Questa cosa l' ho scritta un po' di tempo fa, ve la propongo, spero che vi piaccia, io mi sono divertita quando l' ho scritta.
Entro in classe e, come al solito, saluto i miei alunni.
I ragazzi tacciono improvvisamente, solo Linsu mi sorride e risponde, lui che non sta mai attento adesso sembra concentratissimo.
Gli altri mi guardano attoniti.
Che succede? Ho detto soltanto:”Buongiorno”.
Luigi mi chiede se sto scherzando, rispondo che non capisco cosa voglia dire e Linsu mi dice:”Plof. hai pallato in cinese”.
Me lo dice in cinese e io capisco! Gli alunni no e Linsu coscienziosamente traduce.
Dico che non è possibile, io NON conosco il cinese. Ma intanto mi rendo conto che quel che dico lo sto dicendo in cinese.
Provo a ripetere in italiano ma è inutile, provo in spagnolo, francese, inglese. Le parole mi escono dalla bocca solo in cinese e l’ unico che mi capisce è Linsu.
Lo mando a chiamare il vicepreside, sono terrorizzata, che mi succede? Che faccio? Devo sentire subito il medico, ho bisogno di aiuto!
Gli alunni cominciano a commentare e io capisco quello che dicono, sono allegrissimi, hanno capito che la faccenda non è uno scherzo, il che per loro significa che non posso fare lezione e questo li rende felici, vorrei farli tacere ma come? Linsu è uscito dall’aula e io non sono in grado di comunicare.
Arriva il vicepreside e mi rivela che tutti gli insegnanti della scuola, compreso lui, sono nella mia stessa situazione, è più terrorizzato di me. Siamo in pieno caos.
Provo a scrivere (forse quello riesco a farlo in italiano):
”Avvertiamo la Preside”. Sul foglio compare qualcosa come “Su zang li mo”. Niente da fare.
La Preside arriva e ci rivela, in cinese, che in tutte le scuole d’ Italia i docenti parlano solo in cinese e che sta aspettando direttive dal Ministero.
Leggo negli occhi delle colleghe la stessa mia disperazione.
Torno a casa disperata, cosa farò, io con le parole ci lavoro, se non posso comunicare non posso lavorare, non posso fare la spesa, telefonare…non posso fare niente!
Accendo la Televisione, è la notizia del giorno, tutte le reti non parlano d’altro. Il Ministro, in italiano, rassicura che il problema sarà risolto, che saranno immediatamente assunti dei supplenti per sostituire i docenti vittime di questa misteriosa sindrome.
Ma il problema (lo scopriremo nei prossimi giorni) non è risolto. Infatti, appena i docenti supplenti entrano in classe attaccano a parlare cinese e non smettono più.
Rientra mia figlia dall’ Università e mi racconta che anche lì la sindrome ha colpito docenti e assistenti.
Lei sembra piuttosto divertita, esclama:”Sembra di stare in un romanzo di Pennac o in una storia di Rodari!”
Altro che! A me sembra di essere caduta nelle Metamorfosi di Kafka!
Io e lei ci capiamo anche senza parole, e lei comprende il mio terrore.
Mi rassicura, intanto per le necessità quotidiane provvederà lei. Poi sentiremo il medico “Ma” mi sussurra “Penso che in questo frangente i medici non servano, c’è un’ unica cosa da fare: tu e i tuoi colleghi dovrete tornare a scuola. Come alunni, per imparare l’ italiano”
E comincia subito a farmi lezione, lei studia lingue e sa come si fa.
E io imparo! Mi mostra degli oggetti e mi dice il nome in italiano, io ripeto diligentemente. Funziona ma quanto ci vorrà per riconquistare un intero vocabolario?
Il Ministero organizza corsi di italiano reclutando maestri cinesi bilingui e, con pazienza e fatica, alla fine molti di noi ce la fanno.
Parlo di nuovo nella mia lingua, quasi bene, ho ancora qualche problema.
Adesso quando entro in classe dico:”Buongiolno lagazzi”.
