Il naso di Cyrano: aprile 2013

domenica 28 aprile 2013

Il verniciatore



Per la serie: “Quando la realtà supera la fantasia”.

Giorni fa stavo leggendo un quotidiano on line e mi è capitata sotto gli occhi una notizia che, a prima vista, mi è sembrata incredibile. Pare che il sindaco uscente di Roma, ribattezzato “aledanno” dalla ineffabile FG, invece di far curare o sostituire le aiuole di un giardinetto situato in una piazza di questa nostra povera città, ne abbia fatto riverniciare le foglie!!

Avete letto bene, ho scritto proprio il verbo “verniciare”. Poiché la denuncia è partita dal candidato minisindaco del municipio, la notizia sembrerebbe vera ma uso il condizionale perché io non riesco a crederci del tutto, è anche vero, però, che aledanno ci ha fatto vedere proprio di tutto, negli anni del suo mandato: dal caos per due fiocchi di neve, alla sporcizia che a Roma regna sovrana che manco nel medioevo, dalle buche che infestano le nostre strade allo scempio di piazza san Silvestro. Ci mancavano solo gli imbianchini che, al posto dei giardinieri, armati di spruzzini, ripitturano le siepi ingiallite!!

Dopo aver letto la notizia, ho chiamato l’immaginifica FG che, dopo averla letta anch’essa, ha cominciato a canticchiare:”Le rose noi pitturiam…”, la canzoncina dei soldati della cattiva e sciocca regina di cuori, nel film Alice, che, per ordine della suddetta sovrana, devono pitturare di rosso le rose bianche. Alice, vedendo lo scempio, esclama: “Ma così, le farete appassire!”, dimostrando, almeno in questa occasione, un certo buon senso.

Anche aledanno, a modo suo, ha dimostrato “buon senso” in questa occasione: le elezioni sono troppo vicine, non c’era tempo di curare le piante, meglio verniciarle per acchiappare qualche voto in più!



Per completezza di informazione, qui sotto trovate il link di Repubblica dove potrete sincerarvi di quanto vi ho raccontato

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/04/25/news/sant_emerenziana_una_mano_di_vernice_per_le_aiuole_secche-57405073/?ref=search

sabato 20 aprile 2013

I minuscoli



In questi giorni noi e il resto del mondo stiamo osservando uno spettacolo vergognoso: le elezioni per il Presidente della Repubblica italiana.
 O meglio: le non elezioni poiché, nonostante ci sia la candidatura di un nome prestigioso, di un uomo onesto, insigne giurista e di indubbie capacità, in pochi sono stati disposti a votarlo.

Il motivo dell’indisponibilità a eleggere questo candidato è sotto gli occhi di tutti: Lui è onesto e la maggioranza degli elettori non lo è quindi la maggioranza  degli elettori ha cercato di eleggere un imbroglione, un corrotto, uno che facesse gli interessi della casta e non quelli degli italiani. Solo che non riuscivano a eleggere uno così perché ogni gruppo voleva il suo personale uomo corrotto; poi si sono messi d’accordo e hanno condiviso il nome del presidente uscente e non intendo commentare la scelta poiché, una volta eletto, il capo dello Stato è figura istituzionale  e, come tale, deve essere accettato.

Quanto detto è sotto gli occhi di tutti, italiani e comunità internazionale (e ci facciamo proprio la solita bella figura!!), onesti e ladroni, gente che ci crede e opportunisti.

Che fare? Come cambiare le cose?

Non lo so, francamente credo che non ci sia più nulla da fare: il problema non sono solo i politici ma la maggioranza degli italiani. Quegli italiani ignoranti e disonesti che non vorrebbero pagare le tasse (e che spesso non le pagano), quelli che ammirano i truffatori e gli sfruttatori e che vorrebbero essere come loro, quelli che votano i politici corrotti nella speranza di averne vantaggio, quelli che non ti rilasciano lo scontrino fiscale se non glielo chiedi, quelli che svolgono al peggio il loro lavoro, quelli che vengono a difendere a spada tratta i loro figli e le loro figlie infingardi e ipocriti, quelli che vengono nelle grandi città (con i soldi dei genitori) con la scusa di fare l’Università e poi non studiano e si fanno anni di pacchia fuoricorso; la maggioranza degli italiani, insomma.

Questi italiani io li chiamo “i minuscoli” perché non valgono nulla, calpestano e sporcano tutto ciò che attraversa la loro strada e distruggono la vita di noi tutti, anche la loro ma non se ne accorgono oppure se ne accorgono quando è ormai troppo tardi. Ormai ho preso l’abitudine di scrivere i loro nomi ( che sono ogni giorno più numerosi) con l’iniziale minuscola anche se so che, secondo la grammatica, questo è un errore grave ma non me ne importa più nulla: loro violano tutte le regole della civiltà e io non posso violare una sola, piccola regola della grammatica!?

