Il naso di Cyrano: Borgia

sabato 9 marzo 2019

Borgia


Archiviati i Borboni di Napoli, adesso mi rileggo i Borgia, raccontati sempre da Dumas.
Famiglia tosta, i Borgia, ambiziosi, orgogliosi, svergognati, corrotti e corruttori, anche assassini, quando non potevano ottenere in altro modo ciò che volevano. Niente a che fare con le mezze calzette attualmente al potere in italia, ai tempi nostri. C’è da dire che i Borgia erano spagnoli e non italiani, il loro cognome, originariamente si scriveva “Borja” che deriva da una parola araba che vuol dire “Torre”. E già l’etimo ce la dice lunga. Approdati in Italia con papa Callisto III, simoniaco e nepotista, la famiglia raggiunge l’apice del potere e della dissolutezza con il cardinal Rodrigo che, nonostante la porpora, ha numerose amanti. Tra queste, quella che riesce a tenerselo stretto è la Vannozza Cattanei che gli dà quattro figli: Francesco, Cesare, Lucrezia e Joffré. Divenuto papa, pagando e strapagando i cardinali del sacro (?) collegio, con il nome di Alessandro VI (e la scelta del nome è piuttosto rivelatrice della smodata ambizione dell’uomo), non lesinerà prebende, favori e cariche ai suoi figli.
Tra i figli spiccano soprattutto: Lucrezia e Cesare. Lucrezia, che, a dar retta a Dumas, aveva avuto rapporti incestuosi sia con il padre che con i fratelli, fu usata, come succedeva nelle migliori famiglie dell’epoca, come “merce di scambio”, il padre la fece sposare tre volte, secondo quanto gli conveniva per stabilire alleanze: la prima con Giovanni Sforza, la seconda con Alfonso di Aragona, La terza con il duca di Ferrara, Alfonso d’Este. E’ probabile che Lucrezia non amasse nessuno dei tre ma così andavano le cose per le donne, nel passato.
Cesare, in quanto cadetto, fu destinato dal padre alla vita religiosa e fu nominato cardinale ma il ragazzo voleva di più, risolse il problema della primogenitura facendo ammazzare il fratello Francesco e, per stare sicuro, fece eliminare pure Joffré. Ottenuto il potere si scatenò, attaccando con i suoi mercenari tutti gli Stati e Staterelli dell’Italia centrale, nella speranza di costituirsi un regno, morì appena trentenne di mal francese. Avendo sposato la figlia del duca di Valentinois, spesso è chiamato con il soprannome di Valentino. Machiavelli ce ne parla con un misto di ammirazione ed orrore.
Intanto il papa, a Roma, non stava con le mani in mano: per arraffare ricchezze e beni dei prelati non esitava a d utilizzare veleno e sicari per eliminarli ed ereditare da loro.
E, forse, di veleno, destinato ad altri ed ingerito per sbaglio, Alessandro morì, le fonti vaticane parlarono di malaria ma non si può mai dire.
Vicende appassionanti che rendono la biografia di questa famiglia godibile come un romanzo, però c’è un però. Con Dumas bisogna un po’ “fare la tara”, l’autore infatti, spesso, dà per certe notizie che non lo sono, specialmente se sono accuse infamanti o segreti vergognosi. Soprattutto quando ci presenta personaggi storici italiani; lo fa spesso, ad esempio ci presenta Caterina de’ Medici come una virago crudele e violenta, sua figlia Margot come una dissoluta. Ovviamente, parlando dei Borgia lo scrittore francese ha vita facile: sui Borgia da Guicciardini in poi si è detto e scritto tutto il male possibile.
Comunque, io conosco la storia e sono in grado di estrapolare le notizie certe da quelle non sicure e mi leggo il libro non tanto come una biografia ma come un appassionante romanzo mozzafiato.

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