Il naso di Cyrano: dicembre 2010

domenica 26 dicembre 2010

Vacanze di Natale

Mica tanto vacanze!

E’ vero che non vado a scuola in questi giorni ma non posso dire di essermi riposata. Ho cucinato più di Remì, l’immortale sorcio di Ratatouille, cosa che mi crea sempre un’ansia maledetta. Perché io non so cucinare, normalmente mi escono fuori delle schifezze oscene, non è un caso che a casa mia mi chiamano Lucrezia Borgia.

Stavolta, invece, mi è venuto tutto bene, così, almeno, non ho dovuto subire le lagne delle figlie che hanno mangiato tutto di gusto.

Le figlie mi hanno fatto anche dei bei regali, quelli che mi sono piaciuti di più sono stati la collezione di bagni schiuma, gel, Sali, creme alla rosa della FG e le pantofolotte a forma di scarpe da tennis della FI, sono calde, comode e originalissime!

Oggi pomeriggio, da mia mamma, ci scambieremo i regali con mio fratello e con Cat e io mi riposerò, finalmente.

Poi, da lunedì, avrò il tempo di fare quello che più amo: potrò studiare! Ho un mucchio di libri sul Risorgimento da leggere, un testo su Shakespeare che mi ha passato la FG, un volume su Napoleone e poi devo prepararmi benissimo per la simulazione del colloquio orale che faremo a scuola con gli alunni, loro faranno i professori ed io l’allieva quindi devo ripassare a fondo gli argomenti,se vado male, che figura ci faccio?

Felice anno nuovo a tutti

domenica 19 dicembre 2010

Week end di sogno

E come poteva essere altrimenti?

Tra sabato e domenica io e l’indomabile FG, con l’aggiunta della FI, ci siamo godute due bellissimi spettacoli: “Sogno di una notte di mezza estate” e lo “Schiaccianoci”.

Altro che sogni, ci siamo immerse in mondi fantastici e musicalissimi. Non solo le note di Tchaicowsky ci hanno cullato ma anche il meraviglioso ritmo dei versi shakespeariani, recitati deliziosamente da una compagnia di giovani attori, decisamente bravi.

Io e la FG il Sogno lo sappiamo praticamente a memoria ed è un opera che adoriamo e perciò siamo particolarmente esigenti in merito alla recitazione. Venerdì sera siamo uscite dal teatro assolutamente entusiaste. C’era tutto Shakespeare sulla scena, vuota, priva di qualsiasi elemento scenico, tranne un tappeto di foglie e quattro cuscini. Gli attori, vestiti di coloratissimi costumi, la scena l’hanno evocata per noi. Bellissimo! Mi sono lasciata cullare dalle loro voci e,. come in un sogno, ho dimenticato tutte le fatiche di una settimana diabolica.

Ieri sera mi sono immersa in un’altra magia: lo “Schiaccianoci”. I ballerini del teatro dell’opera della Macedonia hanno danzato la bella e un po’ inquietante fiaba russa. La musica mi rilassa sempre ma quella del compositore russo ha qualcosa di strano, quasi pauroso, genera una tensione che però mi piace tanto.

Me la sono goduta, nonostante fossi circondata da un pubblico di ignoranti e maleducati, gente che parlava mentre c’era la musica! Ragazzini orridamente schiamazzanti e genitori più da stadio che da teatro! Ma Tchaicowsky è più forte persino della cafonaggine e la sua musica mi ha allontanato da quello squallore e mi ha portato in una dimensione ideale, inesistente nella realtà eppure realissima: ero nel mondo della fantasia, della bellezza, della grazia.

Siamo uscite dal teatro con l’anima piena di waltzer e il cuore pieno di gioia, così felici che quasi non sentivamo il freddo pungente della notte romana.

domenica 12 dicembre 2010

I ragazzini senesi

Eravamo in viaggio di nozze a Siena. Veramente il nostro viaggio stava per terminare, io e mio marito eravamo andati a salutare la bellissima piazza del Campo e stavamo per tornare in albergo a prendere le valige ma ci fermò il rullio cadenzato e tipico dei tamburi, ne seguimmo il suono, incuriositi. Non era semplice perché l’ipnotico ritmo non veniva da un’ unica direzione bensì da molte e diverse. Ci dicemmo che la cosa più saggia da farsi era tornare in piazza e avevamo ragione. In piazza, da direzioni diverse stavano arrivando dei terzetti di bambini e ragazzi. Ogni gruppo era formato da un tamburino e da due sbandieratori.

Erano bellissimi, tutti vestiti con i costumi delle contrade, alla medievale, e con certe faccine senesi che sembravano usciti da un dipinto di Simone Martini o dei Lorenzetti. Bellissimi con i loro capelli tagliati a caschetto e l’aria seria e concentrata di chi sta per affrontare una prova.

Ero incantata e, quando ci dissero che stava per essere disputata una gara di sbandieratori della categoria juniores, decidemmo di ritardare la partenze per vederla . Beh, a onor del vero fui io che decisi, mio marito avrebbe preferito viaggiare prima che facesse notte(guidava lui) ma mi accontentò, del resto lo spettacolo affascinava anche lui.

