Era pomeriggio avanzato e ci restava da visitare il bellissimo palazzo civico. La FI e la FG, fin da piccolissime, sono abituate a camminare per vedere cose belle e non furono certo spaventate dalle ripide scale e dall’infilata di stanze del palazzo. Benché esauste, se lo visitarono tutto con grande interesse.
Quando arrivammo davanti alla meravigliosa Maestà di Simone Martini, fecero quello che mi aspettavo: rimasero in silenzio, in attonita e beata ammirazione del capolavoro. Stavamo là, davanti alla bellezza più pura, tutti e quattro, felici, dimentichi della realtà, tuffati in un mondo fantastico, di sogno e ci restammo parecchio.
Ci riportò alla realtà la voce di mio marito, che doveva guidare per riportarci a Roma, a bassa voce, quasi scusandosi, disse :”E’ ora di andare”.
Fu un coro, assolutamente unanime:”No”, dicemmo e continuammo a contemplare beate. Il marito e padre ci concesse altri dieci minuti di beatitudine poi, pazientemente, ci trascinò via, verso l’uscita mentre la FI protestava e la FG faceva ciao con la manina e salutava dicendo:” Arrivederci Santi di Simone Martini, tanto ci torno a rivedervi!”
E sono sicura che, prima o poi, tornerà a godersi quella meraviglia e, magari, ci tornerò anche io.
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