Venerdì scorso, con Cat, siamo andate a vedere la
mostra su Marylin Monroe, c’erano tanti oggetti ed abiti che le erano
appartenuti, filmati e fotografie dei suoi film e del suo vissuto.
La mostra è indubbiamente interessante ma, mentre
osservavo l’esposizione, mi è venuta tanta tristezza dentro, un po’ perché
tutto mi ricordava un mondo che non c’è più, quello della mia fanciullezza,
fatto di timori e di speranze, di scuola e di famiglia: le vacanze al mare, i
libri da leggere, la bicicletta, i giochi con Cat e con nostro fratello, la
severità di mia madre, cose che non mi sembrano più mie, sognate e non vissute.
Inoltre, sebbene il sorriso di Marylin campeggiasse
dovunque, era così malinconico! Al di là delle necessità dello star sistem, si
legge nelle foto della Monroe una infelicità profonda e continua, mascherata e
nascosta che mi è entrata nel cuore e che non riesco a togliermi dalla mente.
Eppure, anche se ha avuto un’infanzia complicata, è
stata una donna di successo, una donna intelligente che ha amato ed è stata
amata, avrebbe avuto di che essere felice e invece i suoi occhi, dalle
fotografie, raccontano solo un’immensa infelicità.
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