Il naso di Cyrano: settembre 2010

sabato 25 settembre 2010

30 senza lode

Ieri sera, con la FG, siamo state a teatro, abbiamo visto “30 senza lode”, una commedia moderna tutta da ridere. E infatti abbiamo riso dall’inizio alla fine, per due ore. Alla fine avevo le lacrime agli occhi dalle risate. Un testo graziosissimo, personaggi ben caratterizzati, dialoghi serratissimi, linguaggio contemporaneo, con tutti gli errori ed orrori del gergo giovanile e non, una storia di ordinaria follia moderna, comportamenti compulsivi e incomunicabilità, il tutto trattato con serena leggerezza, l’unico modo, forse, di sopravvivere in questa nostra attuale società malata.

Come tutti i venerdì sera, anche ieri ero stremata da una settimana di lavoro micidiale e dalle incombenze fastidiose e faticose della mia vita quotidiana ma ridere mi ha fatto bene, sono uscita dal teatro allegra e rilassata. Per questo vado a teatro, fa parte della mia personalissima terapia antistress, non importa che lo spettacolo sia comico, io mi rilasso anche con la tragedia greca o con Pirandello, se sono ben recitati. Peccato che i biglietti dei teatri siano piuttosto costosi ma credo sia meglio fare un po’ di economie per andare a teatro che essere sempre depressi o dover ricorrere a farmaci vari!

sabato 18 settembre 2010

Nuova stagione teatrale

La stagione è cominciata alla grande. Dopo una infernale settimana di lavoro, ieri sera mi sono rilassata e divertita con una commedia brillante alla Sala Umberto: “E pensare che eravamo comunisti”, una storia deliziosa: due coniugi, da sempre comunisti alle prese con la realtà attuale, con una figlia surrealmente fuori dalla realtà, che invece ha capito tutto, con un figlio che si butta in politica senza capire niente, con un cameriere extra comunitario ma non troppo e per di più filosofo e con una sorella-cognata calabrese corredata di caciocavalli e ‘nduia.

Due ore di risate, un po’ amare, un po’ nostalgiche, un po’ malinconiche ma sempre intelligenti ed acute.

Gli interpreti tutti bravissimi e senza microfoni! Io mi sono identificata parecchio in Giulia, madre che non sa cucinare, lei “scongela”, in conflitto con la cognata calabrese, bravissima in cucina. Per il resto Giulia è efficientissima, ordinatissima e distratta, mantiene intatti in sé gli ideali della sua giovinezza e soffre quando li vede traditi.

Uno spettacolo delizioso che è piaciuto anche alla FG, mia inseparabile complice nelle incursioni teatrali, che ha riso fino alle lacrime per tutto il tempo.

sabato 11 settembre 2010

Musica e poesia

In questi ultimi giorni la FG ha lavorato come una forsennata per aggiornare la lista dei brani che ascolto di solito quando sto al computer.

La FG ha fatto un lavoro magnifico, tenuto conto che a me non piace la musica che di solito appaga i comuni mortali. Io ascolto musica classica o lirica, generi non facili da reperire su Internet ma la FG esplora il vasto mondo del Web e scopre quello che io le ho richiesto. La FG spesso trova anche vecchie canzoni e brani poetici, rarissimi, difficili da reperire, anche perché spesso li voglio interpretati da ben precisi esecutori. E’ una sfida con se stessa, la FG non si arrende mai, una vera esploratrice di mondi antichi e rarefatti nella memoria lunarmente storica di sua madre.

Le sue due ultime, preziose scoperte sono due brani poetici di Ernesto Ragazzoni: I dolori del giovane Werther e L’Elegia del verme solitario, due testi assolutamente ed ironicamente deliziosi, nascosti nelle pieghe del Web ed entrambi recitati da quel mostro sacro che è Vittorio Gassman. Adesso posso ascoltarmeli quando voglio, grazie alla FG.

Grazie, figlia mia, che, invece di mandarmi a quel paese quando ti affliggo con le mie inenarrabili richieste, non ti meravigli né ti inquieti e parti, mouse in resta, alla caccia al tesoro di brani che, alla fine, piacciono parecchio anche a te.

lunedì 6 settembre 2010

Addio, Margherita.

Addio, Margherita L., grande, immensa professoressa di storia dell’Arte.

Grazie, Margherita, grazie per avermi insegnato a comprendere meglio quella bellezza, che già quando ti conobbi al liceo conoscevo, ineffabile, consolatrice dell’anima.

Margherita L. è stata la mia professoressa di storia dell’arte, se n’è andata, in silenzio, in un a giornata di fine agosto. Margherita era originaria della Sardegna ma viveva a Roma da una vita e amava questa assurda città, fatta di opere d’arte somme ed uniche al mondo, di sporcizia materiale e morale, caotica, disordinata, corrotta eppure bellissima.

Margherita amava questa città e ce la faceva amare, la domenica, per chi voleva, organizzava delle passeggiate romane, l’iniziativa si chiamava “Conosciamo Roma” e lei, instancabile spiegava, raccontava, faceva osservare e gustare, mai nozionistica, mai pedante, mai noiosa e noi scoprivamo il mondo di Bernini, Borromini, Michelangelo, il Barocco, l’arte classica e quella moderna.

Grazie Margherita, grazie. Tu non hai avuto figli ma tutti quelli di noi che hanno imparato da te il valore dell’arte, il gusto del bello, il piacere estetico di perdersi in un quadro o in una scultura sono, artisticamente parlando, tuoi figli. La tua eredità non è dispersa, sopravvive, cara Margherita, sopravvive in noi, sopravvive in me che, senza essere brava come te, cerco di trasmettere quello stesso piacere ai miei alunni e alle mie figlie e i miei allievi non lo sanno ma, quando li porto a spasso per Roma e mostro loro le opere d’arte, non è me che essi devono ringraziare ma te, vorrei essere brava come sei stata tu, vorrei che i miei ragazzi ricordassero me con la stessa commozione e lo stesso affetto che adesso provo io nei tuoi riguardi.

Grazie, Margherita, grazie.