Quest’anno, la ministra della Pubblica Istruzione,
una semianalfabeta che non conosce neppure l’uso del congiuntivo, s’è inventata
che per la valutazione del comportamento il voto numerico non va bene e bisogna
emettere un giudizio, inoltre, per ogni ragazzino, si deve comporre un giudizio
analitico.
Tutta roba inutile, tanto i genitori non capiscono
niente e, alla fine, ti chiedono:” Ma che voto è?”
Però noi docenti dobbiamo esaudire le volontà dalla
ministra e quelli che gestiscono il registro elettronico si sono adeguati,
predisponendo delle frasi fatte, che gli insegnanti possono scegliere,
cliccandoci sopra, per formulare il giudizio analitico. Nel registro ci sono
pure delle voci, tipo: Ottimo, buono, eccetera, per il giudizio sintetico di
comportamento ma, nella mia scuola, si è scelto di usare altre voci, formulate
da due colleghe, evidentemente dementi, che sono state approvate in un collegio
al quale io non avevo preso parte perché avevo una visita medica.
Tra i termini in questione ne spicca uno: Adeguato,
che, secondo il vocabolario, significa adatto, appropriato all’occasione;
soltanto che, nei parametri per l’attribuzione risulta che: il comportamento è
scorretto, che l’alunno disturba, non rispetta gli altri, non studia, ha
diverse note sul registro.
Ora, io mi chiedo: come hanno fatto le due colleghe
a scegliere un termine simile? Va bene che una delle due insegna disegno e non
è troppo istruita ma l’altra è docente di italiano! Se non è demenza questa,
cos’è, allora?!
1 commento:
Ho sempre disapprovato queste valutazioni standard e spesso oscure
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