E' un volume composto di poesie e monologhi teatrali al femminile; alcuni sono molto amari, altri tristi ma tutti rispecchiano la realtà attuale, arrogante, superficiale, stupida.
E' una galleria di donne di varia età e condizione: c'è la suora, la manager, la teenager, la vecchiaccia.
Poi c'è Beatrice, o meglio, Beatrice c'è prima: è il primo monologo.
Beatrice, sì, proprio quella di Dante, oddio, in realtà non era di Dante nel senso che i due, nonché stare insieme, non si parlarono praticamente mai.
Comunque, ci siamo capiti.
Nella didascalia sotto il titolo del primo monologo c'era scritto: "Da recitare con leggero accento toscano".
La FG non s'è lasciata scappare l'occasione: lei adora leggere in toscano! S'è impadronita del libro e ha cominciato a leggere ad alta voce "con leggero accento toscano". Se vogliamo essere proprio pignoli il suo era un accento "leggermente senese" mentre, essendo Beatrice di Firenze, la FG avrebbe dovuto leggere con accento fiorentino ma non si può avere tutto dalla vita.
Un po' per l'accento della figlia e un po' per il brano, ho cominciato a ridere fino alle lacrime e, tenendo conto che eravamo nel foyer del teatro Valle, in attesa di entrare per vedere lo spettacolo, avrei anche dovuto vergognarmi un po'. Ma, come dice sempre la FI, io ho fatto anche di peggio, perciò non mi sono vergognata e mi sono goduta un pezzo tipicamente Benniano con il massimo piacere.