Il naso di Cyrano: febbraio 2013

domenica 24 febbraio 2013

Carosello



Ho letto di recente sui giornali che la RAI vuole “rifare Carosello”, il siparietto serale di consigli per gli acquisti, sul modello di quello, tanto caro a molti della mia età, che andò in onda per tanti anni.
D’accordo, gentili signori della RAi, rifate pure Carosello ma che cambierà?
Voglio dire: la pubblicità in RAi c’è già e pure tanta, che farete? Ne aggiungerete ancora o Carosello sostituirà una parte egli attuali spot?
E, comunque, come pensate di poter competere con il vecchio Carosello? Là, le pubblicità erano create da veri artisti, tutto era di alta qualità: i disegnatori dei cartoni animati erano geniali, le musiche squisite, gli interpreti erano gente che aveva passato la vita sul palcoscenico, i registi erano i grandi nomi del cinema italiano.
Voi, gentili signori della RAI, chi metterete in campo? Non voglio fare la passatista (oppure sì) ma, guardandomi intorno, non vedo grandi talenti che possano reggere il confronto e quei pochi costano, giustamente. Con cosa li pagherete? Con i nostri soldi, presumo.
Lo so che la pubblicità vi è necessaria ma, per favore, non prendeteci in giro con un’operazione di facciata, puntate su altro: su programmi di qualità, su sceneggiati interpretati e diretti da gente seria, su spettacoli teatrali, magari registrati in teatro, sull’opera lirica o su musica di qualità, gli utenti, almeno quelli che pagano il canone, sono persone serie che vogliono una televisione intelligente; le idiozie, la stupidità, i programmi che ingannano e mistificano la realtà lasciateli ad altri.
E, pe picere, lasciate in pace Carosello!

sabato 16 febbraio 2013

Mamma e l’asteroide



Oggi scrive la FG:

Mia madre è ”come una bimba!”, crede che gli asteroidi si schiantino sulla terra a velocità tali da permettere di fotografarli per bene.

È il suo senso artistico che predomina su quello scientifico in favore dell’immortalazione della natura.

Le sue nozioni della scienza non sono che un vago sentore della realtà derivante da arcani racconti scolastici e da tentativi andati completamente falliti della sua, pur brava, insegnante delle medie.

E poiché le leggi di natura ignorano mia madre quasi quanto lei ignora loro si è stabilito uno statu quo abbastanza pacifico finché l’una non invade il territorio dell’altra.

Adesso una roccia che corre a velocità supersonica per l’universo, trapassa un’atmosfera e prende fuoco non sta lì a pensare “Quasi quasi rallento cosi mi fotografano con calma per il foto-finish!” ma nella mente della mia artistica genitrice lo fa.

Mia madre non ha mai accettato il punto di vista di Platone secondo il quale Arte, essendo imitazione della realtà, è inutile; per la genitrice l’Arte è realtà: se lei si incanta davanti alla luna o a un tramonto, assai di più gioisce se quella luna o quel tramonto sono dipinti o cantati da un poeta.

Ora, come spiegare ad un essere simile che, immortalare una meteora o una pioggia di meteore vuol dire, nel migliore dei casi, ottenere foto con una moltitudine di scie o puntini e non l’immagine artistica di una roccia che si avvicina sempre più?

O, peggio, come spiegarle che colui che vede l’immagine artistica della roccia incandescente che si avvina e si avvicina difficilmente sarà poi abbastanza vivo da raccontarlo?

Così io ho provato a spiegarglielo e l’ineffabile signora che mi ha messo al mondo mi ha risposto che, in fondo, non ha bisogno di fotografie perché uno che è riuscito a raccontarcela la pioggia di meteore c’è: è Van Gogh con il suo cielo stellato, con buona pace di tutti gli astrofisici dell’universo!

