Oggi, sotto un nubifragio di stile britannico, io e Cat, dopo una salutare colazione da Mulassano, il benemerito caffettiere che inventò i tramezzini, siamo andate a visitare il Museo del Risorgimento; là ho ritrovato tanti vecchi amici: dal solito Massimo D'Azeglio a Mazzini, da Carlo Alberto al mitico Garibaldi, c'era pure Napoleone ma a me i tiranni non piaciono e non gli ho dato molta confidenza. C'era anche Costantino Nigra (ovviamente c'era il suo ritratto, non lui in persona) e l'ho presentato a Cat che se ne è innamorata seduta stante. Deve essere una costante di famiglia: anche la FG stravede per il bellissimo Nigra. Io mi sono incantata davanti ai documenti, alle armi e alle divise, il fatto è che il passato mi piace tanto, la storia mi affascina e mi fa dimenticare un presente che non amo.
A pranzo, io e Cat siamo andate nel ristorante dove era solito pranzare Cavour: al Cambio; c'è ancora il posto del Conte, segnato da una targa, sopra un affresco rappresenta due puttini che leggono il giornale, uno ha gli occhialetti e rappresenta Cavour, l'altro che gli sta dietro è Nigra, il suo inviato a Parigi.
Abbiamo pranzato davvero da regine, potage di patate, ravioli dei 150 anni dell'Unità, finanziera del Cambio, pere Martinsec al barolo, creme brulé al marsala. Un paradiso di sapori e di profumi, una cornice storico-artistica da favola, insomma: “Il Sogno!”
Nel pomeriggio, dopo il caffé, bevuto al Fiorio, altro locale frequentato dal conte di Cavour, visita alla fondazione Accorsi dove erano in mostra dei fantastici costumi indossati da soprano e tenori del teatro Regio, ancora sogni tra nuvole di seta, tripudi di broccati, trionfi di veli e tulle.
Stasera Cat è stanchissima, io anche ma siamo tutte e due molto soddisfatte delle nostre passeggiate risorgimental-storico-gastronomiche.
A pranzo, io e Cat siamo andate nel ristorante dove era solito pranzare Cavour: al Cambio; c'è ancora il posto del Conte, segnato da una targa, sopra un affresco rappresenta due puttini che leggono il giornale, uno ha gli occhialetti e rappresenta Cavour, l'altro che gli sta dietro è Nigra, il suo inviato a Parigi.
Abbiamo pranzato davvero da regine, potage di patate, ravioli dei 150 anni dell'Unità, finanziera del Cambio, pere Martinsec al barolo, creme brulé al marsala. Un paradiso di sapori e di profumi, una cornice storico-artistica da favola, insomma: “Il Sogno!”
Nel pomeriggio, dopo il caffé, bevuto al Fiorio, altro locale frequentato dal conte di Cavour, visita alla fondazione Accorsi dove erano in mostra dei fantastici costumi indossati da soprano e tenori del teatro Regio, ancora sogni tra nuvole di seta, tripudi di broccati, trionfi di veli e tulle.
Stasera Cat è stanchissima, io anche ma siamo tutte e due molto soddisfatte delle nostre passeggiate risorgimental-storico-gastronomiche.
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