 gennaio 2008

Poesia e realtà


Giovedì scorso alle nove di sera si è aperta la crisi di governo e alle undici e mezza ne abbiamo visto il primo effetto.
Dopo l’ inevitabile telefilm di don Matteo (dove tutti: Stato e Chiesa, clero e carabinieri, sono buonissimi, perfino i colpevoli che si pentono sempre alla fine della puntata), la Rai, invece di trasmettere, come da programma, Benigni che avrebbe dovuto leggere il nono dell’ Inferno, ci ha rifilato una puntata di Porta a porta sulla crisi e io sono andata a dormire.
Ma, dico! Il Presidente del Consiglio va in Senato, sapendo di andare incontro ad una sconfitta, perché dice che la politica si fa in Parlamento (dove, peraltro, abbiamo assistito ad uno spettacolo che ci ha svergognato davanti all’ universo mondo) e non in TV (concordo pienamente) e noi ci ritroviamo con Vespa?!
Già vi sento obiettare:” Ma una crisi di governo è più importante della Divina Commedia!”
E invece no!
Se i politici, tutti, quelli di destra e quelli di sinistra, leggessero un po’ di Dante e pensassero meno ai loro interessi forse le cose andrebbero meglio in Italia.
Forse.
Perché l’ Alighieri aveva capito benissimo come sono fatti gli italiani, molto prima che si formasse l’ Italia, e nel mondo ultraterreno ce li ha messi tutti.
Soprattutto all’ Inferno.
Ma i politici non credono nell’ Aldilà altrimenti si comporterebbero in ben altro modo.
Neppure io ci credo, se è per questo ma, se veramente l’ Inferno esiste, io credo che a tutti voi, signori onorevoli(?), sia già stato riservato un posto in prima fila, giù in fondo, vicino a Lucifero.
Ed è per questo che noi, gente comune, cerchiamo di essere buoni (come i personaggi di don Matteo) .
Perché, dopo avervi sopportato per tanto tempo in questa vita, l’ idea di dover stare con voi per l’ eternità all’ Inferno ci riesce intollerabile!

sabato 19 gennaio 2008

Il sommo poeta


A me Dante piace un sacco. Io la Divina Commedia me la sono letta tutta, tutti e cento i canti e ho scoperto un Dante molto umano.
Uno, quando sente dire Dante Alighieri, è portato a immaginare una figura mitica, lontana dal proprio vissuto, un monumento, un’ astrazione.
Invece l’ Alighieri era uno come tanti, un genio, certo, ma soprattutto un uomo con i suoi pregi e io suoi difetti. Uno che viveva la sua vita, anche piuttosto incasinata (passatemi l’ espressione, inelegante ma efficace), che sapeva amare, compatire e sdegnarsi, come tutti.
In questo periodo la Rai sta trasmettendo una serie di letture dantesche fatte da Roberto Benigni, vale la pena di vedersele anche se le trasmettono tardissimo.
L’ ultima riguardava Filippo Argenti, uno che visse ai tempi del poeta a Firenze. L’ Argenti era un arricchito, aveva fatto i soldi come tanti senza guardare troppo per il sottile, senza curarsi della morale ed era un arrogante, uno tronfio che sbatteva la sua ricchezza in faccia agli altri e che credeva che tutto gli fosse permesso, si sentiva tanto furbo. Ce n’è ancora di gente così, quella è una genìa che non muore mai.
Filippo Argenti era morto da poco quando Dante immagina di fare il suo viaggio nell’ Inferno e immagina di incontrarlo nel girone degli iracondi, che sono immersi nel fango e si mordono da soli.
L’ Argenti si accosta alla barca sulla quale si trova il poeta e lo apostrofa con arroganza ma Virgilio, che solitamente è gentile, lo ricaccia indietro con una pedata e gli altri dannati lo acchiappano e lo tirano dentro la palude sghignazzando,mentre l’ Alighieri sogghigna soddisfatto.
La scena è violenta ma anche comica: Il potente non ha più potere, è meno che nulla, alla mercé di chiunque.
La lettura di Benigni è stata magistrale, come sempre, l’ attore ci ha fatto vedere l’ evento e ci ha fatto riflettere ma, soprattutto, ci ha mostrato il Dante uomo, sdegnoso contro i prepotenti e anche un po’ maligno quando, tutto soddisfatto, osserva quello che sta accadendo.
Nella Divina Commedia c’è tutta la vasta gamma dell’ umanità: miseria e nobiltà, vigliaccheria e coraggio, odio e amore, in una parola c’è la vita stessa, sempre diversa e sempre uguale, ci siamo noi, per questo vale proprio la pena di leggersela

