Il naso di Cyrano: In Capellinum

domenica 15 gennaio 2012

In Capellinum

Sabato mattina, un sabato come tanti a casa mia. Sveglia alle sei e mezzo, anche se è sabato, perché alle dieci la FG fa “Gruppo di studio” con le sue colleghe a casa nostra, gli esami si avvicinano e loro devono studiare ma io devo fare le pulizie e gli altri giorni lavoro, dunque mi tocca alzarmi presto e fare tutto prima che il mio soggiorno si trasformi in un’aula universitaria perché in quattro studentesse nella tana della FG non ci stanno.

Loro studiano in soggiorno circondate da libri, appunti, computer, biscotti, patatine, bevande varie e sigarette, tante sigarette, troppe.

Questa mattina presto la FG è apparsa in cucina mentre io stavo sistemando i capellini nel barattolo.

Dovete sapere che la FG, al contrario di Gian Burrasca, adora la minestra di capellini, ne mangia quantitativi industriali e a casa ce n’è sempre una buona scorta.

Mentre travasavo i capellini dalla busta nel barattolo, alcuni frammenti sono caduti a terra ma non me ne sono preoccupata perché, al termine della delicata operazione, avrei spazzato tutta la casa e quindi anche la cucina.

La FG, invece, si è chinata a terra e ha cominciato a raccogliere i frammenti di capellini. Le ho detto di lasciar perdere ma a questo punto la FG si è trasformata: è diventata Cicerone.

Sì, proprio lui, il grande oratore romano e, come lui, ha iniziato a declamare un’orazione degna della prima Catilinaria. Avete presente il celeberrimo “Quo usque tandem, Catilina, abuteris patientia nostra”?

Beh, lei ha fatto più o meno lo stesso, ha attaccato così:” Mamma, il capellino è malvagio, infido, dissimulatore, si nasconde negli angoli bui, si attacca ai tappetini, si infila nelle pantofole…” e via di seguito, mentre proseguiva implacabile la caccia ai pezzetti che mi erano caduti. Li ha raccolti tutti e ha concluso la sua orazione contro il capellino con queste parole:” L’unico capellino buono è il capellino cotto, preferibilmente in un buon brodo di carne!”, poi se ne è andata a prepararsi per l’arrivo delle sue amiche.

Un sabato mattina, un sabato mattina come tanti, a casa mia.

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