La gara cominciò, i piccoli sbandieratori ce la mettevano tutta ed era come fare un tuffo in pieno Medioevo, erano bravi ma ogni tanto sbagliavano, la bandiera cadeva a terra e questo comportava delle penalità.

A Siena la competizione ce l’hanno nel sangue da quando nascono e per i senesi conta solo vincere!

Così, quando quei bellissimi fanciulli dalle faccine angelicate sbagliavano e la bandiera cadeva a terra, tiravano, con i dolcissimi accenti della parlata senese, modernissime parolacce e sempiterne e terrificanti bestemmie a tutto il Pantheon cristiano.

Un contrasto da far rabbrividire, anche perché i genitori, che assistevano alla gara, non facevano una piega e anzi davano il loro personale contributo di colorite espressioni.

Guardai di sottecchi mio marito, sapevo che odiava quanto me le parolacce e la bestemmie, ero imbarazzata ma lui era apparentemente tranquillo e tifava per la sua contrada, quella della Lupa che alla fine risultò vincitrice.

Quando partimmo gli chiesi se non gli avessero dato fastidio le parole micidiali che erano uscite da quelle tenere boccucce. Mi rispose che a Siena anche i santi sono contradaioli e che quei ragazzini non intendevano offenderli ma soltanto manifestare il loro disappunto per quella che consideravano una disdicevole mancanza di protezione dei loro patroni.

domenica 5 dicembre 2010

Tutto il mondo è teatro.

C’era scritto così sul Globe, il mitico teatro di Shakespeare. In effetti, in questo periodo mi sembra di vivere dentro una commedia, neppure troppo interessante, roba trita e noiosa. Così, per evadere dal fastidio di un dramma tutto sommato squallido, me ne vado a teatro a gustarmi la realtà dell’invenzione, quella sì interessante, piacevole, divertente e sempre attuale.

Venerdì, con l’inevitabile FG, mia complice entusiasta, siamo andate a vedere La Bottega del caffè di Carlo Goldoni. Uno spettacolo godibilissimo, ben recitato da attori che hanno saputo rendere con grazia tipi immortali: il truffatore, il maldicente, l’opportunista ed altri. Goldoni ha questo immenso merito: che, anche quando mette in scena personaggi antipatici, lo fa con tale ironia da divertirci, sempre.

Oggi pomeriggio, dopo due giorni di indefesso lavoro al computer per completare un lavoro dei miei alunni, io e l’infaticabile FG (reduce anche lei dai lavori forzati al PC, causa esercitazione in inglese) siamo andate a vedere una messa in scena tratta da un film diretto da Branagh: Nel mezzo di un gelido Amleto. Ho riso talmente tanto che mi si è sciolto il mascara. Imperdibile, vi consiglio di andare a vederlo, è in scena al teatro San Paolo fino al 12 Dicembre.

Il regista ed autore, Riccardo Cavallo, ha reso perfettamente lo spirito della pièce: l’ironia di una scalcagnata compagnia di teatranti a budget 0 che decide di mettere in scena niente meno che l’Amleto. Se volete sapere come va a finire andate a teatro! Io e la FG ma anche il resto del pubblico abbiamo riso fino alle lacrime e non è un modo di dire.

Io e la FG abbiamo continuato a ridere anche dopo, quando, avendo io necessità di una fermata idraulica, sono andata nel bagno della metropolitana. Già per fare aprire la porta bisognava mettere del denaro, effettuata l’operazione, la pesante porta metallica scorrevole si è aperta. Ho lasciato la FG di guardia fuori perché avevo timore che quella trappola infernale non si riaprisse più, se non avessi avuto urgenza avrei rinunciato ma non potevo così sono entrata. La porta si è richiusa con uno scricchiolio sinistro.

A questo punto, con mia grande sorpresa, una gentile voce femminile registrata mi ha detto: “siete nel bagno della metropolitana”. Io già lo sapevo, come sapevo anche a cosa servissero pulsanti e altro presenti nell’ambiente. La gentile voce femminile mi ha raccontato per filo e per segno a cosa servivano le apparecchiature che avevo a disposizione. Ora, io mi chiedo: “ma che razza di gente utilizza i bagni della metropolitana?”. Quando uno va in una toilette, lo sa a cosa serve una toilette! Non c’è bisogno che qualcuno glielo spieghi. A chi è venuto in mente che fosse necessario dare spiegazioni? Che poi può anche essere pericoloso: immaginatevi uno debole di cuore che mentre è lì, impegnato in attività che richiedono il massimo riserbo, si sente apostrofare da una gentile voce femminile. Può anche avere un infarto. Mi chiedo anche: “Ma nei bagni maschili, il bel tomo che ha avuto l’intelligente pensata, ci avrà messo una voce femminile o una maschile?” Se qualcuno sa, vuol essere tanto gentile da comunicarmelo così da sollevarmi da questo amletico dubbio?!