domenica 13 gennaio 2008

Tempo parigino






Piove.
Come a Parigi. Piove notte e giorno e io non ne posso più.
Lo so che la pioggia è necessaria, che serve per rimpinguare le nostre scarse riserve d' acqua potabile, che è utile all' agricoltura ma io non sono un carciofo!
L' umdità mi sta uccidendo, ormai mi sento l' acqua nelle ossa e il mio umore è decisamente bagnato.
Per di più ieri è piovuto con così tanta violenza che, sebbene avessi tutte le finestre chiuse, l' acqua è entrata in alcune stanze e ho dovuto asciugarle. Cose da pazzi!
Adesso capisco perché i popoli nordici (parigini compresi) ridono poco, hanno sempre l' aspetto severo e parlano sempre del tempo.
Noi almeno sappiamo che la pioggia finirà, che finirà l' inverno e arriverà la primavera con il sole e il caldo.
Loro questa speranza non ce l' hanno. Io sono convinta che Inglesi & Co. hanno fatto tante guerre e conquistato tanti popoli proprio per questo: si saranno detti:” Andiamo a sottomettere le terre dove c'è il sole, facciamogliela pagare a quei fortunati che si godono il caldo”.E giù a conquistare!
Noi italiani, che il sole ce lo abbiamo,non ci siamo mai sognati di andare a conquistare il mondo, a parte qualche eccezione folle, che ce ne facciamo del mondo? A noi basta il nostro cielo azzurro, il vento di ponente che porta il profumo del mare, i tramonti rosati che nessun pittore è mai riuscito a riprodurre fedelminte. E mentre ci godiamo tutto questo ben di Dio, magari, ci mangiamo una pizza che anche quella ce l' invidiano tutti e cercano pure di rifarla ma non ci riescono, credetemi, la pizza fuori d' Italia è atroce.
Io ho una voglia matta di mangiare la pizza guardando il cielo azzurro dal mio balcone ma è Gennaio, piove peggio che a Parigi, al massimo posso guardare il cielo grigio da dietro i vetri e mangiarmi pane e fromage!

sabato 5 gennaio 2008

Di nuovo a Parigi 6


Ieri ho conosciuto il ragazzino che è stato affidato alla FG, è un tipo molto simpatico, molto intelligente, molto vivace, praticamente una pila atomica.

Lui e la FG vanno piuttosto d'accordo, in effetti si aman0o entrambi alla follia.

Quando lei lo richiama lui obbedisce, per un nanosecondo poi ricomincia a fare lo scatenato.

È uno dei pochi francesi che mi stanno simpatici, un altra è madame M. la portinaia della palazzina dove vive la FG.

Madame M. è una signora più o meno della mia età, piccola ma tosta, quando la FG aspettava i pacchi da Roma e quelli delle poste non glieli consegnavano, madame M. si è attaccata al telefono e ha detto loro qualcosa in francese che la FG non ha compreso completamente cosicchè il giorno dopo i pacchi sono arrivati regolarmente.

È molto gentile e quando c'incontriamo scambiamo sempre quattro chiacchiere.

Stamattina sono stata a visitare il museo des Invalides.

Ci sono armi e armature del periodo medievale e rinascimentale.

Ho scatenato la mia macchinetta fotografica e ho fatto un vero fotoreportage, o meglio, ho affidato l'incarico alla FG, che mostrerò ai miei alunni quando tornerò a scuola.

C'erano anche la spada e la pistola di Carlo V imperatore, un personaggio che mi piace tanto.

Oggi pomeriggio ho fatto qualche lavoro nei 6 metri quadri parigini abitati dalla FG poi sono andata a fare la spesa al supermercato.

Adoro fare la spesa al supermercato francese (La FG trema di paura ogni volta che esco: teme una mia denuncia per abuso di carta di credito), mi leggo i nomi dei prodotti e imparo un sacco di parole.

In effetti il mio francese, da quando bazzico Parigi, sta migliorando enormemente.

A cena siamo andati in braserie (dove a detta della FG se i camerieri non sono carini non vengono assunti) ho mangiato una mega insalata con prosciutto francese e formaggio Bleu e uno spiedino di frutta da intengere nel cioccolato caldo.

Il che è vergognoso se sin pensa che a pranzo mi ero sbafata un mega-panino con insalata di pollo, due quiches e due fette di torta alsaziana.

In effetti sono un po' ingrassata ma non importa, domani le mie vacanze finiscono, tornerò a Roma, mi passerà l'appetito e tornerò alle mie spremute d'arance ed alle mie insalate verdi.


giovedì 3 gennaio 2008

Di nuovo a Parigi 5


Stamattina ho fatto una cosa seria: sono andata a visitare il minuscolo ma affascinante Museo di Marie e Pierre Curie.

Avevo letto la biografia dalla scienziata franco-polacca e ne ero restata affascinata.

