Cento anni fa nasceva Gino Bartali, un grande campione di
ciclismo ma, soprattutto, un grande uomo.
Uno che non si è mai montato la testa, uno che,
contrariamente a certi loschi figuri attuali, ha fatto onore all’Italia e alla
Toscana, sua regione di origine.
Sì, tra i grandi toscani, artisti, poeti, politici
(pochissimi i grandi e tutti del passato!), atleti, Bartali ha il suo
meritatissimo posto.
Inutile ricordare le sue vittorie, troppe e troppo belle,
sulle strade (sterrate!) delle montagne del Giro e del Tour, le Milano-Sanremo
e tante altre.
Inutile raccontare la rivalità con Coppi, non solo sportiva
ma anche umana e non poteva essere altrimenti: Coppi molto “politico” molto di
“immagine” e Ginettaccio tutto istinto e passione!
Inutile ricordare, lo hanno già fatto tutti, che rischiò
tante volte la vita per portare, nascosti nella canna della bicicletta, i
lasciapassare per gli ebrei, fingendo di allenarsi sui colli sopra Firenze.
Inutile ricordare la sua frase più famosa:” E’ tutto sbagliato,
è tutto da rifare!”, detta però con il suo caratteristico accento toscano.
Io, invece, qui voglio ricordare un’altra sua frase che pochi
conoscono e che, fino a due giorni fa anche io ignoravo o, meglio, ignoravo che
Bartali la ripetesse spesso.
Gino diceva:” Quello che conta è fare e fare bene!”.
Sono rimasta piacevolmente stupita nel sapere che Bartali la
pensava così. Perché il mio motto, ormai da tempi immemorabili, e “Age quod
agis” che, in Latino, signifi8ca esattamente:” Fai bene quel che fai!”.
Insomma, Gino Bartali la pensava proprio come me: Inutile
fare chiacchiere vuote, quelle lasciamole ai corrotti, toscani e no, che ci
succhiano il sangue e ci distruggono il futuro, seduti sulle poltrone del
potere, quello che conta è fare e fare
bene!
Gino Bartali, nella sua vita ha fatto e bene tantissimo.
Io, ogni giorno della mia vita, ci provo a fare bene e
qualche volta ci riesco pure!