Ma va bene lo stesso anche se è un po’ difficile restar seria mentre leggo Leopardi e dico:” Semple calo mi fu quest’ elmo colle…”
I ragazzi tacciono improvvisamente, solo Linsu mi sorride e risponde, lui che non sta mai attento adesso sembra concentratissimo.
Gli altri mi guardano attoniti.
Che succede? Ho detto soltanto:”Buongiorno”.
Luigi mi chiede se sto scherzando, rispondo che non capisco cosa voglia dire e Linsu mi dice:”Plof. hai pallato in cinese”.
Me lo dice in cinese e io capisco! Gli alunni no e Linsu coscienziosamente traduce.
Dico che non è possibile, io NON conosco il cinese. Ma intanto mi rendo conto che quel che dico lo sto dicendo in cinese.
Provo a ripetere in italiano ma è inutile, provo in spagnolo, francese, inglese. Le parole mi escono dalla bocca solo in cinese e l’ unico che mi capisce è Linsu.
Lo mando a chiamare il vicepreside, sono terrorizzata, che mi succede? Che faccio? Devo sentire subito il medico, ho bisogno di aiuto!
Gli alunni cominciano a commentare e io capisco quello che dicono, sono allegrissimi, hanno capito che la faccenda non è uno scherzo, il che per loro significa che non posso fare lezione e questo li rende felici, vorrei farli tacere ma come? Linsu è uscito dall’aula e io non sono in grado di comunicare.
Arriva il vicepreside e mi rivela che tutti gli insegnanti della scuola, compreso lui, sono nella mia stessa situazione, è più terrorizzato di me. Siamo in pieno caos.
Provo a scrivere (forse quello riesco a farlo in italiano):
”Avvertiamo la Preside”. Sul foglio compare qualcosa come “Su zang li mo”. Niente da fare.
La Preside arriva e ci rivela, in cinese, che in tutte le scuole d’ Italia i docenti parlano solo in cinese e che sta aspettando direttive dal Ministero.
Leggo negli occhi delle colleghe la stessa mia disperazione.
Torno a casa disperata, cosa farò, io con le parole ci lavoro, se non posso comunicare non posso lavorare, non posso fare la spesa, telefonare…non posso fare niente!
Accendo la Televisione, è la notizia del giorno, tutte le reti non parlano d’altro. Il Ministro, in italiano, rassicura che il problema sarà risolto, che saranno immediatamente assunti dei supplenti per sostituire i docenti vittime di questa misteriosa sindrome.
Ma il problema (lo scopriremo nei prossimi giorni) non è risolto. Infatti, appena i docenti supplenti entrano in classe attaccano a parlare cinese e non smettono più.
Rientra mia figlia dall’ Università e mi racconta che anche lì la sindrome ha colpito docenti e assistenti.
Lei sembra piuttosto divertita, esclama:”Sembra di stare in un romanzo di Pennac o in una storia di Rodari!”
Altro che! A me sembra di essere caduta nelle Metamorfosi di Kafka!
Io e lei ci capiamo anche senza parole, e lei comprende il mio terrore.
Mi rassicura, intanto per le necessità quotidiane provvederà lei. Poi sentiremo il medico “Ma” mi sussurra “Penso che in questo frangente i medici non servano, c’è un’ unica cosa da fare: tu e i tuoi colleghi dovrete tornare a scuola. Come alunni, per imparare l’ italiano”
E comincia subito a farmi lezione, lei studia lingue e sa come si fa.
E io imparo! Mi mostra degli oggetti e mi dice il nome in italiano, io ripeto diligentemente. Funziona ma quanto ci vorrà per riconquistare un intero vocabolario?
Il Ministero organizza corsi di italiano reclutando maestri cinesi bilingui e, con pazienza e fatica, alla fine molti di noi ce la fanno.
Parlo di nuovo nella mia lingua, quasi bene, ho ancora qualche problema.
Adesso quando entro in classe dico:”Buongiolno lagazzi”.
Ma va bene lo stesso anche se è un po’ difficile restar seria mentre leggo Leopardi e dico:” Semple calo mi fu quest’ elmo colle…”
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