Gli autori che mi piacciono sono tanti, decisamente troppi per le risorse finanziarie di un insegnante medio italiano come sono io ma, risparmiando su tutto il resto, io ai libri non rinuncio.
Qualche tempo fa la FI mi ha regalato un volume della saga di Mondo Disco, scritto da Terry Pratchett.
A me il genere fantasy non piace eccessivamente, mi sono appassionata smodatamente alle avventure di Harry Potter, mi diverto a leggere quelle di Artemis Fowl ma, ad esempio, trovo di una noia mortale Tolkjen. Perciò, quando la FI mi ha regalato il volume di Pratchett, ho iniziato a leggerlo con una certa diffidenza… le prime 10 parole, all’undicesima Pratchett mi aveva conquistato, sono diventata una sua fan sfegatata, mi sono procurata quasi tutto quello che è stato pubblicato in Italia e, letteralmente, divoro le storie che racconta.
Quello che mi piace di Pratchett, oltre alla sua fantasia, che va ben oltre tutti i possibili limiti di qualsiasi fantasia, è lo stile: rapido, fulminante, dai paragoni più improbabili e assolutamente inaspettati, ironico di un’ironia distillata, quasi filosofica.
Leggendo Pratchett non si può non ridere e infatti io rido… di solito intorno alle due di notte; non avendo il tempo di leggere di giorno, io leggo di notte e se rido sveglio la FG che ha la stanza davanti alla mia ma lei, poverina, non si lamenta perché, spesso, anche lei legge di notte e, se legge Pratchett, anche lei ride… alle tre di notte.
Le storie dell’autore inglese sono ambientate sul fantastico Mondo Disco, popolato delle più improbabili creature: trolls, giganti, demoni, gente comune, streghe, maghi… e Morte.
Io mi sono letteralmente innamorata di Morte, è un (Lui è un maschio) Morte molto English, compare a quelli che stanno per morire con aplomb degno di un baronetto. Compie il suo mestiere con estremo scrupolo, tiene la falce, suo strumento di lavoro, sempre ben affilata, talvolta si distrae un po’ con i suoi amici: la partita a carte tra Morte, Guerra, Peste e Carestia è una pagina indimenticabile della moderna letteratura inglese.
Altri personaggi restano nella memoria con indelebile forza: la Nonnina, decana delle streghe, dotata di un carattere e di uno sguardo fulminanti, Scuotivento, mago codardo il cui unico obbiettivo è sopravvivere sfuggendo ai più impensabili pericoli che puntualmente lo coinvolgono, il Bagaglio, baule semovente, dotato di vita propria e carattere iracondo.
Dopo Morte, il mio personaggio preferito è Duefiori, mite e gentile turista in visita ad Ankh Morpork, la più importante città di Mondo Disco.
Duefiori è il classico turista inglese: dotato di un irrefrenabile entusiasmo che non viene meno neppure nelle situazioni più terribili e spaventose nelle quali il mite ometto viene a trovarsi. Duefiori è disposto a fare amicizia con chiunque, trova il lato positivo in ogni essere che incontra, non importa che a pararglisi davanti sia un troll o qualche essere altrettanto spaventoso, lui, britannicamente, rispetta chiunque.
Non sa parlare la lingua di Ankh Morpork, quando deve comunicare si limita ad usare la sua, semplicemente alzando un po’ la voce.
Una parodia incredibilmente divertente del classico English Tourist, Duefiori è dotato persino di una specie di macchinetta fotografica: una scatola, che tiene appesa al collo, nella quale c’è un minuscolo essere, dotato di tele, cavalletto, pennelli e colori, che, con grande velocità, ritrae quello che il turista vede e che, una volta tornato a casa, egli incollerà il piccolo quadro su un album.
Ma io potrei continuare a scrivere pagine e pagine senza riuscire a dare ai miei lettori che una pallidissima idea delle storie di Mondo Disco. Per riuscirci appieno dovrei essere Pratchett e, purtroppo, non lo sono.
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