Oggi vi regalo una vignetta
carina che ho trovato su facebook. In effetti a me succede più o meno la stessa
cosa: quando suona la sveglia, io emergo dalle profondità oniriche del mio
sonno solo parzialmente, diciamo che sono assicurati solo i servizi essenziali:
la connessione è ridotta al minimo e la comunicazione è limitata a suoni
pressoché inarticolati. Scendere dal letto e percorrere il corridoio che porta
in cucina mi appare un’impresa paragonabile alla scalata dell’Everest ma,
poiché devo lavorare per vivere, mi trascino fino a destinazione, dove, in uno
stato di trance, degna di un medium, preparo la moka e la metto sul fuoco.
Mentre il caffè sta uscendo, prendo le pillolette che la mia età richiede ed
apro le serrande, senza avere piena cognizione di quel che faccio, perché più del 50% di me sta ancora dormendo.
Quando il caffè è pronto lo
sorseggio e…”Tatannnn!!!” mi trasformo in Supertess!, al mio pigiamino spunta
il mantelluccio rosso, la connessione è attiva al 100% e comincio la mia
giornata a pieno ritmo e quando dico “pieno” voglio dire che, davvero, non ho
un attimo di sosta!
Se ho tempo, prima di andare a
scuola, faccio le pulizie, spazzo, spolvero, carico lavatrici, apro la posta
elettronica, stampo qualche lavoro per i ragazzi, occasionalmente sostituisco
lampadine fulminate e riparo sportelli rotti. Poi vado al lavoro che non
finisce quando torno a casa perché, anche nel pomeriggio e la sera, ci sono
tante cose da fare.
Questa iperattività, normale,
almeno credo, in ogni donna che lavora, è sommamente sgradita e rifiutata
categoricamente dalla FG che, anche se prende il caffè, agisce con tempi
biblici, con pacata lentezza, incurante del tutto del fatto che impiegare un
quarto d’ora per stirare un calzino, anche se questo risulta stirato alla
perfezione, non è propriamente una prova di efficienza
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