Gentile
professor Monti,
Come Lei anche io sono impegnata, in questo periodo, in un drastico piano di ridimensionamento
delle spese.
Sono un’insegnante e il mio stipendio equivale al salario di
un metalmeccanico, perciò, dovendo pagare l’Imu e sostenere tutti gli aumenti
dei prezzi, devo tagliare le uscite.
A parte alcuni provvedimenti di tipo economico-ecologico,
quali l’uso di lampadine a basso consumo, finestre aperte finché ci si vede e
“Spegni la luce quando esci dalla cucina!”, tessera per i mezzi pubblici,
perché io non guido manco se mi ammazzano, già in vigore a casa mia da alcuni
anni, le voci di spesa sulle quali intervenire sono le seguenti:
- Sigarette: smettere di fumare fa bene al portafoglio e alla salute
- Ristoranti e pizzerie: evitarli, oltre che un risparmio, è un vantaggio per la linea
- Abiti e accessori: i nostri armadi sono pieni di roba, magari fuori moda ma che ce ne importa?
- Spesa alimentare: mangiamo meno, ingrassiamo meno, tutto guadagno per la salute
- Palestra: con un tappetino e due pesetti, gli esercizi li possiamo fare a casa senza spendere un euro
- Giornali: me li leggo sul web, me li faccio regalare da mamma dopo che li ha letti lei
- Libri: Se ne compro la metà ho sempre tanto da leggere e posso rileggere quelli che ho già
- Teatro: qua è facile dimezzare, per la prossima stagione gli spettacoli interessanti sono proprio pochissimi!
Con
questo piano di austerity ritengo di poter realizzare in dodici mesi un
risparmio che mi permetterà di realizzare il pareggio di bilancio. Il pareggio
del mio bilancio ma … quello dello Stato?
Ho
l’impressione, gentile Professore, che, come me, anche la maggioranza dei
cittadini italiani stiano procedendo all’elaborazione di progetti simili al mio
e credo che tutto questo non produrrà un miglioramento generale. Pensiamoci un
attimo: se tutti comperiamo meno le ditte produrranno meno, i negozi venderanno
meno, serviranno meno operai, commessi, contabili, camerieri, tipografi,
giornalisti, attori … dunque aumenteranno i disoccupati; meno occupati
significa meno gente che paga le tasse ( che già non siamo tanti, nonostante
gli interventi della Guardia di finanza, l’evasione dell’Iva e il mancato
rilascio di scontrini e ricevute è stratosferico), insomma, io temo che alla
fine i sacrifici di noi italiani non serviranno a nulla!
Gentile
Professore, c’è poi una domanda che è assolutamente reale anche se in Italia
sembra assumere un aspetto più che altro retorico:” Nella sua Spendig review,
c’è traccia dell’eliminazione di prebende e privilegi dei 945 scaldapanche di
Montecitorio e Palazzo Madama? Sindaci e presidenti delle regioni vedranno
ridimensionati i loro onorari?” Ma perché non smettiamo di tagliare sui bidelli
e gli infermieri e non interveniamo sulla casta? Diamo ai deputati solo lo stipendio
da professori (di scuola media, eh!) e vediamo chi si candida! Si potrebbe
obiettare che, se fossero pagati poco, potrebbero avere la tentazione di rubare
… perché adesso invece!
Se
lo stipendio di partenza per fare il politico fosse pari a quello di un
metalmeccanico, forse, avremmo come candidati soltanto giovani alla ricerca
della loro prima occupazione, cassintegrati e pensionati al minimo del
trattamento, sarebbe una splendida applicazione del “Turn over”.
Si
sarebbero creati nuovi posti di lavoro, certo lavoro non qualificato e non
qualificante ma forse coloro che lo svolgessero a queste condizioni sarebbero
più motivati e, forse, le cose andrebbero un po’ meglio.
Gentile
Professore, Lei questa mia lettera non la leggerà mai ma io Le auguro davvero
di riuscire a svolgere bene il Suo lavoro e a tirarci fuori dai guai … ma credo
che sia davvero una Missione impossibile!
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