sabato 9 febbraio 2013

Teatro, sempre e comunque



Dopo una settimana che preferisco definire “antipatica” per non finire nel turpiloquio più bieco, ieri sera sono stata a vedere un dramma di un autore dell’espressionismo tedesco, Georg Kaiser, dal titolo:” Von morgens bis mitternachts” recitato … in tedesco
Ora, voi, miei cari lettori, che conoscete perfettamente l’espressionismo tedesco, potreste dirmi, a ragion veduta:”Ma, sarai matta!? Tu, per tirarti su il morale, vai ad assistere ad un’opera che, come minimo, istiga al suicidio lo spettatore!?”
Cari lettori, voi avete ragione ma che ci posso fare io se la FG ha collaborato alla messa in scena del suddetto dramma, realizzata dai docenti e dagli allievi della Scuola Svizzera? La FG desiderava che io assistessi ed io, nonostante il dolore alla caviglia (la mattina ero di nuovo caduta), ho soddisfatto il suo desiderio.
Al termine dello spettacolo ero meravigliatissima perché la messa in scena non era affatto da disprezzare: l’atmosfera era quella cupa e, al contempo, amaramente umoristica dell’Espressionismo, i ragazzi sono stati assai bravi nell’interpretare (in tedesco ma anche in italiano, inglese e francese) personaggi complicati; costumi e coreografie erano coerenti, luci e scena efficaci.
La FG e i due docenti che hanno curato il progetto hanno fatto un lavoro davvero notevole, soprattutto se si tiene conto che hanno lavorato con un gruppo di adolescenti di sedici-diciassette anni, che, in termini di impegno e partecipazione, sono assimilabili ad un branco di bradipi in compagnia di serpenti a sonagli!
Al termine dello spettacolo, gli attori e i registi hanno ricevuto tanti,meritatissimi, applausi.
Anche la FG era sul palco, con un mazzo di fiori in mano, un po’ imbarazzata, perché lei non è una che ami molto mettersi in mostra. Ed io, guardandola, vedevo la stessa faccia di quando, bambina, partecipava alle recite della sua scuola: l’espressione un po’ sorpresa dagli applausi, un po’ seccata, un po’ stanca ma sempre intelligente, soddisfatta perché lei era consapevole di aver partecipato a qualcosa di bello, di importante, di significativo: il gran gioco del teatro.

venerdì 1 febbraio 2013

Esempio di democrazia (!?)



Dopo qualche resistenza la dirigente scolastica di una scuola romana ha convocato il consiglio straordinario, richiesto dagli insegnanti, per comminare sanzioni disciplinari ad alcuni alunni che, evidentemente, hanno scambiato la scuola per una sala giochi.

La dirigente non ha presieduto il Consiglio ma ha fatto sapere di volere una sanzione risibile e, ovviamente, del tutto inefficace.

Il Consiglio ha optato per una sanzione seria e severa e si è proceduto alla redazione del verbale che è stato inviato alla dirigente. La decisione non è stata presa “a cuor leggero”: sanzionare degli allievi è una scelta difficile e sofferta, alla quale si arriva, come nel caso in questione, quando tutte le altre strategie messe in campo si sono rivelate inutili.

La dirigente, evidentemente non soddisfatta del fatto che i docenti non hanno accolto la sua richiesta, invece di convocare i genitori degli allievi per la comunicazione del provvedimento, ha nuovamente convocato il Consiglio, presumo per “esprimere” il suo volere.
 L'episodio ha suscitato in me un notevole sconcerto che ha prodotto le seguenti e alquanto amare riflessioni.

Io credevo che la libertà della funzione docente consistesse anche nella sovranità del Consiglio di Classe ma, evidentemente, mi sbagliavo. Credevo di vivere in un Paese libero, credevo che gli insegnanti potessero svolgere liberamente, nel rispetto della Costituzione e delle leggi, il loro lavoro ma, evidentemente, mi sbagliavo.

Come posso, allora, insegnare ai miei alunni l’amore per la libertà, il rispetto per il dovere, la serietà e la necessita dell’impegno? Evidentemente, se mi sbagliavo, se viviamo in una realtà dove ognuno può fare quello che gli pare,dove chi ha potere impone la propria volontà agli altri e dove i valori, nei quali mi hanno educata e nei quali continuo a credere, vengono calpestati e derisi, viene meno il valore del mio insegnamento.

E allora? Allora non so. Non so quale lezione trarre da questa vicenda, sono confusa ,disillusa e delusa, penso, con tanto dispiacere, che ho sprecato tanta parte della mia vita in un lavoro che oggi non ha più alcun senso e forse non ne ha mai avuto.