Il naso di Cyrano: Cattivo

domenica 4 settembre 2011

Cattivo

Ieri sera, anche se faceva un caldo tropicale, sono andata al Globe a vedere il Riccardo III di Shakespeare.

Nel complesso lo spettacolo mi è piaciuto, la scena era affascinante, la traduzione accettabile, la regia abbastanza originale e gli attori bravi, anche se, come al solito, microfonati.

La maledizione della vecchia regina Margherita è stata da urlo: piena di pathos e di grinta, feroce e sanguinaria come deve essere, la scena della crisi di re Edoardo, interpretato magistralmente da Nicola D’Eramo, aveva un suo fascino perverso che metteva i brividi.

Però sono rimasta delusa proprio da Riccardo. Riccardo di Gloucester, il terzo fratello del re è il cattivo. Non un cattivo normale, che magari fa anche pena, un cattivo che soffre della sua cattiveria, no, Riccardo è “il Cattivo”. Che io sappia non c’è nelle opere teatrali e letterarie un cattivo più cattivo di lui, Riccardo è malvagio, crudele, sanguinari, simulatore e dissimulatore, non c’è ambiguità, non c’è dubbio che lo sfiori, Riccardo adora il male, si diverte a tormentare, torturare e massacrare, è il suo gioco, gli altri sono0, per lui, soltanto pupazzi da rompere. Per questo quando lo vedo in scena io lo odio di un odio profondo, viscerale, che mi fa stare male e mi sento liberata soltanto quando Richmond lo trafigge, alla fine.

Ebbene, ieri sera ho visto un Riccardo che era soltanto un po’ cattivo, piuttosto monocorde, niente affatto luciferino, insomma un po’ noioso, un cattivo superficiale, molto moderno, se vogliamo, molto attuale ma io vado a teatro proprio per dimenticare, per un po’, lo schifo che mi circonda quotidianamente, avrò diritto, credo, se vado a vedere Shakespeare, di non trovarmi faccia a faccia con un banale arrivistello da quattro soldi, che per fare carriera, invece di corrompere o vendersi come fanno i moderni, ammazza tutti, se vado a vedere Shakespeare io voglio vedere la Grandezza, anche quella dei Cattivi, quella di Jago, di Edmund, di Riccardo e voglio9 essere felice quando i malvagi la pagano, perché, almeno nelle opere di Shakespeare, i cattivi alla fine sono puniti!

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