Il naso di Cyrano: gennaio 2013

domenica 27 gennaio 2013

Ineffabile Sempremia



La FG ha sostenuto con lode il suo ultimo esame, almeno dal punto di vista Universitario. Da giovedì pomeriggio, l’inveterata studentessa si gode un meritato riposo in attesa di iniziare a lavorare alla tesi di Laurea.
Beh, non proprio e del tutto “riposo”, in questi giorni la sto costringendo a riordinare il caos indescrivibile che la fanciulla riesce a creare su qualunque superficie della sua stanza nel periodo degli esami e non solo. E’,ovviamente, una battaglia persa: i concetti di ordine mio e suo divergono e molto.
Lei finge di accontentarmi e io mi rassegno, altro da fare non c’è, almeno ha levato i libri, cartacei ed e-book da dentro il letto. Quando è sotto esami, la FG dorme con i suoi libri: dice che,così facendo, apprende anche mentre dorme, per osmosi!
Oltre a chiederle di riordinare, venerdì l’ho pregata di accompagnarmi a fare la spesa, cosa che fa sempre volentieri, quando può.
Mentre ci dirigevamo al supermercato, siamo passati davanti alla pasticceria vicino a casa nostra, parlavamo dell’esame ma, all’improvviso, la FG si è interrotta e, guardando la vetrina profumata di mille profumi, con la vocetta dolcissima di Rina Morelli, indimenticata ed indimenticabile signora del teatro italiano, ha esclamato, al modo di Sempremia:” E io penso che, in fondo, i maritozzi con la panna non sono altro che candidi sorrisi!”
In effetti i maritozzi in questione ci sorridevano invitanti dalla vetrina.
Voi che avreste fatto?
Io, dopo un nanosecondo di smarrimento per il repentino cambio di argomento, sono entrata in pasticceria, con FG al seguito ed entrambe ci siamo godute un mega maritozzo pieno di panna a testa.
Sorridendo, naturalmente!

domenica 20 gennaio 2013

Pascoli, scimpanzé e profondo urto.



Oggi parla la FI:
Venerdì sera ho avuto L’incommensurabile onore, come capita ogni tanto, di poter godere di un bellissimo spettacolo in compagnia di Madre e Sorella: parlo di Aquiloni, di Paolo Poli: poesie di Pascoli recitate da Lui e dai suoi quattro comprimari, inframmezzate da stacchi musicali ballati en travesti.
C’è da dire che io adoro le materie scientifiche, la matematica è il mio gioco preferito, mentre quelle letterarie erano, per me, al liceo solo un’ottima occasione per dormire o per scarabocchiare su qualsiasi pezzo di carta che mi capitasse a tiro; così non sono cresciuta con l’incubo del Pascoli come invece sembra sia capitato alle mie accompagnatrici, che ogni tanto su qualche poesia trattenevano un afflato d’odio profondo o mormoravano frasette come “questa la detestavo”, “l’ho dovuta imparare a forza”. Le poesie del Pascoli non sono mai riuscite a scalfire la mia solida ignoranza in materia letteraria, sentirle recitare in maniera così mirabile dagli artisti di ieri sera è stato come sentirle per la prima volta e ho potuto da assoluta profana gustarmi lo spettacolo in un modo tutto mio.
A onor del vero il Sig. Pascoli dev’essere uno che ha traumatizzato molte generazioni perché, oltre alle mie carissime apparentate, la stragrande maggioranza delle persone che avevo intorno proferiva esclamazioni non molto dissimili da quelle che ho sopra riportato; peccato che oltre ciò si sentissero pure in diritto di chiacchierare in libertà, disturbando oltremodo la sottoscritta e le sue più prossime parenti.
Ora, tu lettore, si proprio te che te ne vai al teatro a fare “quello de cultura” e poi ti ci comporti come fossi nel salotto di casa tua, guardami nelle pallucce degli occhi e apri quelle appendici che ti ritrovi ai lati della testa, che ti voglio fare un discorsetto:
Per cominciare, lo sai che c’è la crisi? Ecco, allora qui tocca risparmiare, tagliare le spese superflue. Adesso: vorresti cortesemente spiegarmi quale arcano motivo ti spinge a buttar via i soldi in un biglietto del teatro per poi passare due ore a rompere i cocomeri alla sottoscritta e a quelli che vorrebbero godersi lo spettacolo? Per la stessa cifra potresti ordinare cinese e startene a casa tua con gli altri primati, dove ti è permesso parlare, urlare e fare i comodi tuoi. Se poi la motivazione è esclusivamente che butti via questi soldi per il sadico gusto di farmi venire l’urto di nervi, beh allora va bene, lo capisco, salvo poi che non devi lamentarti se ti suono come una campana dietro la tenda della galleria. Perché prima o poi succederà.
Signora, te che con le tue amiche mastichi caramelle a tutto spiano e poi butti le carte per terra, ti auguro con tanta amicizia e simpatia che daje e daje a masticare una caramella dura ti rompa un dente.
Le tre carampane che avevo dietro e che si vantavano di essere state al teatro dell’opera e poi in questo e quel luogo di cultura, salvo poi cincischiare tra loro per tutto lo spettacolo, beh quelle probabilmente ci saranno anche state davvero, per fare le pulizie però.
All’inizio del secondo atto è partita la controffensiva: come un sol donnino io e la FG ci giravamo all’unisono a fissare il cafone di turno, dipingendoci in volto l’espressione più truce che potessimo produrre, fino a che quello non si decideva a tacere; funziona abbastanza bene, visto che la vecchia grassona, che stava dietro a me, dopo non si è più permessa di fare un fiato. Altro che Madre e i suoi antiquati “shhhhhhh”.
Purtroppo, questo tipo di esperienza capita ormai puntualmente ogni volta che andiamo al teatro; ormai ne sono così avvezza che mi infilo la mia espressione accigliata già mentre prendiamo posto. Così ho iniziato a considerare l’ipotesi che in realtà lo spettacolo non sia più la sul palco e nella bocca degli artisti e non sia più teatro o rappresentazione; è alle mie spalle e in realtà abbiamo pagato il biglietto per andare a vedere il circo degli animali.
Madre ed FG concordano e sottoscrivono.
Questo post è stato moderato a priori ed epurato di tutte le “parolacce” con la scusa dei lettori minorenni dalla detentrice dell’account.

