La stagione è cominciata alla grande. Dopo una infernale settimana di lavoro, ieri sera mi sono rilassata e divertita con una commedia brillante alla Sala Umberto: “E pensare che eravamo comunisti”, una storia deliziosa: due coniugi, da sempre comunisti alle prese con la realtà attuale, con una figlia surrealmente fuori dalla realtà, che invece ha capito tutto, con un figlio che si butta in politica senza capire niente, con un cameriere extra comunitario ma non troppo e per di più filosofo e con una sorella-cognata calabrese corredata di caciocavalli e ‘nduia.
Due ore di risate, un po’ amare, un po’ nostalgiche, un po’ malinconiche ma sempre intelligenti ed acute.
Gli interpreti tutti bravissimi e senza microfoni! Io mi sono identificata parecchio in Giulia, madre che non sa cucinare, lei “scongela”, in conflitto con la cognata calabrese, bravissima in cucina. Per il resto Giulia è efficientissima, ordinatissima e distratta, mantiene intatti in sé gli ideali della sua giovinezza e soffre quando li vede traditi.
Uno spettacolo delizioso che è piaciuto anche alla FG, mia inseparabile complice nelle incursioni teatrali, che ha riso fino alle lacrime per tutto il tempo.
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