Il naso di Cyrano: Il giuoco delle parti.

sabato 14 novembre 2009

Il giuoco delle parti.

Nella vita ognuno riveste una o più parti.
L’importante è interpretarle bene queste benedette parti. Io cerco di fare del mio meglio, se ci riesco sta agli altri dirlo, quel che è certo è che spesso sono circondata da pessimi attori.
Così, per sopravvivere a questo brutto spettacolo che è la vita, il venerdì sera me ne vado a teatro. Con la FG che la parte di figlia la interpreta a meraviglia.
Stasera, dopo la solita devastante settimana, sono andata al Quirino a vedere il “giuoco delle parti” di Luigi Pirandello.
Io il giuoco delle parti l’avevo già visto, con la regia del divino Giorgio De Lullo e l’interpretazione, mostruosamente perfetta, dei mitici Romolo Valli, Rossella Falk e Carlo Giuffré. Perciò, stasera, pensavo che sarei rimasta oltremodo delusa.
Vi chiederete: “ Ma allora perché ci sei andata?”
Ci sonno andata perché è sempre bene sperimentare e provare nuove esperienze, anche a rischio di rimanere delusi.
Infatti non sono per niente rimasta delusa.
Intendiamoci, la rappresentazione di stasera non aveva niente a che fare con quella meravigliosa della Compagnia dei Giovani ma non era neanche da buttar via.
Pirandello c’era, il suo mondo di maschere e vita, la sua inconfondibile Weltanschaung c’era, il suo particolare linguaggio c’era. A mio giudizio.
A giudizio della FG invece… la rappresentazione (notevolmente turbata da tre carampane logorroiche sedute davanti a noi) è iniziata a singhiozzo, Silia stentava a ritrovare sé stessa, Leone bisbigliava dove si richiedeva enfatizzasse e Filippo detto Socrate era inesistente.
Il guaio è che il giuoco delle parti cojn la regia di De Lullo, in DVD, lo ha visto anche la FG e le è anche piaciuto molto.
Alle volte penso di aver creato un mostro: alle altre ventenni piacciono il Grande Fratello e la musica Pop, alla FG piacciono i drammi e Rossini, oltretutto è anche ipercritica, filologa, perfezionista.
Il risultato?
Mezz’ora di critica spietata e feroce che ho dovuto subire mentre tornavamo a casa.
Neppure il cappellino nuovo, assolutamente delizioso, che avevo acquistato prima di entrare in teatro, è riuscito a distogliermi dalle sue geremiadi, così ho pensato di ricorrere ad un metodo infallibile per restituirle il buon umore: l’ho invitata a bere un cocktail. Ovviamente ne ho bevuto uno anch’io.
Il metodo è infallibile, infatti alla FG è tornato il buon umore e siamo tornate a casa allegre e serene.

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