Il naso di Cyrano: Pascoli, scimpanzé e profondo urto.

domenica 20 gennaio 2013

Pascoli, scimpanzé e profondo urto.



Oggi parla la FI:
Venerdì sera ho avuto L’incommensurabile onore, come capita ogni tanto, di poter godere di un bellissimo spettacolo in compagnia di Madre e Sorella: parlo di Aquiloni, di Paolo Poli: poesie di Pascoli recitate da Lui e dai suoi quattro comprimari, inframmezzate da stacchi musicali ballati en travesti.
C’è da dire che io adoro le materie scientifiche, la matematica è il mio gioco preferito, mentre quelle letterarie erano, per me, al liceo solo un’ottima occasione per dormire o per scarabocchiare su qualsiasi pezzo di carta che mi capitasse a tiro; così non sono cresciuta con l’incubo del Pascoli come invece sembra sia capitato alle mie accompagnatrici, che ogni tanto su qualche poesia trattenevano un afflato d’odio profondo o mormoravano frasette come “questa la detestavo”, “l’ho dovuta imparare a forza”. Le poesie del Pascoli non sono mai riuscite a scalfire la mia solida ignoranza in materia letteraria, sentirle recitare in maniera così mirabile dagli artisti di ieri sera è stato come sentirle per la prima volta e ho potuto da assoluta profana gustarmi lo spettacolo in un modo tutto mio.
A onor del vero il Sig. Pascoli dev’essere uno che ha traumatizzato molte generazioni perché, oltre alle mie carissime apparentate, la stragrande maggioranza delle persone che avevo intorno proferiva esclamazioni non molto dissimili da quelle che ho sopra riportato; peccato che oltre ciò si sentissero pure in diritto di chiacchierare in libertà, disturbando oltremodo la sottoscritta e le sue più prossime parenti.
Ora, tu lettore, si proprio te che te ne vai al teatro a fare “quello de cultura” e poi ti ci comporti come fossi nel salotto di casa tua, guardami nelle pallucce degli occhi e apri quelle appendici che ti ritrovi ai lati della testa, che ti voglio fare un discorsetto:
Per cominciare, lo sai che c’è la crisi? Ecco, allora qui tocca risparmiare, tagliare le spese superflue. Adesso: vorresti cortesemente spiegarmi quale arcano motivo ti spinge a buttar via i soldi in un biglietto del teatro per poi passare due ore a rompere i cocomeri alla sottoscritta e a quelli che vorrebbero godersi lo spettacolo? Per la stessa cifra potresti ordinare cinese e startene a casa tua con gli altri primati, dove ti è permesso parlare, urlare e fare i comodi tuoi. Se poi la motivazione è esclusivamente che butti via questi soldi per il sadico gusto di farmi venire l’urto di nervi, beh allora va bene, lo capisco, salvo poi che non devi lamentarti se ti suono come una campana dietro la tenda della galleria. Perché prima o poi succederà.
Signora, te che con le tue amiche mastichi caramelle a tutto spiano e poi butti le carte per terra, ti auguro con tanta amicizia e simpatia che daje e daje a masticare una caramella dura ti rompa un dente.
Le tre carampane che avevo dietro e che si vantavano di essere state al teatro dell’opera e poi in questo e quel luogo di cultura, salvo poi cincischiare tra loro per tutto lo spettacolo, beh quelle probabilmente ci saranno anche state davvero, per fare le pulizie però.
All’inizio del secondo atto è partita la controffensiva: come un sol donnino io e la FG ci giravamo all’unisono a fissare il cafone di turno, dipingendoci in volto l’espressione più truce che potessimo produrre, fino a che quello non si decideva a tacere; funziona abbastanza bene, visto che la vecchia grassona, che stava dietro a me, dopo non si è più permessa di fare un fiato. Altro che Madre e i suoi antiquati “shhhhhhh”.
Purtroppo, questo tipo di esperienza capita ormai puntualmente ogni volta che andiamo al teatro; ormai ne sono così avvezza che mi infilo la mia espressione accigliata già mentre prendiamo posto. Così ho iniziato a considerare l’ipotesi che in realtà lo spettacolo non sia più la sul palco e nella bocca degli artisti e non sia più teatro o rappresentazione; è alle mie spalle e in realtà abbiamo pagato il biglietto per andare a vedere il circo degli animali.
Madre ed FG concordano e sottoscrivono.
Questo post è stato moderato a priori ed epurato di tutte le “parolacce” con la scusa dei lettori minorenni dalla detentrice dell’account.

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