Il naso di Cyrano: febbraio 2012

domenica 26 febbraio 2012

Streghe, Maghi e turisti inglesi

Quando un autore di romanzi mi piace, mi piace per davvero: divoro i suoi romanzi e mi procuro “tutte” le sue opere, almeno quelle tradotte in italiano a meno che l’autore non sia francese, in tal caso me lo leggo direttamente in lingua originale.

Gli autori che mi piacciono sono tanti, decisamente troppi per le risorse finanziarie di un insegnante medio italiano come sono io ma, risparmiando su tutto il resto, io ai libri non rinuncio.

Qualche tempo fa la FI mi ha regalato un volume della saga di Mondo Disco, scritto da Terry Pratchett.

A me il genere fantasy non piace eccessivamente, mi sono appassionata smodatamente alle avventure di Harry Potter, mi diverto a leggere quelle di Artemis Fowl ma, ad esempio, trovo di una noia mortale Tolkjen. Perciò, quando la FI mi ha regalato il volume di Pratchett, ho iniziato a leggerlo con una certa diffidenza… le prime 10 parole, all’undicesima Pratchett mi aveva conquistato, sono diventata una sua fan sfegatata, mi sono procurata quasi tutto quello che è stato pubblicato in Italia e, letteralmente, divoro le storie che racconta.

Quello che mi piace di Pratchett, oltre alla sua fantasia, che va ben oltre tutti i possibili limiti di qualsiasi fantasia, è lo stile: rapido, fulminante, dai paragoni più improbabili e assolutamente inaspettati, ironico di un’ironia distillata, quasi filosofica.

Leggendo Pratchett non si può non ridere e infatti io rido… di solito intorno alle due di notte; non avendo il tempo di leggere di giorno, io leggo di notte e se rido sveglio la FG che ha la stanza davanti alla mia ma lei, poverina, non si lamenta perché, spesso, anche lei legge di notte e, se legge Pratchett, anche lei ride… alle tre di notte.

Le storie dell’autore inglese sono ambientate sul fantastico Mondo Disco, popolato delle più improbabili creature: trolls, giganti, demoni, gente comune, streghe, maghi… e Morte.

Io mi sono letteralmente innamorata di Morte, è un (Lui è un maschio) Morte molto English, compare a quelli che stanno per morire con aplomb degno di un baronetto. Compie il suo mestiere con estremo scrupolo, tiene la falce, suo strumento di lavoro, sempre ben affilata, talvolta si distrae un po’ con i suoi amici: la partita a carte tra Morte, Guerra, Peste e Carestia è una pagina indimenticabile della moderna letteratura inglese.

Altri personaggi restano nella memoria con indelebile forza: la Nonnina, decana delle streghe, dotata di un carattere e di uno sguardo fulminanti, Scuotivento, mago codardo il cui unico obbiettivo è sopravvivere sfuggendo ai più impensabili pericoli che puntualmente lo coinvolgono, il Bagaglio, baule semovente, dotato di vita propria e carattere iracondo.

Dopo Morte, il mio personaggio preferito è Duefiori, mite e gentile turista in visita ad Ankh Morpork, la più importante città di Mondo Disco.

Duefiori è il classico turista inglese: dotato di un irrefrenabile entusiasmo che non viene meno neppure nelle situazioni più terribili e spaventose nelle quali il mite ometto viene a trovarsi. Duefiori è disposto a fare amicizia con chiunque, trova il lato positivo in ogni essere che incontra, non importa che a pararglisi davanti sia un troll o qualche essere altrettanto spaventoso, lui, britannicamente, rispetta chiunque.

Non sa parlare la lingua di Ankh Morpork, quando deve comunicare si limita ad usare la sua, semplicemente alzando un po’ la voce.

Una parodia incredibilmente divertente del classico English Tourist, Duefiori è dotato persino di una specie di macchinetta fotografica: una scatola, che tiene appesa al collo, nella quale c’è un minuscolo essere, dotato di tele, cavalletto, pennelli e colori, che, con grande velocità, ritrae quello che il turista vede e che, una volta tornato a casa, egli incollerà il piccolo quadro su un album.

