Il naso di Cyrano: La signora dell’ombrellino

domenica 11 settembre 2011

La signora dell’ombrellino

La mia mamma è andata in vacanza in un ridente paesino montano del Lazio.

Una mattina, mentre faceva come al suo solito una passeggiata, si è sentita un po’ debole e ha deciso di fare colazione. Si è seduta ad un tavolo all’aperto di un elegante bar del centro e ha ordinato il cappuccino.

A mia mamma, come a me, piace osservare la gente; si è guardata intorno, non c’erano molte persone perché mia mamma è mattiniera ed era ancora un po’ presto per i vacanzieri. Ad un tavolo poco distante dal suo era seduto un signore di mezza età che sorseggiava un caffè. All’apparire di una signora che sopraggiungeva, il signore si è alzato, le è andato incontro e l’ha salutata con molta enfasi. Mia mamma ha pensato: “Non è sua moglie”, dal che si evince che mia mamma è una signora molto perspicace. I due si sono seduti al tavolo e hanno cominciato a parlare fittamente. Poco dopo, è apparsa sulla piazza un’altra signora, più o meno della stessa età dei due, che si riparava dal sole con un ombrellino.

Quando ha visto i due, la signora ha chiuso il suo ombrellino e si è precipitata, come un esercito di cadetti di Guascogna, sui malcapitati menando fendenti con il grazioso accessorio, tramutato in arma letale, equamente distribuiti tra entrambi i tapini.

Mentre mia mamma, fingendo di interessarsi alla sua colazione, non si perdeva una virgola della insolita ed inaspettata scena, la signora dell’ombrellino urlava insulti e minacce contro la donna seduta al tavolo, che si è precipitosamente alzata e si è data ad una fuga repentina.

Sparita quella che, evidentemente, era la sua rivale, la signora dell’ombrellino ha rivolto le sue “attenzioni” a quello che, altrettanto evidentemente, era suo marito, pestandolo a ombrellate e ricoprendolo di insulti.

Le poche persone presenti non sono intervenute, vuoi perché in Italia vige la regola fondamentale del “fatti i fatti tuoi”, vuoi perché tutto si è svolto a tale velocità da non permettere una reazione logica.

Intanto l’uomo è riuscito a bloccare la sua “dolce metà” e ad infilarla nella sua vettura con la quale è precipitosamente partito.

Lo spettacolo era finito, mia mamma aveva terminato la sua colazione e si preparava ad andarsene, non prima, però, di aver ascoltato il commento che il cameriere del bar ha rivolto al proprietario: “E adesso il conto chi lo paga?”

Eh già, perché nella concitazione del momento, il signore probabilmente fedifrago il conto non lo ha pagato!

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