Oggi scrive la FG:
Mia madre è ”come una bimba!”, crede che gli asteroidi si
schiantino sulla terra a velocità tali da permettere di fotografarli per bene.
È il suo senso artistico che predomina su quello scientifico
in favore dell’immortalazione della natura.
Le sue nozioni della scienza non sono che un vago sentore
della realtà derivante da arcani racconti scolastici e da tentativi andati
completamente falliti della sua, pur brava, insegnante delle medie.
E poiché le leggi di natura ignorano mia madre quasi quanto
lei ignora loro si è stabilito uno statu quo abbastanza pacifico finché l’una
non invade il territorio dell’altra.
Adesso una roccia che corre a velocità supersonica per
l’universo, trapassa un’atmosfera e prende fuoco non sta lì a pensare “Quasi
quasi rallento cosi mi fotografano con calma per il foto-finish!” ma nella
mente della mia artistica genitrice lo fa.
Mia madre non ha mai accettato il punto di vista di Platone
secondo il quale Arte, essendo imitazione della realtà, è inutile; per la
genitrice l’Arte è realtà: se lei si incanta davanti alla luna o a un tramonto,
assai di più gioisce se quella luna o quel tramonto sono dipinti o cantati da
un poeta.
Ora, come spiegare ad un essere simile che, immortalare una
meteora o una pioggia di meteore vuol dire, nel migliore dei casi, ottenere
foto con una moltitudine di scie o puntini e non l’immagine artistica di una
roccia che si avvicina sempre più?
O, peggio, come spiegarle che colui che vede l’immagine
artistica della roccia incandescente che si avvina e si avvicina difficilmente
sarà poi abbastanza vivo da raccontarlo?
Così io ho provato a spiegarglielo e l’ineffabile signora
che mi ha messo al mondo mi ha risposto che, in fondo, non ha bisogno di
fotografie perché uno che è riuscito a raccontarcela la pioggia di meteore c’è:
è Van Gogh con il suo cielo stellato, con buona pace di tutti gli astrofisici
dell’universo!
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