domenica 14 aprile 2013

Stranieri



In questi giorni su Facebook mi è capitato di leggere dei commenti, più o meno scoperti, di stampo inequivocabilmente razzista. Un razzismo generato in parte dall’ignoranza e dal populismo più smaccato e in parte dalla crisi che, colpendo le tasche degli italiani in vari modi e misure, li rende intolleranti verso gli stranieri che vengono in Italia.
Ora, premesso che sono convinta che il bene e il male non stanno da una parte sola, vorrei fare alcune considerazioni, semplici, semplici.
Se gli stranieri vengono in Europa è certo perché nelle loro patrie non possono vivere dignitosamente, il che è un diritto di tutti. Che poi in Italia riescano ad avere una vita dignitosa è tutto da dimostrare ma loro  sembrano crederlo.
Gli stranieri che vengono da noi, in genere, si dedicano a tre attività: chiedono, talvolta con insistenza, l’elemosina, si danno ad attività di stampo criminale e, naturalmente, io non posso che biasimare questi comportamenti che sono anche reati.
Oppure lavorano.
Lavorano sodo ed onestamente, andando ad occupare quelle nicchie di lavoro che gli italiani hanno abbandonato; badano agli anziani, vendono frutta al mercato, lavorano nei campi, in fabbrica, nell’edilizia.
Io, ormai da anni, ho nelle mie classi i figli di questi lavoratori e conosco un po’, perché loro me li raccontano, i problemi e i sacrifici che affrontano: spesso più persone dividono un appartamento affittato a prezzi impossibili, subiscono varie forme di ricatto dai datori di lavoro, soffrono per la lontananza (talvolta per la preoccupazione) dei famigliari rimasti in patria. Insomma: fanno una brutta vita, spesso per dare un futuro ai loro figli.
I loro figli frequentano la scuola pubblica italiana perché la nostra meravigliosa Costituzione garantisce a tutti, senza distinzione, il diritto fondamentale all’Istruzione.
Anche tra i ragazzi e le ragazze straniere, come per i loro coetanei italiani, i comportamenti, riguardo allo studio, sono vari: alcuni non hanno voglia di far nulla, altri cercano di studiare ma si lasciano scoraggiare dalle difficoltà, non solo linguistiche, e da insegnanti che non sanno o non vogliono aiutarli nel loro percorso di formazione; molti (percentualmente, più degli italiani) capiscono quanto sia importante la scuola e studiano sodo, si impegnano per imparare il prima possibile l’italiano e per capire gli argomenti che si fanno a scuola.
L’atteggiamento dei ragazzi italiani nei confronti degli studenti stranieri è vario: c’è chi li rifiuta in base a pregiudizi (nelle mie classi ne ho avuti pochissimi), chi li accoglie, diventa loro amico e collabora con loro, chi instaura vere e proprie amicizie, se trova nel coetaneo straniero elementi di condivisione.
In genere, quando ho in classe degli stranieri, tutti lavoriamo meglio: è come se ci fosse una sfida in più da superare: arrivare alla fine dell’anno scolastico tutti ben preparati, “tutti”.
La collaborazione tra studenti italiani e stranieri arricchisce “tutti”: gli studenti che allargano il loro orizzonte di conoscenza ed anche gli insegnanti (anche se alcuni di loro non riescono a capirlo) che, cercando nuovi modi di far lezione, migliorano il proprio metodo.
Queste le mie considerazioni e le motivazioni del tremendo disagio che provo quando osservo comportamenti discriminanti  o leggo frasi stupidamente razziste.

domenica 7 aprile 2013

Pasqua bagnata ma piacevole



Sì, piacevole soprattutto perché ho passato tanto  tempo con Cat che è stata qui dieci giorni.
Nonostante la pioggia siamo uscite spessissimo: abbiamo visitato la mostra dei Cubisti che ci è piaciuta molto, quella di Tiziano, un po’ deludente e quella dei  vetri Liberty che è un vero spettacolo: ci sono vasi, lumi e oggetti di una bellezza sconvolgente. Io e Cat ci siamo incantate davanti ai capolavori di Tiffany e Gallé, quando siamo arrivate alla fine, abbiamo fatto dietrofront e ce la siamo rivisitata tutta da capo!
Naturalmente non poteva mancare lo shopping, Cat, come al solito, era a caccia di scarpe e, dopo aver girato numerosi negozi, ne ha trovato due paia di suo gradimento.
Mercoledì sera, io e Cat siamo state a cena da mio fratello e da sua moglie e ci siamo molto divertiti tutti e quattro; mio fratello non ha molto tempo libero e non è semplice vederci ma quando ci riusciamo stiamo bene insieme.
Venerdì sera, insieme alla Fg e alla mia amica L., siamo andate al Piccolo Eliseo a vedere un’antologica di Samuel Beckett, magistralmente interpretata da Glauco Mauri e da Roberto Sturno. Uno spettacolo assolutamente coinvolgente nella sua malinconia e, per me, facile da comprendere sul piano dei sentimenti più che dal punto di vista razionale.
Oggi Cat è ripartita, domani riprenderà il suo lavoro e io sono triste perché passerà molto tempo prima che possiamo stare di nuovo insieme ma così è la vita: uno non può avere sempre quello che vuole e ,  quando ce l’ha, riesce ad apprezzarlo meglio!