Dopo alcune settimane di bel
tempo, stamattina a Roma ci siamo svegliati sotto la pioggia che poi è passata
ma ha lasciato il posto ad un venticello piuttosto freddo e fastidioso.
Per di più ieri mi si è rotto il
lettore per gli ebook! E’ il secondo che si rompe, è vero che io leggo tanto e
ormai soltanto in formato elettronico ma questo genere di apparecchio dura
davvero poco, all’incirca due o tre anni. Comunque, poiché la lettura è ormai
il mio unico rifugio e pertanto mi è indispensabile, stamattina sono passata in
un negozio di elettronica e ne ho ordinato un altro, arriverà giovedì e spero
(ma non ci credo molto) che duri un po’ di più! Intanto mi arrangerò con il
tablet.
Questo è proprio un periodo di
seccature, anche a scuola: gli alunni non dimostrano il minimo interesse per lo
studio, vivono solo di chat, scarpe di moda e cellulari di marca, schiavi
obbedienti di un potere che vuole soltanto obbedienti consumatori e compratori,
io ho smesso da un pezzo di combattere questa tendenza: se vogliono essere
questo, facciano pure, non sono figli miei.
In questo periodo, se mi guardo
intorno, se leggo le notizie dei giornali, se analizzo il comportamento della
gente, mi sembra che davvero Shakespeare avesse capito tutto, quando fa dire a
Macbeth che la vita e' solo “… una favola narrata da un idiota,piena di rumore
e furia,che non significa nulla.”
E, se è così, allora, invece che
seguire una favola narrata da un idiota, io mi rifugio nelle storie raccontate
dai grandi del passato prossimo e remoto e dai bravi mestieranti del presente
e, almeno quando sto in quei mondi paralleli, riesco a trovare un po’ di
serenità.
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