Il naso di Cyrano: Stranieri

domenica 14 aprile 2013

Stranieri



In questi giorni su Facebook mi è capitato di leggere dei commenti, più o meno scoperti, di stampo inequivocabilmente razzista. Un razzismo generato in parte dall’ignoranza e dal populismo più smaccato e in parte dalla crisi che, colpendo le tasche degli italiani in vari modi e misure, li rende intolleranti verso gli stranieri che vengono in Italia.
Ora, premesso che sono convinta che il bene e il male non stanno da una parte sola, vorrei fare alcune considerazioni, semplici, semplici.
Se gli stranieri vengono in Europa è certo perché nelle loro patrie non possono vivere dignitosamente, il che è un diritto di tutti. Che poi in Italia riescano ad avere una vita dignitosa è tutto da dimostrare ma loro  sembrano crederlo.
Gli stranieri che vengono da noi, in genere, si dedicano a tre attività: chiedono, talvolta con insistenza, l’elemosina, si danno ad attività di stampo criminale e, naturalmente, io non posso che biasimare questi comportamenti che sono anche reati.
Oppure lavorano.
Lavorano sodo ed onestamente, andando ad occupare quelle nicchie di lavoro che gli italiani hanno abbandonato; badano agli anziani, vendono frutta al mercato, lavorano nei campi, in fabbrica, nell’edilizia.
Io, ormai da anni, ho nelle mie classi i figli di questi lavoratori e conosco un po’, perché loro me li raccontano, i problemi e i sacrifici che affrontano: spesso più persone dividono un appartamento affittato a prezzi impossibili, subiscono varie forme di ricatto dai datori di lavoro, soffrono per la lontananza (talvolta per la preoccupazione) dei famigliari rimasti in patria. Insomma: fanno una brutta vita, spesso per dare un futuro ai loro figli.
I loro figli frequentano la scuola pubblica italiana perché la nostra meravigliosa Costituzione garantisce a tutti, senza distinzione, il diritto fondamentale all’Istruzione.
Anche tra i ragazzi e le ragazze straniere, come per i loro coetanei italiani, i comportamenti, riguardo allo studio, sono vari: alcuni non hanno voglia di far nulla, altri cercano di studiare ma si lasciano scoraggiare dalle difficoltà, non solo linguistiche, e da insegnanti che non sanno o non vogliono aiutarli nel loro percorso di formazione; molti (percentualmente, più degli italiani) capiscono quanto sia importante la scuola e studiano sodo, si impegnano per imparare il prima possibile l’italiano e per capire gli argomenti che si fanno a scuola.
L’atteggiamento dei ragazzi italiani nei confronti degli studenti stranieri è vario: c’è chi li rifiuta in base a pregiudizi (nelle mie classi ne ho avuti pochissimi), chi li accoglie, diventa loro amico e collabora con loro, chi instaura vere e proprie amicizie, se trova nel coetaneo straniero elementi di condivisione.
In genere, quando ho in classe degli stranieri, tutti lavoriamo meglio: è come se ci fosse una sfida in più da superare: arrivare alla fine dell’anno scolastico tutti ben preparati, “tutti”.
La collaborazione tra studenti italiani e stranieri arricchisce “tutti”: gli studenti che allargano il loro orizzonte di conoscenza ed anche gli insegnanti (anche se alcuni di loro non riescono a capirlo) che, cercando nuovi modi di far lezione, migliorano il proprio metodo.
Queste le mie considerazioni e le motivazioni del tremendo disagio che provo quando osservo comportamenti discriminanti  o leggo frasi stupidamente razziste.

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