Martedì scorso, mentre con la FG ero in giro a fare
spese, una signorina ci ha dato un volantino che reclamizzava un ristorante che
si trova a poca distanza da dove noi abitiamo. Era, in effetti, ora di pranzo e
io e la inevitabile FG ci siamo guardate: un’ occhiata rapida, determinata, più
o meno come quelle che Bonaparte scambiava con i suoi marescialli un attimo
prima di sferrare l’attacco fatale, un’occhiata che può significare una cosa
sole:”Andiamo!!” Siamo andate mentre intorno a noi Giove Pluvio scatenava una
tempesta d’acqua e di vento.
Il locale, che si chiama “La
Nemesi di Bacco”ed è situato in via Giano della Bella35/39, è molto accogliente
e gradevole, io gestori sono due giovani fratelli gentili e garbati, hanno
prezzi accessibili e cucinano davvero bene.
Io e la FG abbiamo preso il menù
di pesce: antipasto, primo e secondo; era tutto buonissimo e, talvolta, con
accostamenti geniali, ad esempio i fagioli con i polipi o gli gnocchi in sugo
di pesce, non li avevo mai mangiati ma, credetemi, sono deliziosi.
Le porzioni non sono esattamente
da nouvelle cuisine e, dopo l’antipasto e il primo, ho detto alla FG che forse
non sarei riuscita a mangiare anche il secondo. Ed è a questo punto che
l’ineffabile FG mi ha regalato un’altra delle sue immaginifiche perle di
saggezza, dicendomi con voce ieratica (La FG ha sempre la voce ieratica quando
l’argomento è il cibo!): “Laddove lo spazio finisce, inizia la curiosità!”
Ovviamente, col termine “spazio”
non intendeva l’infinito cosmo ma il ben più limitato stomaco mio.
La FG aveva ragione: ho mangiato
anche senza fatica un secondo di grigliata e frittura leggerissimo e fragrante,
accompagnandolo con un bicchiere di gradevole vino bianco veneto. E, poiché la
mia curiosità non si limita all’assaggio dei cibi, ho anche chiesto l’origine
del nome del ristorante. I gestori mi hanno spiegato che Nemesi, che significa
Vendetta o Giustizia negata, era il nome della loro nonna, precedente
proprietaria del ristorante. Il nome, così insolito ed impegnativo le era stato
dato dal padre socialista, un nome che è tutta un’idea!
Ho pensato al mio nonno
socialista, forse anche lui avrebbe voluto chiamare i suoi figli con nomi
“ideologici” ma aveva sposato mia nonna che i figli li ha chiamati, molto più
tradizionalmente con nomi di santi!
Mentre mangiavamo, Giove Pluvio
aveva terminato di scaricare tutta la sua furia e ce ne siamo tornate a casa con
il sole, sazie e soddisfatte, dopo aver promesso ai gentili proprietari che saremmo tornate anche
insieme alla FI.