Se fosse dipeso da me, io mai e poi mai avrei assistito alla
cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi ma la FG e la sua amica cinese ne
avevano voglia, così, venerdì sera ci siamo organizzate con generi di conforto alimentare
e drink vari e ci siamo viste il lungo spettacolo, organizzato e diretto del
famoso regista Danny Boyle, una cosa noiosissima, con riferimenti storici che
solo un docente speciali88zzato in storia dell’Inghilterra riusciva ad
afferrare, meno male che io ne so parecchio e ho potuto spiegare alle due
fanciulle che facevano domande. Il tutto condi8to da quella che alcuni osano
chiamare musica ma che a me sembra solo fastidioso rumore. Insomma, stavo seriamente prendendo in
considerazione l’idea di andarmene a letto quando è apparsa Sua Maestà.
Elisabetta II non passa mai inosservata, un po’ perché è una sovrana e molto
per come si veste. Venerdì sera era in rosa pesca, con cappellino ed accessori
in tinta. Una mise che nessuna donna della sua età potrebbe e dovrebbe
indossare; per fare un esempio: se la mia mamma che, anno più, anno meno, ha la
stessa età della regina, si vestisse in quel modo, io mi vergognerei moltissimo
ad uscire con lei. Sua Maestà, invece, può indossare i colori ed i modelli più
assurdi ed impensabili e sarà sempre elegante. Sarà questione di personalità,
forse di originalità, non lo so ma se uno la guarda, prima pensa:”Che abito
pazzesco!” e subito dopo:”Però vedi come Le sta bene.”
La mise rosa pesca stava davvero bene a Sua Maestà ma la
divisa degli atleti inglesi era atroce, senza se e senza ma: tutta bianca con
colli, revers e toppe dorate! Semplicemente allucinante se… se non fosse stato
per i tedeschi: tutti i maschi in giacchina celeste e le donne in rosa,
sembravano il reparto carta igienica di un grande magazzino. Tra le tante
squadre, inglesi e tedeschi hanno scatenato la nostra ilarità più sfrenata.
Bellissima invece è stata l’idea del braciere olimpico
formato da tanti fiori che si sono innalzati ed uniti a ricevere il fuoco di
Olimpia e bellissimo, nonostante l’età non più giovane, Kenneth Branagh,
vestito, più che come un industriale inglese dell’Ottocento, come un folletto irlandese, con la stessa
faccia da impunito e lo stesso sorriso furbetto di ogni folletto che si
rispetti!