Ma io potrei continuare a scrivere pagine e pagine senza riuscire a dare ai miei lettori che una pallidissima idea delle storie di Mondo Disco. Per riuscirci appieno dovrei essere Pratchett e, purtroppo, non lo sono.

domenica 19 febbraio 2012

Totus mundus agit histrionem

Venerdì sera, con l’influenzata ma indomita FG e con la mia amica L., sono andata all’Eliseo. Abbiamo visto un dramma di Strindberg: La signorina Giulia. Micidiale nel senso di faticosissimo da seguire ma assai interessante, soprattutto per le soluzioni registiche escogitate da Walter Malosti, per la scenografia e per il gioco di luci, veramente affascinante.

In realtà il vero spettacolo me lo sono gustata prima e dopo la recita.

Mentre aspettavamo l’addetto all’ascensore (le scale dell’Eliseo sono ripidissime), è arrivata una tipa impellicciata che ci è passata davanti e si è messa a bussare con impazienza al vetro. L’atteggiamento arrogante e il suo aspetto a me, che ho fatto studi classici, hanno fatto venire subito in mente Megera, la Furia mitologica che spingeva gli uomini ad odiarsi tra loro; la tipa piuttosto spingeva gli uomini ad odiare “lei”.

Guardandola con più attenzione, però, ho cambiato idea, non somigliava a Megera, piuttosto era un notevole incrocio tra la strega Ursula e Maga Magò. Intabarrata in un lungo cappotto di visone con collo di volpe, per la verità alquanto spelacchiato, la vecchia presentava una faccia tutta imbellettata, occhi truccatissimi, rossetto sbavato, chili di fondotinta; le sorelle di Giamburrasca l’avrebbero sicuramente definita “uscio ritinto”. Le mani, dalle unghie laccate di rosso ed ornate da grossi anelli, palesemente finti, erano decisamente sporche.

Quando è arrivato l’addetto all’ascensore la signora è entrata per prima; la FG e L. si sono scambiate uno sguardo di intesa e mi hanno invitato a salire mentre loro avrebbero aspettato(l’ascensore dell’Eliseo ha una portata di solo tre persone).

Durante la salita la tizia non ha fatto altro che lamentarsi con il povero giovanotto che ci accompagnava: nel corso dell’ultimo spettacolo aveva perduto la cinta del cappotto di visone ed aveva inutilmente tentato di telefonare in teatro per sapere se era stata ritrovata. L’ascensore dell’Eliseo è lentissimo ed io, che mene stavo in silenzio, ho avuto agio di osservare l’alterigia e la cafoneria della donna ed il perfetto aplomb del giovane addetto che, senza fare una piega, le ha consigliato di rivolgersi alla portineria del teatro.

Quando la FG e L. sono salite, ridevano sotto i baffi, perché avevano capito subito che tipo era la dama impellicciata e pensavano che io fossi seccata. In realtà non lo ero affatto, avevo capito subito che quella era un tipo da blog, che ci avrei potuto tirar fuori un ritrattino niente male (almeno lo spero); ho raccontato alle mie due gentili accompagnatrici la scena dell’ascensore e ci siamo fatte parecchie risate.

Al termine dello spettacolo, mentre stavamo uscendo, abbiamo rivisto la signora con la pelliccia, aveva il volto scuro e sembrava molto stizzita: evidentemente non aveva ritrovato la sua cintura e la cosa ha suscitato in noi una certa soddisfazione, devo riconoscerlo, siamo un tantino malignette!

domenica 12 febbraio 2012

A noi la neve proprio non ci ferma

Venerdì mattina, anche se ancora non nevicava, abbiamo avuto, per gentile concessione del Campidoglio, un’altra giornata di vacanza.

Nel pomeriggio la neve è arrivata, poca e mista ad acqua, la FG era delusa, per qualche oscura ragione a lei la neve piace.

La neve vera è arrivata verso le sette di sera, insieme alla FI che tornava dal lavoro alquanto imbiancata.

Comunque le metro funzionavano e quindi noi non abbiamo avuto problemi: le imbacuccatissime FI ed FG e io in rigorosa tenuta da maman pengouin siamo uscite.

