Il naso di Cyrano: Proust

sabato 12 settembre 2009

Proust

Marcel Proust ha scritto un’opera monumentale, in sette volumi, si intitola la Ricerca del tempo perduto.
Qualche anno fa io l’ho letta tutta. Credo che non siamo in molti nel mondo ad averlo fatto, mi decisi dopo aver letto che Umberto Eco lo considerava un testo fondamentale.
Ebbene, Sapete quale è, almeno a mio giudizio, il concetto fondamentale dell’opera? Sapete cosa ci dice il buon Proust?
Che lui vuole…la Mamma! La sua Mamma adorata, che cerca di ritrovare in tutte le donne che incontra, nei sapori, nei colori e negli odori che lo colpiscono. In sette volumi! Scritti in un linguaggio micidiale. Con una sintassi diabolica (anche nella traduzione italiana). Mentre leggevo, dovevo continuamente andarmi a ritrovare soggetti e predicati che scappavano da tutte le parti, al termine di un periodo mi chiedevo con angoscia dove si fosse cacciata la principale, le espansioni prendevano il sopravvento e spazzavano come un uragano l’enunciato.
Voi mi chiederete:” Ma leggevi un libro o facevi l’analisi logica?”
Io “volevo” leggere un libro ma l’unico modo per capire il dannato Proust era di procedere con l’analisi sintattica!
Oltre tutto, nel testo non c’è un solo personaggio simpatico (a parte la mamma), tutti sono odiosi, superbi o superficiali, egoisti, stupidi, arrivisti, meschini…
Mi ci sono voluti dieci mesi per portare a termine la lettura ma, alla fine, ce l’ho fatta.
Adesso voi mi chiederete:”Ma, se non ti piaceva, perché non l’hai lasciato lì?”
Per vari motivi: 1)tutti parlano di Proust ma pochi l’hanno letto, io volevo essere una dei pochi, 2)a quel tempo la FG seguiva un corso su Proust all’Università e volevo maturare le conoscenze necessarie minime per sostenere una conversazione con lei, 3)odio lasciare i libri a metà (l’unica volta è stato con la “Montagna incantata” di Tomas Mann, a due pagine dalla fine non ce l’ho fatta e ho mollato), 4)era una sfida tra me e l’odioso Marcel e alla fine ho vinto io! 5)Mi sono fidata di Umberto Eco, se Lui dice che un’opera è da leggere, io gli credo ciecamente.
Caro signor Eco, io continuo a fidarmi del suo giudizio di lettore e di critico, se la Ricerca del tempo perduto non mi è piaciuta, probabilmente,è perché non ho saputo trovarci quello che Lei ci ha visto ma non posso farci nulla. Scrivere sette infernali volumi, partendo dal ricordo di un dolcetto per arrivare al nulla mi risulta difficile da capire. Sarò superficiale, sarò sciocca ma, se devo leggere un romanzo,…preferisco I tre moschettieri!

2 commenti:

betsabea ha detto...

Cara Tess. Quanto mi é piaciuto il tuo commento sulla mitica "Recherche"! Prima di tutto, scusa il mio italiano ma le mie sinapsi e la mia sintassi si ostinano ad essere tenacemente spagnole. Rien a faire!.
Spero che tu riesca a decifrare anche la lingua de Cervantes e di Borges, asi entenderás que lo mismo que te pasó con Proust me sucedió con el "Cuarteto de Alejandría" de Durrell y con cuanta vergüenza viví, durante algún tiempo, no haber acabado un libro del que un escritor italiano, comentando la edición completa de Einaudi definía "capolavoro del Novecento", aggiungendo: "Nelle sue milletrecento pagine lette per intero si configura la struttura di un' opera straordinaria, nella quale lo scrittore - convinto assertore della relatività di ogni esperienza umana, e di quella amorosa in primo luogo - dipinge personaggi ed episodi affrontandoli, di volta in volta, da differenti punti di vista. Allora viene rivelato, agli occhi increduli di chi legge, il gigantesco tentativo, riuscito, di misurarsi - dopo Proust - con la memoria e il tempo. Allora rifulge in tutta la sua ricchezza il grande affresco che Durrell aveva concepito" (Ho conservato la recensione per farmi un vantaglio).
Esa obra maestra para mí era pretenciosa, petulante, autocomplaciente, rebuscada y sus personajes eran cruelmente banales,hsta el punto que, por primera vez en mi vida, me encontré discutiendo en voz alta con criaturas de ficción. "Mira que eres imbécil", le decía a Justine o "¿Ya estamos otra vez con el Hermes Trismegisto?", le soltaba a Mountolive. Me irritaban tanto, eran tan falsamente sofisticados que antes de tirar a Justine contra la pared, la escondí en la librería y abandoné a su suerte a Balthazar,Mountolive e Clea, a buscar el sentido de su existencia por Alejandría, mientras yo me embarcaba para Sicilia con Tommasi de Lampedusa que el sentido de la existencia lo había descubierto ya dejando de mirarse el ombligo.

Quasi tutti i miei amici sono accaniti proustiani, alcuni sono anche parenti lontani dei personaggi reali che ispirarono la "Recherche", ma quello che li accomuna e che, quando finivano con la duchesse de Guermantes e i suoi compagni di disgrazia, non dicevano "Ho letto etc..", bensí "Ce l'ho fatta", come se l'incontro con le fanciulle in fiore fosse stato non un piacere ma una lotta titanica con delle perfide amazzoni.

Tess ha detto...

Cara Betsabea,
Mi fa piacere che tu abbia gradito il mio post.
io so leggere lo spagnolo (sono autodidatta) ma non sono molto brava a scriverlo, così ti rispondo in italiano.
L'incontro con i Guermantes è veramente faticoso ma vale la fatica, se non altro per poter dire "io l'ho letto" in un mondo dove tanti parlano di cose che non hanno mai approfondito.
Del resto, Proust non è il solo, come tu giustamente dici, ad essere uno scrittore faticoso.
Ad esempio, io adoro i Promessi sposi di Manzonima mi rendo conto che per la maggior parte di chi li legge la faccenda è faticosa e anche Tomasi di Lampedusa non scherza. Se poi ti avventuri nella lettura di Joyce...rischi di ritrovarti in manicomio!
Io scrivo in maniera assai più semplice, non sono un genio ma almeno sono rilassante!
Continua a leggermi se ti fa piacere.
Grazie ancore
Tess