Venerdì ho ricevuto un’e-mail dal Ministero della pubblica Istruzione (sì, lo so che non si chiama più così ma, che volete, è una questione di affetto!), una di quelle mail “no reply”, avete presente? Quelle alle quali non si può rispondere ma, dopo averla letta, io la voglia di rispondere ce l’ho e come! Perciò lo faccio qua, sul mio blog, il Ministro non la leggerà mai, pazienza, tanto ormai la pazienza è l’unica cosa che ci resta.
Nella lettera ci sono tanti complimenti per noi docenti della scuola pubblica, il nostro lavoro viene esaltato insieme alla nostra professionalità, ci sono tante dichiarazioni d’intenti e qualche promessa, come quella di indire un nuovo concorso in tempi brevi. Insomma … chiacchiere, tante chiacchiere.
Ed ecco la mia risposta:
Signor Ministro,
dopo aver letto la Sua lettera, mi permetta di farLe una richiesta che vale anche come consiglio:
visto che:
- Voi del Governo ogni anno togliete alla Scuola italiana bidelli, segretari e perfino presidi,
- le risorse tecnologiche in dotazione agli Istituti scolastici risalgono pressoché al Medioevo e mi chiedo come realizzeremo il registro elettronico e tutte le belle altre cose che Lei pretende da noi
- tra non molto noi docenti dovremo comperarci gessetti e cancellini da soli
- che in questi mesi nessuno di Voi si è sognato di cancellare le cosiddette riforme Moratti e Gelmini (in realtà soltanto indecenti provvedimenti taglia cattedre che, a livello Universitario, riducono le possibilità di scelta degli studenti trasformando l’esperienza universitaria in un immenso asilo per adulti.)
- gli stipendi di noi docenti della Scuola pubblica italiana sono equiparabili al salario medio di un metalmeccanico della Fiat
- i giovani laureati, per essere ammessi ad un concorso di insegnamento dovranno prima frequentare un corso a pagamento di circa duemilacinquecento Euro (senza contare i 120 euro da pagare per la prova di ingresso) che, presumo, dovranno pagare i loro genitori, oltre le profumatissime tasse universitarie e tutte le spese sostenute per dare un futuro ai loro figli
visto tutto ciò e molto altro ancora, La smetta di prenderci in giro e non ci invii più lettere del tenore di quella che sta arrivando in questi giorni.
Noi insegnanti, almeno una parte di noi, siamo persone serie, preparate ed intelligenti perciò siamo in grado di comprendere e di valutare le parole dette e scritte, se volete continuate pure a calpestarci, come avete sempre fatto dall’Unità d’Italia a oggi ma smettete di prenderci in giro! Questo proprio non ce lo meritiamo.
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