Mi ha colpito la storia di questa donna coraggiosa e caparbia, determinata a studiare in un' epoca e in un paese, la Polonia dominata dai russi, nei quali alle donne era assegnato l'unico ruolo di mogli e madri.

Marie decise di intraprendere un'altra strada: andò a Parigi, lasciò il padre amatissimo, tutti i suoi affetti, visse in una dignitosa miseria, affrontò tanti sacrifici per un ideale.

Si laureò e potè condurre le ricerche sulla radioattività.

Mi piacciono le donne così. Oggi per noi è tutto molto più facile ma centoventi anni fa le cose erano assai diverse.

In Italia, negli stessi anni, un' altra Maria, Maria Montessori, dovette lottare duramente per potersi laureare in medicina, fu la prima donna a ottenere questo titolo, Marie Curie fu la prima donna professore alla Sorbonne.

Marie a Parigi trovò anche l'amore, in Pierre Curie, professore e studioso. Insieme fecero scoperte fondamentali per l'umanità, insieme vinsero un premio Nobel. Fu un amore totale, di testa e di cuore.

Posso capire assai bene che, quando Pierre morì in un incidente, Maria ne fosse annientata, posso capire il suo dolore, la sua incapacità a reagire.

Eppure lei seppe reagire, continuò le ricerche, vinse un altro Nobel.

Durante la prima guerra mondiale organizzò delle unità mobili di radiologia, fu al fronte, in prima linea per salvare vite, non per toglierle.

Morì colpita dalle radiazioni che per tutta la vita aveva studiato, e che permisero a tanta gente di curarsi, e la sua opera fu continuata dalla figlia Irene e dal genero Frederic Joliot che anch'essi vinsero il premio Nobel.

Una storia bellissima.

Nel museo della fondazione Curie c'è lo studio di Maria, ci sono i suoi strumenti, tante fotografie, ci sono i diplomi dei premi Nobel, c'è il giardino che ella volle fortemente.

Mi sono commossa a vedere queste cose, ho scattato tante fotografie, ho pensato che di persone così ce ne vorrebbero tante di più in tutte le epoche, anche nella nostra.

mercoledì 2 gennaio 2008

Di nuovo a Parigi 4



Finalmente ho capito la ricetta magica per fare un soggiorno piacevole a Parigi.

A Parigi un italiano non deve cercare l'Arte, che pure c'è ma a paragone della nostra è ben poca cosa, a Parigi uno ci deve andare come andrebbe a Disneyland: deve cercare le attrazioni, i divertimenti, i posti dove si mangia.

Se uno fa così si diverte da matti, come me che in questi giorni sto tornando infante, non nel senso letterale della parola che significa incapace di parlare, che anzi io parlo e pure tanto in francese, bensì nel senso di bambino.

Stasera, poiché mi sono tanto divertita, sono stanchissima così lascio la parola alla FG che vi racconterà le mie ultime avventure.

Come i famigerati bambini la genitrice parla eccome! Lanciando nei cinema a due o più dimensioni esclamazioni incomprensibili agli effettivi infanti francesi. L'assecondo volentieri perché mi diverto più a sentirla commentare che a vedere le pellicole (affascinantissime comunque) in 2 o 3D.

Ieri pomeriggio cinemino, come prezzi cinemone: 9 euro e cinquanta di biglietto ad personam più 4,60 euro di regolamentare pop corn.

Film: C'era una volta scelto dalla genitrice esclusivamente perchè le piace, a ragion veduta, il protagonista, per amore del quale è arrivata a comprendere due ore di film in francese.

Post cenam spuntino di mezzanotte baguette et fromage (a giudicare dalla quantità di formaggio recentemente ingurgitata dalla donna che mi rese figlia ho il vago sospetto che mia madre sia un topo...).

Stamane Lei, mentre io zombeggiavo come sempre, si è svegliata radioemettendo energia da ogni poro: ha fatto il bucato, per me, ha pulito casa (non che ci voglia molto a pulire 6 metri quadrati), e poi, con la scusa di lasciarmi in pace a studiare, si è lanciata in solitaria per le vie di Parigi.

Lanciata, praticamente con la fionda.

Teoricamente doveva comprare QUATTRO e dico QUATTRO cosucce... è stata via un'ora e mezza e io, adesso, ho DUE bottiglie d'olio (santo protettore di chi soffre di colesterolo ora pro me), una torta Mazzarino che mangeremo domani (aggiungete, ormai mangiate, due quiches e due tartelettes ipercioccolatose) e un paio di guanti.

La prossima volta le lego la carta di credito al letto, così lei esce ma il mio sei metri quadri non si riempie di deliziose ma ingombranti novità che finiscono nel mio povero e colesteroloso sangue.

