Io di Schizzo il nome vero non me lo ricordo. Tutti lo chiamavano così e così è rimasto nella mia memoria.
Schizzo era un ipercinetico, il che significa che non riusciva a stare fermo.
Per lui stare seduto in un banco era una vera tortura, infatti non ci stava, girava in continuazione per la classe. Il problema era che, essendo bassino, seduto o in piedi era uguale ed era difficile vederlo.
Schizzo era intelligentissimo, andava bene a scuola, era uno dei pochi non ripetenti di quella classe ma fermo non ci sapeva stare!
Avete mai provato a fare lezione con una trottola impazzita che vagola per la classe? Non è possibile e Schizzo era la mia personale trottola, perennemente in movimento.
Per la salute mentale mia e degli altri alunni dovevo fare qualcosa.
Un giorno, non ce la facevo più, gli dissi:”Schizzo, fammi un piacere, fatti le scale di scuola tre volte su e giù, di corsa!”
Mi guardò estasiato, incredulo:”Davvero, prof.?” Annuii e lui corse fuori. Tornò qualche minuto dopo, senza fiato, doveva aver corso forte, si mise seduto e ci restò fino alla fine della lezione.
Da allora tutte le volte che entravo in quella classe ordinavo:”Schizzo, vai!” e lui via di corsa per le scale e poi buono e calmo nel suo banco.
Un giorno lo “beccò il Preside” e me lo riportò in classe indignato perché il ragazzo gli aveva detto che aveva il mio permesso, il Preside pensava che Schizzo mentisse.
Mi presi le mie responsabilità e, in privato, gli spiegai la situazione e lo informai che le corse per le scale avevano dato buoni risultati.
Il Preside mi guardò perplesso (a quei tempi non esistevano neppure gli insegnanti di sostegno e gli ipercinetici erano considerati solo dei ragazzi troppo vivaci) ma si fidò di me e permise a Schizzo di continuare le sue corse per le scale.
Schizzo era un ipercinetico, il che significa che non riusciva a stare fermo.
Per lui stare seduto in un banco era una vera tortura, infatti non ci stava, girava in continuazione per la classe. Il problema era che, essendo bassino, seduto o in piedi era uguale ed era difficile vederlo.
Schizzo era intelligentissimo, andava bene a scuola, era uno dei pochi non ripetenti di quella classe ma fermo non ci sapeva stare!
Avete mai provato a fare lezione con una trottola impazzita che vagola per la classe? Non è possibile e Schizzo era la mia personale trottola, perennemente in movimento.
Per la salute mentale mia e degli altri alunni dovevo fare qualcosa.
Un giorno, non ce la facevo più, gli dissi:”Schizzo, fammi un piacere, fatti le scale di scuola tre volte su e giù, di corsa!”
Mi guardò estasiato, incredulo:”Davvero, prof.?” Annuii e lui corse fuori. Tornò qualche minuto dopo, senza fiato, doveva aver corso forte, si mise seduto e ci restò fino alla fine della lezione.
Da allora tutte le volte che entravo in quella classe ordinavo:”Schizzo, vai!” e lui via di corsa per le scale e poi buono e calmo nel suo banco.
Un giorno lo “beccò il Preside” e me lo riportò in classe indignato perché il ragazzo gli aveva detto che aveva il mio permesso, il Preside pensava che Schizzo mentisse.
Mi presi le mie responsabilità e, in privato, gli spiegai la situazione e lo informai che le corse per le scale avevano dato buoni risultati.
Il Preside mi guardò perplesso (a quei tempi non esistevano neppure gli insegnanti di sostegno e gli ipercinetici erano considerati solo dei ragazzi troppo vivaci) ma si fidò di me e permise a Schizzo di continuare le sue corse per le scale.