domenica 13 gennaio 2013

Visita didattica



I miei alunni la chiamano “Gita” perché a loro, quando andiamo a visitare mostre o musei o altro, sembra di non far scuola, per loro è un’occasione come un’altra di spassarsela.
Invece, per me, le visite didattiche sono opportunità di insegnare e di  imparare in modo diverso.
Venerdì, con gli allievi di terza media, siamo andati all’Istituto di vulcanologia e geofisica per imparare di più sui terremoti. Oltre a me, c’erano le colleghe di scienze, molto più preparate di me sull’argomento.
Due tecnici dell’istituto ci hanno guidato nei misteri della geofisi8ca e ci hanno spiegato tante cose interessanti. Almeno per me che sull’argomento so quello che si studia comunemente in geografia e che non è poi molto.
Abbiamo visto dei filmati, dei modelli e la sala dove arrivano i dati rilevati dalle stazioni sparse sul territorio.
 Miei alunni sono stati “quasi” educati il che è comunque una mezza vittoria, tenuto conto degli standard comportamentali degli adolescenti d’oggi.
Quanto abbiano seguito e compreso non so, lo saprò quando mi poteranno la presentazione web che ho dato loro da fare per compito, allora saprò anche se la visita è stata utile per loro come lo è stata per me.

domenica 6 gennaio 2013

Horror o Humor?



