Il naso di Cyrano: Apofonìa

domenica 18 marzo 2012

Apofonìa

In linguistica, l’apofonia è l'alternanza di suoni vocalici e/o consonantici all'interno del tema di una parola che dà informazioni di tipo grammaticale; per intenderci, se dico “vidi o vedrò” uso sempre il verbo vedere ma in un caso ho il tema “vi” e nell’altro il tema “ve”.

La FG ama particolarmente le apofonie e si diverte ad identificarle; deformazioni tipiche di una linguista.

Talvolta le apofonie la FG se le inventa o utilizza quelle inventate da altri.

Istigata da un articolo di Nonciclopedia, spesso usa, per definire l’utente del web, la falsa apofonia “L’utonto” che nella variante grafica dei dialetti mediani italici può essere intesa come “Lu tonto”, quindi “L’imbecille, l’idiota”.

Per la FG, l’utonto è colui che, navigando su Internet, si perde nei meandri della rete ma anche è colui che non riesce ad inviare una mail, a salvare un documento, a costruire una tabella e via discorrendo.

Nella variante femminile l’utonto diventa “L’utonta” e spesso con tale appellativo la FG designa Me.

Ora: è vero che qualche volta, raramente, chiedo aiuto alle figlie ma, mi chiedo, una che le ha messe al mondo a fare se non può nemmeno chiedere aiuto? Loro ci sono nate nell’era del computer, io no.

E poi io con il pc so fare un sacco di cose: io navigo nel web meglio di Ulisse, sir Francis Drake e sir Orazio Nelson; riesco sempre a trovare ciò che cerco; so produrre e archiviare documenti, uso correttamente programmi per creare presentazioni e biglietti di auguri, invio mail e allegati a chiunque.

E’ vero, non sono tanto brava con i fogli di calcolo elettronici ma, in effetti, io non sono proprio brava nel calcolo e poi non è che mi serva a molto.

Anche con i programmi di grafica non vado troppo bene, so modificare solo in parte le immagini ma non è tanto importante: in fin de conti sul web trovo tutte le immagini che mi servono così come sono.

Francamente, non mi considero un utonto; per una come me, nata quando ancora i libri potevano essere letti solo se stampati su carta e il telefono era solo quello di casa, con il cavo e la rotella con i buchi per comporre numeri, quello che ho imparato è molto e molto ho intenzione di imparare ancora.

Per le mie figlie, però, io sono e sarò sempre un utonto, un luser, un dummy, in sostanza, una rompiscatole che, ogni tanto, chiama disperatamente chiedendo aiuto perché non sa usare il computer.

“Nota della FI, schiavizzata per scrivere sotto dettatura: Per essere chiari, io apprezzo gli sforzi di Madre con il pc, ma è il pc che non la apprezza abbastanza, motivo per cui io vengo chiamata: non riparo ai suoi errori, convinco il pc a rinunciare allo sciopero. Per inciso attenzione: se state troppo in contatto con questa donna vi contagerà. No davvero, l’ultima volta che le ho riparato il pc poi sono andata da un amico a sistemare il suo. E’ quasi esploso. Il computer, non il mio amico. Essa genera campi magnetici mefitici! Tempeste magnetiche! Il terrore dei supereroi!”

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