Terminato il periodo di malattia (si fa per dire: causa umidità e piogge, sono tutta
un dolore e, in più, sto facendo analisi e visite mediche a ripetizione), sono tornata a scuola.
Nelle classi non c’è distanza di sicurezza tra i banchi (la ds ha mentito e non me ne meraviglio), l’igiene è inesistente, le mascherine ce le danno con il contagocce, i ragazzini tendono ad avvicinarsi tra loro e anche i colleghi fanno la stessa cosa, io, ormai, non esito a tirarmi indietro e, se si offendono, fatti loro. Due colleghi sono risultati positivi al Covid ma la scuola non è stata messa in quarantena. Insomma, viviamo tutti i giorni in una situazione di rischio altissima, io mi sento come un colonnello della prima guerra mondiale: in trincea, a rischiare la vita mia e quella dei miei alunni.
Ho chiesto ai ragazzini di tener su la mascherina anche quando sono seduti (non è obbligatorio), spiegando che io sono un soggetto ad alto rischio e devo dire che quasi tutti lo fanno.
Le due prime che ho incontrato non mi sembrano troppo male ma è presto per giudicare; la seconda B, unica classe che ho conservato dall’anno scorso, è formata da quasi tutti allievi seri e collaborativi.
Vado in classe completa di guanti di gomma che disinfetto continuamente, indosso la visiera e una delle mie innumerevoli mascherine glamour. Ne ho di tutti i tipi, tinta unita, colorate, a disegni, con le pieghe, sagomate…Le più graziose le ho comprate in Francia; dopo averle disinfettate, ci metto due gocce di profumo così, almeno, sento un buon odore e mi consolo un po’. Al mio ritorno a casa, procedo alla disinfezione di tutto ciò che ho usato o semplicemente toccato a scuola nella speranza di riuscire a difendermi dal dannato virus.
Il clima è pesantissimo, i ragazzini sono comunque frastornati e tristi, rassegnati ad una scuola che non offre la possibilità di socializzare e di divertirsi tra coetanei. Speriamo che questo anno scolastico passi velocemente per me e per loro.
un dolore e, in più, sto facendo analisi e visite mediche a ripetizione), sono tornata a scuola.
Nelle classi non c’è distanza di sicurezza tra i banchi (la ds ha mentito e non me ne meraviglio), l’igiene è inesistente, le mascherine ce le danno con il contagocce, i ragazzini tendono ad avvicinarsi tra loro e anche i colleghi fanno la stessa cosa, io, ormai, non esito a tirarmi indietro e, se si offendono, fatti loro. Due colleghi sono risultati positivi al Covid ma la scuola non è stata messa in quarantena. Insomma, viviamo tutti i giorni in una situazione di rischio altissima, io mi sento come un colonnello della prima guerra mondiale: in trincea, a rischiare la vita mia e quella dei miei alunni.
Ho chiesto ai ragazzini di tener su la mascherina anche quando sono seduti (non è obbligatorio), spiegando che io sono un soggetto ad alto rischio e devo dire che quasi tutti lo fanno.
Le due prime che ho incontrato non mi sembrano troppo male ma è presto per giudicare; la seconda B, unica classe che ho conservato dall’anno scorso, è formata da quasi tutti allievi seri e collaborativi.
Vado in classe completa di guanti di gomma che disinfetto continuamente, indosso la visiera e una delle mie innumerevoli mascherine glamour. Ne ho di tutti i tipi, tinta unita, colorate, a disegni, con le pieghe, sagomate…Le più graziose le ho comprate in Francia; dopo averle disinfettate, ci metto due gocce di profumo così, almeno, sento un buon odore e mi consolo un po’. Al mio ritorno a casa, procedo alla disinfezione di tutto ciò che ho usato o semplicemente toccato a scuola nella speranza di riuscire a difendermi dal dannato virus.
Il clima è pesantissimo, i ragazzini sono comunque frastornati e tristi, rassegnati ad una scuola che non offre la possibilità di socializzare e di divertirsi tra coetanei. Speriamo che questo anno scolastico passi velocemente per me e per loro.