 Attenzione questo post contiene parziale Spoiler del film Van Helsing!
Sono la FG. E molti mi conoscono su questo blog anche se non tutti sanno che mi piacciono le storie di vampiri un po’ horror ed un po’ romantiche (esclusa la saga di Twilight che non sopporto).
Disgraziatamente mia madre lo sa e, pur non condividendo la mia passione, lieta di farmi piacere organizzando una seratina tv, pochi giorni fa mi ha proposto di vedere un film “coi vampiri”.
Si era dimenticata di dirmi che il film era su mediaset, nota per mandare in onda le peggiori schifezze disponibili in giro: autentica cinemelma insomma.
Giungiamo al film, del quale ho già detto il titolo nell’avvertimento necessario sopra il post: Van Helsing.
Questo film, con la sua trama piena di buchi, è un’immonda accozzaglia di licantropi, vampiri e folletti rubati alle leggende inglesi; dove l’invincibile mostro di Frankenstein viene trasformato in un piagnucolone dal cuore d’oro (dotato di un cervello verde fosforescente, sul tipo figlio di Flubber, che sembra fare il possibile per abbandonare il suo cranio) inseguito da tutti solo perché, per qualche assurdo motivo, è indispensabile massacrare di scariche elettriche il suo corpo per dar vita ai figli di Dracula. Il creatore della creatura muore in pochi fotogrammi ed Igor, preoccupato per la crisi economica e la disoccupazione, si fa assumere da Dracula che gli ha appena ammazzato il padrone.
Intanto nelle Cantine del vaticano tutte le religioni del mondo sono unite nella lotta contro le forze del male e hanno assoldato Van Helsing come esecutore di omicidi di mostri a scopo benefico (e il regista pensa bene di fargli uccidere Mister Hyde, non si sa bene perché).
Il giovane Van Helsing, preso con sé un frate inventore di un arsenale da fare invidia all’ispettore Gadget (dalla balestra-mitragliatrice alla bomba atomica a raggi di luce solare), parte per la Transilvania dove deve proteggere i discendenti di una famiglia che da anni combatte Dracula
Lì incontra Anna, ultima discendente di quella famiglia e, per evitare che la fanciulla si faccia ammazzare subito, la narcotizza e rischia così di farla ammazzare un centinaio di volte durante le scene successive del film anche se, poco prima del finale, dopo aver preso botte da orbi un po’ da tutti i cattivi o quasi, la ragazza non ha neanche il trucco sbavato, destando l’invidia di generazioni di spettatrici femminili.
Ma che bell’inizio per una storia d’amore!
Grazie ad una sequenza di insperate fortune (luna piena, morsi di licantropo e cure antilicantropia a portata di mano nella dimora di Dracula) e, dopo un’ora di scene nelle quali, con effetti da videogioco d’annata,  si combatte fra la squadra: Frate, Van Helsing, Anna e mostro di Frankestein (tutti lo cercavano ed il mostro rispunta fuori da sé all’improvviso) e quella di Dracula, le sue succubi (vampiresse mezze nude) e i suoi nanetti inglesi asserviti al male (perché dei malefici nanetti inglesi dovrebbero filarsela in Transilvania?), si arriva al tristo finale:
Ovviamente Dracula viene sconfitto ma… Van Helsing, licantropizzato uccide Anna, che era sopravvissuta alle botte da orbi già descritte, con una zampata subito dopo che lei gli ha iniettato il siero per curargli la licantropia.
Che bella conclusione per una storia d’amore!
 Quindi, ricapitoliamo il tristo finale: storia d’amore in vacca per Van Helsing e, parimenti in vacca, la possibilità per noi spettatori di dire “era un’americanata ma una bella commediola”.
Intanto il mostro di Frankestein prende una zattera e lascia la scena schifato.
Alla conclusione del film mamma sorrideva divertita, io non riuscivo a capire: prima di tutto perché il film come horror era una schifezza da manuale e poi perché a mia madre il genere horror non è mai piaciuto! L’ho interrogata sui reconditi motivi del suo buon umore e lei, convintissima, mi ha risposto che non aveva mai visto una così riuscita e demenziale parodia del genere horror, a parte l’immortale Frankenstein Junior!
Di fronte a questa risposta, di un’ingenuità disarmante, ho sentito il pavimento aprirsi sotto di me ma non sono caduta.
Quando ho provato a spiegarle che il regista del film si era seriamente proposto di fare una pellicola thriller-fantasy-horror, creando per errore un’immondizia trash, la mia incredibile e credulona genitrice non mi ha voluta credere.
Nonostante io avessi passato le pause pubblicità (su mediaset sono sempre lunghissime) e buona parte delle scene più insulse del film cercando e leggendole con internet, da cellulare, recensioni del film, tutte unanimemente concordi nel descriverlo come un flop.
Insomma, mia madre è tuttora convinta di aver visto una horror comedy e nulla la convincerà che quella commedia sia in realtà uno dei 10 film più trash del mondo, ammesso che si possa definirlo così senza offendere il genere trash.

Grazie a Nonciclopedia (http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Van_Helsing) e a Ju®assik Po®k (http://gaming.ngi.it/archive/index.php/t-327324.html)per avermi aiutato con i loro spoiler ironici di Van Helsing a riassumere il mio sgomento per questo film