A casa mia in questo periodo stanno accadendo strani fenomeni.
La notte scorsa abbiamo spento la televisione e siamo andate a riposare, verso l’una e mezza, però, la televisione si è riaccesa, mi sono alzata e l’ho spenta di nuovo dopo aver accusato del tutto ingiustamente le mie, per una volta, innocenti figlie.
Non ho saputo spiegarmi il fenomeno che si è riprodotto anche alle 4.30 del mattino.
Alquanto infuriata (la parola è un gentile eufemismo, poiché quando io dormo e vengo svegliata nel cuor della notte sono mooolto più che infuriata) sono andata in soggiorno ho nuovamente spento la televisione e, per evitare nuove alzate, ho proprio tirato via la spina dalla corrente e me ne sono tornata a letto, attribuendo il fenomeno piuttosto insolito al passaggio dall’analogico al digitale e tirando una sequela di accidenti alle menti geniali che hanno progettato tale passaggio.
Stamattina mi sono alzata e, dopo opportuno caffè, mi sono messa in moto, nel senso di movimento non di motocicletta.
La FG si è alzata meno zombeggiante del solito poiché aveva un paio di scarpe nuove da sfoggiare, infatti le ha indossate pavoneggiandosi alquanto. Ad un certo punto la mia ineffabile figlia ha unito i talloni ed è rimasta bloccata poiché, per un altro inspiegabile fenomeno, le due scarpe si sono incollate una all’altra.
Io la mattina non ho voglia di ridere. Mai. Ma stamattina sono scoppiata in una risata omerica: la scena era surreale: la FG in posizione di danza, incollata che non sapeva cosa fare.
Ho passato il mio indice tra le due scarpe e l’ho liberata spiegandole che la para delle scarpe aveva fatto presa e l’ho invitata a non unire i talloni. Ovviamente cinque minuti dopo era di nuovo incollata ma stavolta si è liberata da sola.
Sono uscita e sono andata a scuola dove di magico non c’è nulla e ho trascorso una mattinata normale.
Stasera io e la FG siamo andate a teatro a vedere la Tempesta di Shakespeare, opera nella quale la magia riveste un ruolo primario.
Ma, purtroppo, di magia stasera ne abbiamo vista ben poca: Prospero, il protagonista, era una versione sadica di regista impazzito che tormentava gli altri personaggi nei modi più spietati, la figlia Miranda, che normalmente non è poi tanto intelligente, era una perfetta idiota forse perché il padre aveva la malaugurata tendenza a svegliarla con un agghiacciante grido (accompagnato da un tuono in sottofondo che immancabilmente faceva decollare la FG dalla sua poltrona) che avrebbe portato, a detta della FG, il più placido dei figli al parricidio.
Il povero ma perfido Calibano era il ritratto di Smeagle del signore degli anelli, solo più indifeso e più viscido.
Il giovane Ferdinando dimostrava inequivocabilmente che l’uomo discende dalla scimmia e che non si è MAI evoluto.
Ariel, leggiadro spirito dell’aria, era interpretato da un vecchietto che chiunque potrebbe incontrare sull’autobus in orario scolastico.
Magia zero: l’uomo, sogno di un’ombra, era piuttosto l’ombra di un sogno.
Non ho capito bene perché il regista abbia preso un’opera che è la quint’essenza della poesia e ne abbia fatto uno spettacolo aspro e stridente.
Però a me questo spettacolo è piaciuto: il fatto è che, alla fine, quello che emergeva era che la vera magia non è il soprannaturale ma l’agire stesso dell’uomo, il suo progresso, la sua intelligenza.
Alla FG, invece, lo spettacolo non è piaciuto: lei ha studiato quest’opera nella assolutamente perfetta messa in scena Strehleriana del Piccolo di Milano. Non poteva gradire questa versione, nonostante mi fossi rifornita di dolcetti che le ho propinato per tentare di tenerla tranquilla (ovviamente anche io ne ho fatto largo uso) si è agitata per tutto lo spettacolo e, all’uscita e per tutto il tragitto fino a casa, mi ha tenuto una interessantissima lezione su come deve essere rappresentata la Tempesta.
In effetti mi ha tempestato di informazioni, indubbiamente affascinanti ma che io, di venerdì sera, avrei volentieri evitato. Per consolarla (e per mettere fine alle recriminazioni) le ho offerto un salutare e consolatorio cocktail che se non l’ha riconciliata con il regista le ha almeno migliorato l’umore, infatti adesso è qui accanto a me che digita questo post che io le sto dettando.
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