domenica 11 maggio 2008
Firmino
Ho letto un libro bello e triste.
Un libro sui libri, sulla lettura, sulle storie. E sul destino.
Una cosa da pensarci su. A lungo.
Firmino è un topo.
Avete capito bene: un topo. Anzi un ratto. Niente a che vedere con Remi o Mikey o Stuart Little, graziosi sorcetti.
Il destino di Firmino è di essere un ratto. Oppure no? Il bello del romanzo sta tutto qua.
A me Firmino ricorda un po’ gli eroi che amo: don Chisciotte e, soprattutto, Cyrano.
Come loro, Firmino insegue la possibilità di essere altro, di non sottostare ad un destino che sente estraneo, di costruire la sua storia, perché Firmino è consapevole che esistono altre storie, sa che esiste la bellezza, è a conoscenza del valore della libertà.
Tutte queste cose le sa perché Firmino è un lettore. Pazzesco! Quando si dice: “Topo di biblioteca”!
Firmino legge e riflette su quello che legge, in una parola: studia. E’ un bravo studente il nostro ratto, un po’ troppo idealista ma, in fin dei conti, è solo un topo!
Come va a finire non ve lo dico e non per lasciarvi la sorpresa ma proprio perché voglio essere carogna, in compenso vi regalo alcuni pensieri di Firmino che mi sono piaciuti.
“ Per quanto piccolo ed insignificante tu possa essere, nulla vieta che la tua follia sia tra le più grandi.”
“Non si deve necessariamente credere alle storie per amarle”
“Talvolta mi viene da pensare che tutto quello di cui si ha bisogno nella vita è una quantità considerevole di popcorn e un po’ di Bellezze”
“La differenza tra assumere una maschera che è sempre un’ occasione di libertà e averla imposta è la stessa che intercorre tra un rifugio e una prigione”Lettore, il nostro Firmino, filosofo e molto pirandelliano!
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