Il naso di Cyrano: L’arma letale

sabato 15 agosto 2009

L’arma letale

Oggi, giorno di Ferragosto, con le figlie abbiamo deciso di andare a pranzo in un ristorante del centro di Roma.
Niente dieta,oggi, tanto ormai sono più magra di Audrey Hepburn e posso mangiare qualunque cosa, anche perché lunedì tornerò in piscina e, nuotando, smaltirò quello che ho accumulato oggi. Dunque, eravamo sedute al tavolo, sotto la pergola, ci stavamo gustando un bell’antipasto alla marinara, quando accanto a noi è arrivata una famiglia di americani.
A me piace osservare la gente, perciò, mentre le figlie chiacchieravano, io ho cominciato a studiare i nuovi arrivati.
Erano in quattro: la madre, robusta e bianchiccia, una figlia sui vent’anni, decisamente grassa e biondiccia, un figlio adolescente, grasso e rossiccio e il padre, un tipo alla Swarzenneger, tutto muscoli e mascellona. Tutti e quattro serissimi, quasi lugubri, non hanno praticamente parlato se non per ordinare il cibo; sembrava che fossero appena tornati dal funerale di Giulio Cesare (eravamo nei pressi del foro romano) con tanto di discorsi di Bruto ed Antonio, avete presente:”Cittadini, Romani, Compatrioti…”.
Mentre noi attaccavamo il primo piatto, loro hanno ricevuto parmigiana di melanzane per la madre e bruschetta di pomodoro per gli altri tre.
La madre con la parmigiana non ha avuto problemi, i due figli inseguivano pezzi di pomodoro che schizzavano da tutte le parti! Ora, dico io, la parmigiana è facile da mangiare, la bruschetta invece no! E voi, americani, che sapete solo addentare panini e patate, proprio la bruschetta dovevate scegliere!
E’ stato uno spettacolo degno di Stanlio e Ollio, me lo sono gustato anche perché ero fuori portata dei proiettili untuosi e rossi.
Il padre-marine, invece, si è pappato la bruschetta senza far danni, anche perché dotato di una apertura buccale notevole che gli consentiva di mordere la vivanda senza far cadere il pomodoro.
Noi eravamo al secondo piatto e, mentre mi gustavo dei polipetti alle olive divini, al Rambo-genitore hanno servito un piatto di spaghetti.
La mia attenzione era formidabile, lo spettacolo si annunciava interessantissimo: metti un americano vicino ad un piatto di spaghetti e può succedere di tutto.
Infatti. Il marine ha preso la forchetta, ha catturato uno spaghetto e ha cominciato a ruotare il polso per avvolgere lo spaghetto.
Devo dire che aveva cominciato proprio bene, stavo per smettere la mia osservazione, un po’ delusa, quando lui ha avuto un colpo di genio, tipicamente made in USA: ha alzato la forchetta dal piatto e ha continuato ad avvolgere lo spaghetto a mezz’aria. Il viscido (anche perché ben condito) spaghetto a questo punto, forse sentendosi profondamente offeso, si è svolto ed è ricaduto nel piatto!.
L’american father, perplesso, ha studiato la situazione, ovviamente un marine non si arrende e infatti lui non si è arreso: ha eseguito di nuovo la stessa identica manovra a mezz’aria ma, un attimo prima che il nemico ricadesse nel piatto, si è chinato e, con mossa fulminea, è riuscito a catturarlo, ha masticato ed inghiottito.
Il daddy-marine ha proseguito la sua eroica lotta ma…A Roma, o almeno nel nostro ristorante, le porzioni sono generose e a metà piatto Swarzy era stremato, sudava e il polso non reggeva più al peso della forchetta. Ha ceduto le armi,con la stessa espressione smarrita e confusa che dovevano avere le truppe USA in Vietnam, lasciando nel piatto più della metà dei vittoriosi spaghetti-Vietcong e attirandosi uno sguardo di severa riprovazione dal cameriere anziano che si guarda bene dal servire ai tavoli occupati dai turisti americani, lui serve soltanto quelli che sanno mangiare e apprezzare il buon cibo italiano.

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