Oggi pomeriggio l'ho portata alla Villette. Città della scienza (ove una professoressa di lettere non può far danno, anzi, semmai, può imparare cose nuove).

Lei non ha imparato cose nuove ma si è divertita come una pazza, anche perchè IO non l'ho portata di fronte a scienza e cultura.

L'ho portata a giocare con la luce, ad una proiezione sulle scoperte spaziali nel planetario e poi in un simulatore 3D, dove siamo finite in un improbabilissimo Egitto di Tutankamon.

Avete mai visto una professoressa-pinguino con giacca blu e professorale cappelluccio di lana, ovviamente blu, in un cinema, assicurata alla poltrona con cintura di sicurezza, sbracciarsi spaventata da un serpente in 3D? Con tanto di occhialoni 3D giallo fluorescenti sopra i consueti occhiali da docente-talpoide!

L'unico problema lo abbiamo avuto all'uscita, infatti mia madre può affrontare qualunque cosa tranne il freddo (anche i serpenti mi sa che le creano notevoli difficoltà) e stasera di freddo ce n'era parecchio.

Me la sono riportata a casa modello pinguino con le penne arruffate: sciarpa legata sopra il cappello.

Si era involtolata come un bacherozzolo.

Arrivate vicino casa mi sono trattenuta dallo esclamare: “mamma sbùtulati” e mi sono rassegnata ad andare in quei pochi metri che intercorrono dalla metro a casa mia con mamma in versione fagotto.

Mamma si è sfagottata, io mi sono impigiamata e Sapino luccica tranquillo sul suo ligneo divisorio. Cosa ci aspetterà ancora domani?

martedì 1 gennaio 2008

Di nuovo a Parigi 3


1° Gennaio 2008, è quasi mezzogiorno e io mi sono svegliata da poco il che, per me, è piuttosto insolito ma ieri sera abbiamo fatto tardi.

Siamo andate a cena in brasserie, abbiamo mangiato un antipasto di insalata e crostini di chevre che è, come dice il nome, un fromage di capra, buonissimo anche se, per noi italiani, l'insalata come antipasto suona strano. Il vero problema è che qua l'insalata te la servono senza olio e sui tavoli l' oliera non c'è mai. Così ho imparato la frase magica: ” De l'huile s'il vous plaît “, i camerieri ti guardano un po' perplessi ma l' olio te lo portano.

Poi abbiamo preso un plât che sarebbe una pietanza, nella fattispecie abbiamo ordinato un' andouillette cioè una salsiccia con puré e salsina.

Ragazzi! Io una salsiccia così non l' avevo mai vista, era una salsiccia di forma conica e aveva i tentacoli, come un polipo, almeno sembrava che le appendici che fuoriuscivano dalla base del cono fossero tentacoli.

Io e la FG abbiamo avuto un attimo di perplessità poi abbiamo assaggiato la salsiccia mutante e ce la siamo diligentemente spazzolata perché era buonissima.

Abbiamo terminato la cena con un dessert squisito: spiedino di frutta fresca da intingere nella cioccolata fusa.

Opportunamente zavorrate, ci siamo messe in cammino verso l' Etoile, da Montparnasse a piedi ci vogliono quasi due ore ma è stato bello passeggiare per una città tutta illuminata di blu.

Quest'anno Parigi è tutta decorata con luminarie blu, il che, per me che vivrei in un mondo blu, è il massimo. Oltre tutto io ero assolutamente intonata all'ambiente, infatti, come al solito, ero vestita di blu.

All' Etoile c'erano tutti: parigini, turisti di tutte le lingue, vecchi, giovani, infanti e persino qualche cane.

A mezzanotte era il delirio, la folla era pigiata peggio che a San Pietro quando eleggono il Papa, per di più, parecchi giovani e giovanissimi erano ubriachi, ad un certo punto ho avuto paura di rimanere travolta ma la FG ha preso in mano la situazione e sgomitando, scalciando e spintonando con incrollabile energia ha tratto in salvo la vecchia madre.

Abbiamo ripreso a camminare fino alla prima fermata del metro e abbiamo percorso chilometri di cunicoli sotterranei fino alla banchina della linea 12 che ci ha riportato sotto casa. Prima di rincasare, però, ci siamo fermate a brindare con una coppa di champagne che costa troppo ed è meno buono dei nostri spumanti piemontesi.

Mi sono divertita, non avevo mai fatto una cosa così, nella mia famiglia si usava festeggiare in casa e anche dopo il matrimonio il Capodanno lo abbiamo festeggiato sempre in famiglia.

Stanotte mi sentivo trasgressiva e anche un po' scema a dire il vero ma forse, ogni tanto, è bene uscire dai ranghi, a patto di ritornare rapidamente all'ordine.