Poiché ho deciso di fare qualche
videolezione, visto il protrarsi di questa delirante reclusione, ho cominciato
ad usare Skype. Le figlie mi danno aiuto e sostegno nel mio faticoso
apprendimento dell’uso di uno strumento che non mi piace per niente. Mi stanca
tantissimo fare una videochiamata con una delle figlie, non vedo l’ora che
riattacchino ma mi sembra scortese dirglielo, perciò cerco mille scuse diverse.
Presumo che da lunedì, quando inizierò le videolezioni, sarò stremata.
Un’altra cosa orrenda è mettere
in lista i contatti, una faccenda confusa e faticosissima, per me.
Il fatto è che io da sola ci sto
benissimo, a me bastano e avanzano i messaggini su Whatsapp o su Telegram, io
non amo molto neppure le telefonate, figuriamoci le videoconferenze, tipo
quelle con i colleghi!
Da sola me la godo, faccio le
cose che piacciono a me: leggo tanto, scrivo, guardo vecchi sceneggiati e nuovi
film, mi prendo cura di me, faccio gli esercizi di Pilates, studio lingue
straniere.
Non è che non stia lavorando: per
scegliere i link da mettere sul registro elettronico, devo guardarli prima e
questo richiede del tempo, correggo i compiti dei ragazzi, aggiorno il registro
elettronico ma, poiché la dirigente insiste con la storia delle videolezioni,
ne farò qualcuna, il minimo sindacale e non so neppure se mi verranno decenti:
odio parlare dal video!
Comunque, anche questa è una
seccatura da poco, rispetto alle cose belle che mi godo ogni giorno.
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