La FG è riuscita a rompere il suo ombrello ma anche questo non è stato un problema perché, se quando nevica nei boschi spuntano i funghi, a Roma quando nevica spuntano i venditori ambulanti di ombrelli, così abbiamo potuto ricomprarne uno.

Siamo arrivate al teatro Vittoria e abbiamo assistito ad un bellissimo monologo di Lella Costa, assolutamente da vedere. In teatro c’era poca gente, ovviamente, siamo state benissimo.

Al termine dello spettacolo ci siamo avviate verso la metro.

La neve aveva attecchito e, camminandoci sopra, mi sono accorta che faceva “Kronk Kronk”. La cosa mi ha divertito e ho fatto inquietare la FI che mi esortava a camminare dove lo strato era più basso, non le ho dato retta perché il rumore la neve lo faceva solo sullo strato spesso.

Le figlie avevano paura che cadessi ma io andavo piano e mi sono divertita un mondo.

Anche nel nostro quartiere la neve era altina, nulla a paragone con la Siberia ma abbastanza da invadere le strade.

Ad un certo punto mi sono accorta che la FI, che è una tipa diabolica, ne stava raccogliendo un po’ per tirarla addosso alla FG, del tutto ignara dell’attacco. Non ho saputo resistere: ho raccolto anch’io la neve e l’ho tirata alla FI, dando l’avvio ad un’epica battaglia alla quale si è unita la FG. Era quasi mezzanotte ma i lampioni funzionavano, la visibilità era buona e i colpi sono andati a segno.

Siamo tornate a casa con i cappotti fradici ma ridendo follemente.

domenica 5 febbraio 2012

La neve non ci ferma

Eh no, a noi la neve non ci ferma di certo. Dopo una settimana di riunioni e scrutini, dopo una mattinata surreale, passata nella sala professori di una scuola deserta e disertata (istituzionalmente) dagli alunni, perché il sindaco di Roma ha decretato che i ragazzini dovevano restarsene a casa e i lavoratori della scuola dovevano andare a guadagnarsi il loro lautissimo stipendio (io me lo sono guadagnato leggendomi un libro che mi ero portata da casa, perché non potevo fare lezione ai banchi vuoti), venerdì sera, con la immancabile FG e l’incredibile FI, ho affrontato la tormenta e sono andata a teatro.

Beh, forse tormenta è un termine un pochino esagerato, in realtà, se paragonata alle nevicate russe, polacche ma anche torinesi, tanto per dire, quella di Roma è stata una nevicatina, niente di che per un cosacco, ad esempio ma per l’amministrazione capitolina l’evento meteorologico è stata una vera e propria calamità, nel senso che chi doveva provvedere e on ha provveduto ci ha fatto una figura proprio brutta.

Comunque, vestita da Maman pengouin, un po’ più del solito e saldamente abbarbicata al braccio della FI, ho preso la Metro che è stata una delle pochissime cose che hanno funzionato, e sono arrivata in centro.

Anche le figlie erano attrezzate da neve: la FI con cappottone, scarponi, berretto e copri orecchie, la FG ha tirato fuori le scarpe da trekking, guanti di lana ed un curioso cappellaccio a tesa larga che la rendeva simile ad un brigante calabrese dei tempi di Garibaldi. Insomma, erano tutte e due bellissime!

Lo spettacolo, al teatro Quirino, è stato delizioso, si intitola “Niente progetti per il futuro”, con Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, nella sala semivuota abbiamo riso fino alle lacrime ed abbiamo continuato a ridere anche dopo, mentre camminavamo per le strade innevate, stando ben attente a non scivolare.

Le mie figlie sono decisamente divertenti, inventano battute a raffica e sanno giocare con le parole, quando sto con loro mi diverto da pazzi.

Sabato mattina ci siamo svegliate in un paesaggio bellissimo ed insolito, piuttosto freddino, per la verità ma in casa si sta bene,il riscaldamento funziona ed i tortellini cotti nello squisito brodo di carne e pollo che avevo preparato (sì, l’ho fatto proprio io!) ci hanno fornito ulteriori calorie e buon umore.